
COSTUME & MALCOSTUME – A proposito del conversare
13 Novembre 2025
La vicenda ex ILVA e l’acciaio in Italia
14 Novembre 2025Quando ho comprato questo libro, all’inizio dell’estate, la guerra di Gaza infuriava ancora, e una recensione a queste parole dei poeti protagonisti del conflitto, che in alcuni casi sarebbero stati uccisi dopo pochi giorni dalla pubblicazione dei loro testi, pensavo potesse essere una sorta di testimonianza “letteraria” sul potere delle parole , sul senso che fare poesia può dare in chi crede nel suo potere salvifico anche nelle situazioni più tragiche. Adesso, dopo circa quattro mesi, dopo la firma del Trattato di Pace del 14 ottobre scorso, dopo il proseguire di uccisioni e di rappresaglie, mi sento forse più ancora di aprire un varco nel nome della poesia in un contesto di violenza e di massacro di innocenti che sembra non avere fine.
Nella eccellente prefazione di Ilan Pappè, Direttore del Centro Europeo per gli studi sulla Palestina dell’Università di Exeter, si legge : “La poesia è sempre stata una delle manifestazioni più importanti della cultura araba, sia alta sia popolare. E’ una parte organica della vita: non c’è matrimonio senza poesia, e dona conforto nei momenti di difficoltà. Esistono poeti di strada che compongono versi in base all’occasione e poeti letterari che intrecciano esperienze personali con riferimenti alla realtà che li circonda”.
Ed ancora, nell’introduzione, “…Contro un tempo che non riconosce la poesia, contro la disgustosa retorica difensiva, abbiamo il compito di diffondere le voci dei palestinesi; poiché dove la loro poesia vivrà i palestinesi resisteranno…Prendi queste pagine, tu che puoi: sfoglierai l’anima del mondo in frantumi. Prendila, ma con dolcezza, perché tra le tue braccia ti sorriderà. “
“Prepareremo universi di poesia
O fiore di melograno
Vieni che sistemiamo insieme l’alfabeto degli universi.”
Ho pensato quindi, in queste pagine che vogliono consegnare una testimonianza poetica in tempo di guerra, di “sistemare” con i miei lettori l’alfabeto degli universi citato in questi versi attraverso le parole di alcuni dei poeti di questa antologia. Essi sapranno meglio di me mettersi in contatto con le anime e i cuori di chi leggerà le loro parole.
Da “Un attimo prima della morte” di Dareen Tatour (1982)
Rimarrò qui
E cavalcherò il frastuono dei venti tempestosi
Che non si piegano ai tiranni
Rimarrò
Perché i sentieri qui nella mia patria
Scorrono con una sofferenza simile alla mia
E malgrado il sangue versato
Mi restituiscono la sensazione della vita
……..
Perché scrivere in guerra è una morte rapida
In essa c’è vittoria e c’è suicidio
E c’è salvezza.
Heba Abu Nada ( 1991-2023) muore il 20ottobre 2023, uccisa da un bombardamento israeliano.
8/10/2023
La notte della città è buia, tranne che per il bagliore dei razzi,
silenziosa tranne che per il suono dei bombardamenti,
spaventosa tranne che per la serenità della preghiera,
nera tranne che per la luce dei martiri.
Buonanotte, Gaza
15/10/2023
Il suono che sentiamo è il suono della morte che ci ha
Superato per scegliere altri
Siamo ancora vivi e sentiamo il suono della morte di altri che
Conosciamo, diciamo:
Grazie a Dio, l’ultimo suono che hanno udito non è stato
Il suono del razzo.
Chi sente il suono del razzo sopravvive.
Siamo ancora vivi fino a nuovo avviso.
Vorrei concludere queste pagine che risultano essere essenzialmente la testimonianza diretta di poeti di Gaza sulla loro esperienza di vita e di morte ,con i versi di un poeta insegnante di Letteratura Inglese all’Università di Gaza, ucciso il 6 dicembre 2023 da un raid dell’esercito israeliano. Li ho scelti perche’ a mio avviso ci possono consegnare il più profondo dei messaggi di pace: nelle parole , nelle storie, nei racconti anche la morte può diventare testimonianza e insegnare la vita.
Refaat Alareer (1079-2023)
“Se devo morire”
Se devo morire
tu devi vivere
per raccontare la mia storia,
per vendere le mie cose,
per comprare un pezzo di stoffa
e qualche filo
(fallo bianco, con una lunga coda),
così che un bambino, da qualche parte a Gaza,
fissando il cielo negli occhi,
aspettando suo padre che è partito tra le fiamme-
senza dire addio a nessuno,
neanche alla sua carne,
neanche a sé stesso-
veda l’aquilone, il mio aquilone che hai fatto tu, volare alto
e pensi, per un momento, che lassù ci sia un angelo
che riporta l’amore.
Se devo morire,
che porti speranza,
che sia una storia.
IL LORO GRIDO E’ LA MIA VOCE
POESIE DA GAZA
Fazi Editore 2025



