
Writers in cerca di spazi (autorizzati)
5 Luglio 2012Pro euro: ragioni terra terra
9 Luglio 2012Fine anno scolastico, tempo di voti e di sentenze. Come ogni anno, avendo due figli studenti, inevitabilmente fruisco di una piccola finestra aperta sugli esiti in due licei cittadini. E come ogni anno assisto, perplesso, ad un florilegio di materie a settembre (anzi oggi si parla, con piccola ipocrisia, di giudizio sospeso…). Leggendo i giornali sembra che si sia più o meno in media rispetto agli anni passati anche se, dal mio parzialissimo punto di osservazione, mi sembra che bocciati e rimandati abbondino più che ai miei tempi. Ma questo è un dettaglio dal quale peraltro si può anche trarre la considerazione positiva che la scuola sia rimasta impegnativa.
M colpisce però riscontrare assai sovente tra i ragazzi un atteggiamento di serena accettazione, di fatalista rassegnazione quasi che l’essere rimandato a settembre sia un evento assolutamente normale e fisiologico. Ma benedetto ragazzo – mi verrebbe da dirgli – è così velleitario pensare che il tuo lavoro sia andare a scuola e il tuo dovere sia, perlomeno, quello di “sfangarla”? Non senti, al di là della scocciatura di dover studiare lungo l’estate, una ferita al tuo amor proprio? Non hai la percezione della vita complicatissima che ti si prospetta, una volta finiti gli studi? Questo ti dovrebbe spingere anzi a studiare molto di più dei tuoi padri e madri, perché eccellere è oggi molto più necessario che un tempo.
Si assiste in effetti ad un paradosso: proprio questa generazione, cui si presenta di gran lunga un cammino assai più ricco di traversie di quelle che l’hanno preceduta, sembra incapace (fatte salve, ovviamente, le doverose eccezioni) anche solo dell’esercizio di assunzione di responsabilità.
Di recente, il Ministro della Pubblica Istruzione Profumo se n’è uscito con una serie di proposte con l’asserito obiettivo di premiare il merito. Come purtroppo prevedibile, è stato oggetto di innumerevoli critiche. Alcune proposte erano oggettivamente bizzarre, in effetti. Tuttavia, dare rilevanza valoriale al merito, riconoscere e premiare la tensione all’eccellenza o anche solo lo sforzo di uscire dalla mediocrità sono principi tutt’altro che sbagliati. Al contrario si è subito prodotto un fuoco di fila, da sinistra, assolutamenteideologico. Rimando per esempio ad un intervento di Asor Rosa su Repubblica del 5/6 (http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2012/06/05/che-condanna-essere-stato-il-pri
mo-della.html), davvero sconcertante, dove in pratica l’autore dice che il primo della classe è una figura odiosa. Come un riflesso pavloviano, viene riproposta la trita obiezione che ben altra priorità ha il contrasto alla dispersione scolastica(come se le due cose fossero necessariamente alternative..).
Troppo comodo sbandierare la “meritocrazia” solo quando si tratta di mettere alla berlina (giustamente, beninteso) le carriere politiche delle veline care a Berlusconi. Al contrario, la valorizzazione del merito e la capacità di farsi carico di doveri e di obiettivi personali sono attitudini di cui il nostro Paese ha assai bisogno.



