
Aspiranti tirannicidi
29 Aprile 2016SOLO ADESSO IL GIOCO IN EUROPA SI FA DURO. E DA DURI C’E’ DA COMINCIARE A GIOCARE DAVVERO
1 Maggio 2016Il 9 maggio anche quest’anno l’Europa compie gli anni.
Non ne voglio ricordare l’età anche se andrebbe fatto se non altro per sottolineare quanta strada è stata fatta fino ad oggi, a dispetto degli innumerevoli euroscettici.
Vorrei, invece, ricordare e descrivere brevemente, in questi giorni di festeggiamento del suo compleanno, i tratti dei Padri Fondatori dell’Unione Europea che conosciamo oggi.
In fin dei conti se lo meritano: è proprio grazie all’operato di questo gruppo di personaggi diversi che l’Europa ha potuto vivere nella stabilità, superando le tante differenze e diffidenze prima esistenti.
La squadra, una vera nazionale Europea, ha visto protagonisti 11 politici e, se il calcio da sempre accomuna la passione sportiva di tanti europei, magari si potrebbe pensare che questo numero non sia casuale, ma è ovviamente solo uno scherzo.
La metafora è, però, divertente e, quindi, inizierei dal portiere:
Konrad Adenauer, democratico dal carattere molto pragmatico e convinto unificatore che in un sondaggio del 2003, i tedeschi hanno votato come il più grande tedesco di tutti i tempi, e in tutta Europa gli è stato riconosciuto il ruolo di primo piano nel processo di integrazione europea.
Una squadra che si rispetti, alcuni insegnano, deve avere una buona difesa, ecco quindi:
Joseph Bech, politico lussemburghese, alla guida come Primo Ministro di un piccolo Stato che ha giocato però un ruolo chiave nel processo di unificazione dell’Europa.
Insieme a lui silenzioso nelle retrovie, ma determinate come spesso lo sono coloro che lavorano senza protagonismi, Johan Willem Beyen, è a lui che si deve la preparazione del primo piano per il mercato comune.
Al centro di questa difesa, non si possono non citare naturalmente due figure di primo piano della squadra Europea, pardon, scena Europea, Winston Churchill e Alcide De Gasperi.
In poche righe è difficile tratteggiare e celebrare due politici di così alto livello, mi limiterò a ricordare che, mentre il primo è colui che ha coniato l’idea di Stati Uniti d’Europa, il secondo svolse, fin dai primi passi verso l’integrazione europea, il ruolo di grande mediatore tra Germania e Francia, che erano state divise da quasi un secolo di guerre.
Walter Hallstein (tedesco di Magonza), diplomatico nonché primo Presidente della Commissione UE tra il 1958 e il 1967, insieme a Sicco Mansholt, politico olandese a cui si deve la progettazione della politica agricola comune e Paul-Henri Spaak, lo “statista Europeo”, “il visionario”, che alla Conferenza di Messina del 1955 i sei governi partecipanti chiamarono a presiedere il comitato di lavoro che preparò la firma dei Trattati di Roma del 1957, hanno costituito il miglior centrocampo della politica Europea, in grado di creare le migliori premesse per realizzare l’Unione.
Ed eccoci ai realizzatori, tre autentici fuoriclasse della politica: Robert Schumann, Jean Monnet e Altiero Spinelli.
Al primo si deve la Dichiarazione del 9 maggio che porta il suo nome e che mise le basi per l’istituzione della futura Ceca.
Il secondo, instancabile europeista, ha giocato un ruolo decisivo nell’elaborazione della Dichiarazione Schumann.
Il terzo, rappresenta il sogno Europeo e mettendo in pratica il Suo Manifesto, l’Europa farebbe goal perché la sfida dei prossimi 100 anni che auguro all’Europa, è una vera Costituzione Europea, unita alla formazione di una federazione europea sovranazionale di Stati proprio come quella ideata da Spinelli.



