
Gattopardi d’Italia
24 Novembre 2016QUALE RAGIONE PER UN SI O PER UN NO: LA PAROLA AI COLLABORATORI DI LUMINOSI GIORNI
28 Novembre 2016Il Direttore mi chiede una dichiarazione di voto scegliendo una unica motivazione “prevalente”. Impresa improba perché gli argomenti per votare SI, fortissimamente SI, sono innumerevoli. Alla fine ho scelto: la ragione prevalente è il peso che questo voto avrebbe come segnale di rottura con un andazzo pluridecennale di paludosa conservazione e di finto riformismo.
Cerco di spiegarmi: ho molto discusso in questi giorni perorando la causa del SI. Una delle argomentazioni che più mi sembravano convincenti era quella che la Legge Boschi fa chiarezza in tema di materie concorrenti, disastroso retaggio della riforma del Titolo V del 2001 che ha provocato una marea di appelli alla Corte Costituzionale per dirimere il conflitto Stato/Regione (il 40% del totale, contro il 5% ante riforma). Ma mi rendevo conto con orrore che, per alcuni, il tema non aveva alcuna presa. Il retropensiero dei miei interlocutori era proprio “beh, meglio avere un terzo parere, no?” senza alcuna preoccupazione circa le (ovvie) implicazioni negative. E allora ho capito: il contenzioso istituzionale, due Camere totalmente replicanti una con l’altra, il triplo grado di giudizio nel campo della Giustizia, l’abuso di ricorsi al TAR, le mille regole spesso assurde che infestano la nostra vita, sono tutte infrastrutture che esistono non per caso. Sono tutte funzionali a ripartire le responsabilità tra molti soggetti anche al prezzo di una paralizzante inefficienza. Ed è modus operandi assolutamente interiorizzato da moltissimi concittadini (mi auguro non la maggioranza di questi).
Per di più, l’Italia è un Paese terribilmente conservatore, instancabile nel blaterare di un fantomatico nuovo purché si resti alla dichiarazione di intenti. L’homo italicus è diffidente e geloso delle sue rassicuranti consuetudini. Per cui qualsiasi novità è vista come minaccia, anche se totalmente fuori contesto (“ma non è che con questa storia che cambiano la Costituzione poi mi toccano la pensione?…”). Insomma, nel dubbio meglio sopire, troncare, padre molto reverendo, troncare, sopire… e meglio tenerci i trecento senatori e naturalmente dal giorno dopo riprendere a lamentarsi dei costi della politica.
La vittoria del SI avrebbe un significato straordinariamente positivo di rottura con il passato. Significherebbe che c’è una maggioranza di cittadini che crede di poter costruire un Paese dinamico, aperto, coraggioso, capace di cambiare in meglio. Voto SI per i miei figli, per il loro futuro.
E anche perché, in caso di vittoria del SI, vorrei vedere la faccia dei vari Travaglio, Salvini, Brunetta, Di Battista, Freccero. Ed anche quella dei molti pasdaran del NO che continuano a vomitare stronzate su Facebook.. Come diceva una riuscita pubblicità, “certe cose non hanno prezzo, per tutto il resto c’è Mastercard”


