RENZI A VENEZIA: dare una voce alla speranza di cambiare
22 Ottobre 2013Il disagio del “renzismo” montante
28 Ottobre 2013Una città complessa, una città a più teste, un territorio polivalente, già di per sé porta ad un’articolazione di poteri che governano la complessità.
Sono poteri istituzionali innanzitutto; a cascata Regione, Provincia e Comune con le loro radicate articolazioni territoriali, i loro enti di primo e secondo grado; le aziende pubbliche e quelle partecipate; la polimorfa struttura dei partiti e delle associazioni che ad essi fanno riferimento, che nella grande crisi di rappresentanza e di partecipazione democratica dei giorni nostri, riescono comunque ad occupare i centri di quel potere che non sempre si esprime al livello che necessiterebbe, ma che sconta la pochezza delle idee e la miseria umana dell’occupazione “delle poltrone”.
Quelli che sono i bracci armati ed operativi del Governo Nazionale soprattutto Magistrato alle Acque e Autorità Portuale.
Senza dimenticare le due Università che con la dislocazione delle sedi e le politiche dell’accoglienza studentesca, benvenuta e da incoraggiare, determinano la qualità della vita di interi quartieri e luoghi delle Città (a Venezia si pensi a tutta l’area di Dorsoduro, a Mestre si pensi a tutta l’area di Via Torino).
Quelli che sono espressione di concessioni governative in regime di monopolio, il Consorzio Venezia Nuova con le sue aziende e i suoi gangli territoriali che non brillano certo per trasparenza.
Quelli che sono espressione di un’imprenditoria finanziaria sorretta dalla politica regionale: la SAVE che condiziona pesantemente lo sviluppo territoriale della terraferma assoggettandolo alle sue mire e ai suoi obiettivi.
Ma poi potrei citare le associazioni di categoria (Commercianti ed Artigiani) e i sindacati, ambedue in seria difficoltà di fronte alla crisi e alle storture del mercato, incapaci di vedere il futuro e di preparare strategie di sviluppo e di integrazione delle varie espressione del lavoro.
In una realtà come la nostra che è invasa, persino devastata, dal fenomeno di un turismo ingovernato e largamente “straccione” come non citare quei poteri microcosmici ma pur sempre determinanti nelle scelte della politica cittadina, incapace di affrontare e di decidere, disposta sempre e comunque al compromesso purchè sia al ribasso: i “botegheri”, che trova la miglior espressione fra gli albergatori e i ristoratori senza dimenticare tutti quei “banchetti” delle patacche e del peggior finto artigianato che viene prodotto in Estremo Oriente ; i taxisti, i trasportatori e ultimi ma non ultimi i gondolieri sono anch’essi parte di questa variegata forma di espressione di “poteri”.
La domanda è: chi governa questi poteri? chi governa con questi poteri?
Sono sotto gli occhi di tutti le questioni degli assetti territoriali; le questioni della salvaguardia ambientale; le questioni della portualità portata alle estreme conseguenze dall’impatto del traffico passeggeri veicolato dalle Grandi Navi; le questioni della mobilità urbana; le questioni del traffico acqueo in Canal Grande (su questo rinvio ad un mio precedente articolo sempre qui su LG); tutti messe in discussione in vario modo dai conflitti con questi poteri.
E la cittadinanza che fa? Assiste, brontola, qualche volta protesta, qualche volta si mobilita. Sempre troppo poco per determinare le scelte che vengono sempre delegate, attraverso le procedure democratiche delle elezioni locali, ad una classe politica non all’altezza dei compiti e delle sfide.
Altrimenti non saremmo qui a parlarne e a prendere atto che il vero governo della Città è esercitato dai Poteri (forti ma anche no).