Identità veneta
21 Dicembre 2016Un Mattarellum… in testa
21 Dicembre 2016Come dice il ns Direttore sarebbe il caso di far decantare le cose dopo questa “ubriacatura da referendum”.
Ma come si fa? Oggettivamente la situazione non è destinata a tranquillizzarsi e i temi sul tappeto si addensano sempre più, per la semplice ragione che molti nodi non sono stati sciolti.
La vittoria netta e inequivocabile del NO ne ha paradossalmente generati altri. Che la Politica dovrebbe provare a sciogliere.
La Legge Elettorale, il nuovo Governo Gentiloni e la sua mission, la situazione all’interno del partito di maggioranza, quella del M5S, la competizione dentro il Centro-Destra.
Per non trascurare lo scenario economico, forse l’unico senza tangibili segni di modificazione da alcuni mesi in qua, ma pur sempre in una situazione “emergenziale”.
La Legge Elettorale, tutti la cercano nessuno se la piglia perché è davvero paradossale l’atteggiamento dei vincitori del fronte del NO. L’Italicum se lo schifavano assieme alla modifica costituzionale e adesso (quasi) tutti lì a chiedere le elezioni al più presto, ma le proposte per modificare il quadro legislativo sono le più disparate e le più antitetiche. Anche se a sentirglielo dire in campagna elettorale “una riforma si può fare in 6 (sei) mesi” ti verrebbe da replicare: adesso fatela, subito!
Si va dall’Italicum come la Consulta lo modificherà, passando per il proporzionale (coerente approdo per i conservatori della Costituzione 1948), per arrivare alla revisione del Mattarellum.
Resuscitato da un Renzi ammorbidito nei toni, ma molto fermo nelle scelte future. Anche qui con il paradosso di chi vuole intestarselo dopo averlo affossato nei lavori parlamentari (Speranza). Prendendosi un bel “faccia di bronzo” – in verità molto più coloritamente “faccia come il c….” (cfr. Giachetti).
Il Governo Gentiloni che molti commentatori politici vorrebbero “senza fine”, così da poter sparare a palle incatenate per almeno un anno e mezzo ancora. E invece che dovrebbe, per ammissione esplicita di chi lo sostiene in Palamento, definirsi “di scopo” con la missione dichiarata di gestire le scadenze imminenti e inderogabili, soprattutto quelle internazionali, e andare alle elezioni appena quella Legge Elettorale di cui sopra sia definitivamente approvata e armonizzata per i due rami del Parlamento.
E sì perché il Senato e non solo, ce l’abbiamo ancora.
Il PD di Renzi che molti, troppi volevano (speravano) morto e sepolto, e così ancor più indebolito dopo la batosta referendaria. Che invece torna in campo – ma nessuno intellettualmente onesto avrebbe potuto dubitarne – su un campo ancora più largo di prima.
Con una proposta politica e organizzativa che spiazza i piagnistei del “ci vuole sbattere fuori” e che li mette di fronte alle responsabilità di un’attività politica trasparente, ma soprattutto coerente, nelle scelte e nelle decisioni.
Renzi vuole riprendere il cammino del cambiamento e del rinnovamento di questo Paese che è troppo chiuso in sé stesso e che non è capace di guardare oltre il contingente.
E lo vuol fare cambiando (finalmente) approccio e metodo. Rendendo più collettivo il lavoro e più aperta la discussione. Staremo a vedere.
Il M5S si è incartato in sé stesso pagando il prezzo dell’incompetenza, del pressapochismo, dell’arroganza, del populismo portato alle estreme conseguenze.
La vicenda romana ha messo in luce drammaticamente tutti questi aspetti che peraltro, ancora oggi, una gran parte di cittadini stenta a riconoscere o mette in secondo piano sperando che la catarsi che il M5S dovrebbe generare con il suo metodo possa indurre nella politica italiana quel cambiamento tanto invocato quanto poco praticato.
Ma è una scorciatoia che rischia di portare il Paese ad imboccare le strade della destra-destra. Come si è visto in altre situazioni analoghe in Europa, e non solo.
Perché poi in tutto questo il CentroDestra è nella confusione più totale, senza una guida e senza un progetto politico prima ancora che condiviso dalle sue diverse anime, almeno discusso e reso esplicito.
Mesi difficili, resi ancora più difficili da una situazione economica che è ancora in stallo e che è la genitrice di molte delle tensioni che serpeggiano nella società italiana e che in larga parte hanno determinato l’esito referendario.
Grande confusione sotto il cielo (la situazione quindi è eccellente. Cfr. Mao Tze-tung)