Stand back, stand by
2 Ottobre 2020CONO DI LUCE Solitudini del Middwest con Kent Haruf
4 Ottobre 2020A cura di FRANCO BACCIOLO. “I grandi impianti sportivi a Venezia servono come il pane e occorre agevolare ogni iniziativa che voglia veramente portare alla realizzazione di stadio e palasport”.
Questo il primo impatto in una lunga conversazione con l’Avvocato Giorgio Chinellato, una autentica autorità nello sport, inteso come cultura e manifestazione sociale di primo livello, oltre che depositario di numerosissimi incarichi di carattere civico (vedi sintesi curriculum a pie’ di pagina).
“E’ veramente una vergogna che Venezia non abbia potuto ospitare né rappresentarsi a massimi livelli sportivi a causa di impianti di ogni tipo non omologabili a tali levature. Unico capoluogo di regione privo di stadio adeguato, ma non solo. E’ bene non dimenticare che la Reyer, che negli ultimi anni sta mietendo titoli sia maschili che femminili nel basket, sta giocando in un palasport, il Taliercio, tenuto aperto solo grazie a continue deroghe e assolutamente non in grado di ospitare la grande quantità di sportivi interessati al basket con l’impossibilità di partecipare al massimo campionato europeo (Eurolega) a causa della minima capienza del suo impianto.
Ma anche il Calcio Venezia gioca allo Stadio Penzo di Sant’Elena grazie ad altrettante deroghe. La storia di tali due impianti è stranota e le vicende che riguardano la loro possibile sostituzione (mai avvenuta anche se si è parlato per decenni) può riempire decine di libri di storia cittadina.
Parliamo di calcio e basket, ma si potrebbero aggiungere lo stadio per il nuoto da 50 metri e la pallanuoto (la Mestrina Pallanuoto deve giocare in altre città in quanto non esiste una piscina da 33 metri), un impianto coperto per tennis, il volley, la pallamano, il calcio a 5, il pattinaggio, ecc. Tutto è sacrificato in impianti che sembrano di fortuna e in presenza di errori madornali di progettazione che non hanno tenuto conto di misure e regole fondamentali”.
Stato e istituzioni non possono spendere nulla per grandi impianti sportivi. Giocoforza devono intervenire i privati, come la cosidetta Legge per gli Stadi di recente istituzione docet.
“Infatti, anche se l’esperienza pur strettamente locale insegna, i grandi eventi portano indotti economici e occupazionali importanti. Basta vedere quale volàno è da questo punto di vista la VeniceMarathon. Intervieni nello sport e guadagni anche nel sociale costruendo un filo diretto e indiretto con l’economia”.
Ma, se mancano le grandi strutture, di chi la colpa?
“Principalmente dei tanti signori-no, annidati particolarmente nella politica che spesso, per ragioni di leadership, hanno fatto opposizione contro l’innovazione e contro gli stessi interessi dei cittadini. Ma non vorrei trascurare anche i dirigenti sportivi che non hanno saputo imporsi e far fronte compatto contro l’incomprensibile ostracismo dei vari negazionisti succedutisi”.
Adesso però qualcosa sembra finalmente muoversi. Sulla spinta degli Americani proprietari del Calcio Venezia alcuni imprenditori locali hanno costituito una società per la realizzazione dello stadio a Tessera. Passo fondamentale per la creazione di fondi, chiamomoli di solidarietà economica, a fianco degli Americani stessi che da soli non ce la farebbero.
Per il Palasport il patron della Reyer, nonché sindaco Luigi Brugnaro, ha proposto la creazione a spese della Reyer stessa di un grande impianto da oltre diecimila posti nell’attuale barena dei Pili all’inizio del Ponte della Libertà, terreno di proprietà di Porte di Venezia della Holding Umana. Il progetto di fattibilità è già stato approvato dal Consiglio Comunale.“Ma intanto, è ricomparsa una pletora di signori-no. E se per lo stadio ci si sono messe di mezzo le Ferrovie dello Stato modificando il tracciato della bretella di congiunzione con l’Aeroporto Marco Polo ed eliminando la prevista e fondamentale (per viabilità e facilità di accesso) fermata dello stadio, per il palasport ne sono saltate fuori di tutti i colori: va bene fare il palasport, ma non lì. La cui conseguenza sarebbe la moltiplicazione dei costi dovendo comprare i terreni quando i terreni ai Pili sono già di proprietà. Invece ritengo che la soluzione Pili abbia molte valenze positive anche al di là dei costi. Ai Pili ci sono almeno 6 vie alternative di uscita viaria, il posto consentirebbe l’effettuazione immediata di una bonifica ambientale indispensabile, si creerebbe un decoro mai stato proprio nel punto di accesso alla città storica. Invece un trasferimento del Palasport a fianco del nuovo stadio creerebbe spesso anche quasi contenporaneo ingorgo di eventi e sovraffollamento di gente e di traffico nel medesimo luogo”.
E gli altri sport e le loro rappresentazioni di vertice?
“Ritornando al discorso turistico-economico i grandi eventi porterebbero anche grandi interessi internazionali con afflusso di turisti oggi molto sperati. Lo stadio per il calcio potrebbe ospitare anche grandi incontri internazionali di Rugby, ad esempio. Il Palasport potrebbe ospitare anche incontri di tennis mondiale, grandi meeting di ginnastica, incontri di Volley di élite, ecc.”.
Alla fine i privati sarebbero da concupire.
“Altro che. Ben vengano quegli imprenditori locali disponibili ad affiancarsi agli Americani per lo stadio. Sarebbe finalmente tempo che l’imprenditoria fosse veramente partecipe di iniziative sociali come questa, quando finora si è visto ben poco o nulla di tangibile su tale fronte. Per i Pili occorre pensare che non si può perdere tale occasione così come fu fatto, a suo tempo, per la torre di Pierre Cardin. Ostacolare è darsi la zappa sui piedi”.
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Chi è Giorgio Chinellato Avvocato civilista, dal 2005 al 2010 Consigliere Comunale di Venezia e presidente Commissione Attività Produttive e Lavoro, già presidente del Panathlon Club di Mestre e già presidente del Basket Femminile Reyer Venezia, e vicepresidente dell’intera Reyer. Dal 2016 Governatore Area 1 (Veneto/Trentino Alto Adige) del Panathlon International. Dal 2009 Vicepresidente della Federazione Italiana Cronometristi.