
L’internazionale nera e le bombe
26 Giugno 2025
Sì Bezos, no Bezos: il cantiere dell’inconcludenza a Venezia
28 Giugno 2025L’ intervento di ALFREDO AIELLO apparso sul Gazzettino del 26 giugno, lo troviamo come Redazione di LG acuto e interessante. Parla di una condizione del far politica molto ricorrente. E tutta la metafora è molto attuale e da valutare con attenzione. E preoccupazione.
Partiamo da un’immagine antica della laguna: la nassa. È una rete da pesca di forma conica. Un lungo tubo. Il pesce vi si introduce attratto da un varco facile, ma una volta dentro non troverà più l’uscita. È una trappola silenziosa, perfetta. Basta attendere, Cosa accade se in politica, se si ricorre alla tecnica della nassa? Il leader situazionale “a nassa” adatta il proprio stile non per coinvolgere davvero, ma per fare arrivare i “pesci” —elettori, iscritti, candidati— dove ha già deciso. Si fa vedere aperto, ma rimanda. Lascia parlare, ma evita un dibattito autentico. Non respinge nessuno, non dice mai apertamente ‘no’. I mesi passano. Si parla molto, in cerchio, nei soliti gruppi ristretti. Tutto resta sospeso, indefinito. E intanto si fa scientemente scorrere il tempo. Poi, quando le scadenze sono vicine e i giochi sembrano ancora aperti, si scopre che l’unica via rimasta ha una sola opzione, proposta a tempo scaduto. Chi è entrato nella nassa pensando di contare, scopre troppo tardi di essere stato solo una comparsa nel copione altrui. Questo modo di dirigere non è leadership: è controllo. Non è guida: è contenimento. Ma il danno è ancora più profondo. Questa modalità opaca e autoreferenziale produce disaffezione, fuga, silenzio. Le persone si allontanano, smettono di partecipare, e il risultato è che la politica – svuotata di energie e di legittimità – diventa sempre più irrilevante. E al suo posto avanzano i potentati economici, gli interessi organizzati, i portatori di rendita. La comunità, quella vera, viene dissolta: ai rapporti di senso si sostituiscono i rapporti di forza. Per andar fuori dalla nassa servono trasparenza, reti di fiducia e partecipazione vera. Il centro sinistra ha poco tempo, prima che la trappola già predisposta si richiuda di nuovo.



