Per una lettura laica dell’enciclica “Fratelli tutti”
21 Dicembre 2020Tutela, conservazione e buon senso
27 Dicembre 2020di ALESSIO MANNINO Ben venga che l’opposizione in Veneto solidarizzi con quei giornalisti e testate (Tgr Veneto, Oggitreviso, un po’ a sorpresa L’Arena) minacciate di querele ed esposti dalle aziende ospedaliere, cioè di fatto dalla Regione, cioè politicamente dall’amministrazione Zaia, per aver osato l’inosabile, ovvero fare il proprio lavoro e firmare denunce su punti oscuri della eccellentissima sanità nostrana nella seconda ondata da Covid . Che eccellente, rispetto ad altre realtà, lo è, ma non in misura tale da risultare immune dalla libertà di stampa. Il cui significato è uno: raccontare ciò che autorità e addetti alla comunicazione non vogliono che si sappia. Riportare testimonianze su strutture sotto stress per sovraccarico di ricoverati non è procurato allarme, se la fonte è reale. E’ fare informazione. Zaia ha giustificato l’isteria che ha preso i direttori delle Ulss in quanto le fonti sarebbero anonime. Per forza, anonime: come si può pretendere che un dipendente, un medico o un infermiere, si sobbarchi il rischio di subire ripercussioni sul lavoro? Un giornalista però ha il dovere, proprio deontologicamente il dovere di trasmettere ai lettori o spettatori quanto apprende venendo a conoscenza di un fatto socialmente rilevante.
(Auto)censura
E’ l’abc del mestiere. Quel che non torna, semmai, è che sul meridiano dello Zaiastan se ne pratichi troppo poco, di giornalismo di denuncia, o anche solo di critica. L’apparato di controllo messo in piedi dalla centrale informativa governatoriale si è abituata negli anni a vedere i media locali cantare in coro, con qualche isolata stecca una tantum, toccando lo zenit di allineamento collettivo con le conferenze stampa in cui Zaia fa il mattatore, mai contraddetto, mai messo in difficoltà neanche di striscio. Il blindatissimo doge (che sta per duce, in veneziano) non gradisce interloquire con penne e mezzibusti sgraditi, come prova il fatto che non lo abbiate mai letto o visto protagonista di interviste o confronti che non siano con sottofondo di violino o musica lounge. Dal punto di vista giornalistico, lo diciamo prima di tutto da cittadini, il conformismo che stende la sua coltre censoria sul Veneto è un’oscenità da Propaganda Ministerium. PROSEGUI LA LETTURA dal Giornale del Veneto https://ilgiornaledelveneto.it/liberta-di-stampa-non-frega-niente-a-nessuno/