Italicum pronto all’uso
5 Marzo 2017Minaccia islamica? Almeno che serva. Come nuova sfida per il capitalismo occidentale.
13 Marzo 2017Riprendo un mio recente articolo, che tante polemiche ha sollevato, per concludere il discorso sulla battaglia di Lissa. Per fortuna esistono i documenti, spesso decisivi nel cercare di capire la realtà dei fatti. Offro questi in visione per spiegare le mie opinioni circa la celebre battaglia sulla quale, purtroppo, circolano un’infinità di miti e leggende…
La parola tedesca per “timoniere” è steuermann: così vengono definiti, a bordo della pirofregata corazzata austriaca Ferdinand Max, il timoniere di prima classe Kerkovich al quale Von Sterneck, in quanto comandante della nave, ordina di speronare la pirofregata corazzata italiana Re d’Italia, comandante Faà di Bruno, e quello di seconda classe Franz Seemann ( cfr. Die Operationen der Österreichissches Marine Während des Krieges 1866 und die Seeschlacht bei Lissa, Wien 1866, p. 27). Non c’è nessun Vincenzo Vianello a bordo della Ferdinand Max, ma troviamo al suo posto Kerkovich e Seeman, in quanto marinai. Von Sterneck, comandante della nave, impartisce gli ordini.
Von Tegetthoff, comandante della flotta, non ordina di speronare, né nessun’altra manovra, né al mitico “Nane” Vianello e neppure a Kerkovich. Oltretutto non parla in veneto, ma, come tutti gli ufficiali a bordo si esprime nella lingua ufficiale della Marina dal 1848 e cioè il tedesco (cfr. A.E. Sokol, The Imperial and Royal Austro-Hungarian Navy, Annapolis, Maryland,United States Naval Institute, 1968, L. Sondhaus, The Habsburg Empire and the Sea. Austrian Naval Policy, 1797- 1866, West Lafayette, Indiana, Purdue University Press, 1989, C.Reichl-Ham Le origini della Marina Austriaca, www.marina.difesa.it/conosciamoci/editoria/bollettino/Documents/…/04_reichl.pdf).
Un Vincenzo Vianello, ferito e decorato, timoniere di seconda classe, c’è a Lissa: si trova a bordo della Kaiser, nave della seconda divisione comandante Von Petz. La Kaiser è la nave austriaca che subisce i maggiori danni a Lissa ed ha il più alto numero di caduti e feriti. La notizia così diffusa e ripetuta, anche in pubblicazioni e interventi recenti, sia lui il timoniere e/o in comune e/o alternativa con Tommaso Penso detto “Ociai”, della Ferdinand Max, pertanto, è del tutto falsa.
Altro argomento, gli evviva lanciati dai marinai austriaci. Ci sono stati. Non al momento dello speronamento della Re d’Italia, bensì al rientro in porto. Sono per la notizia della nomina di Von Tegetthoff a vice ammiraglio. Nessun “W S.Marco!”, né prima, né dopo la battaglia. ( cfr. tra gli altri Die Operationen der Österreichissches Marine Während des Krieges 1866 und die Seeschlacht bei Lissa, Wien 1866, p. 30). La notizia relativa al “W S.Marco!” con lancio di cappelli a bordo della Ferdinand Max all’affondamento della Re d’Italia, pertanto, è del tutto falsa.
“Behind wodden walls beat hearts on iron” (cfr. Letter from Tegettoff to baroness Emma Lutteroth, wife of prussian consul Triest, Fasana, nd., June 1867), da tradursi “Dietro a muri di legno battono cuori d’acciaio”, sono parole di Von Tegetthoff. Sono state scritte dal comandante della flotta austriaca, in tedesco ben s’intende, nella lettera da lui indirizzata alla baronessa Von Lutteroth a Trieste dall’ancoraggio di Fasana, vicino a Pola, prima di salpare. Si riferisce, quindi, a una considerazione relativa ai propri equipaggi e non a un confronto con quelli nemici. Anche la notizia “cuori d’acciaio su scafi di legno hanno battuto cuori di legno su scafi d’acciaio” e ogni sua variante, pertanto, è del tutto falsa.
L’importanza della battaglia, infine. A Lissa cadono 33 austriaci, i feriti sono 124 in totale, e 740 italiani, equipaggi della Re d’Italia e della Palestro, navi affondate, per lo più. Due sole le navi perdute dagli italiani, solo danni a bordo di quelle austriache. Lissa non viene occupata dagli italiani, come invece previsto, ma la flotta italiana resta intatta e pienamente operativa. I danni riportati dalle unità rientrate ad Ancona sono modesti, a differenza di quelli subiti dalla navi austriache. Von Tegetthoff, infatti, con disappunto della Corte e dell’Alto Comando a Vienna non intraprende alcun’altra attività navale dopo la vittoria. Non sfrutta, cioè, il successo. Perché? In realtà non può. Difficile, quindi, parlare di “catastrofe”, anche perché l’esito della, per altro modesta, battaglia si rivelerà ininfluente sul piano strategico. L’armistizio di Cormòns vede l’armata di Cialdini …a Cormòns, appunto, cioè in Friuli. Garibaldi e Medici sono fermati alle porte di Trento, che non possono occupare per via dell’armistizio da cui il celebre “Obbedisco”. Il Veneto viene ceduto dall’Austria alla Francia, e da questa girato all’Italia, perché l’Austria non riconosce ancora il Regno d’Italia, ma si tratta di cavilli diplomatici. Di fatto, se fosse valsa la regola dell’uti possidetis, cioè ognuno si tiene il territorio che ha conquistato con le armi, anche il Trentino sarebbe a stretto rigore dovuto diventare italiano.
Infine la questione della composizione degli equipaggi austriaci. Assodato che la stragrande maggioranza, per non dire tutti a parte qualche rara eccezione, dei comandanti fossero di palese origine germanica, resta valido l’osservazione fatta da L. Sondhaus, The Habsburg Empire and the Sea. Austrian Naval Policy, 1797- 1866, West Lafayette, Indiana, Purdue University Press, 1989, p. 4 che riporto integralmente nel testo inglese:
“At Lissa, roughly half of Tegetthoff’s eight thousand sailors were non-venetian italians from Triest, Istria, Rjieka and Dalmatia, another third were croatians, several hundreds (mostly machinists and gunners) were german austrians or czechs, and only six hundred were venetians.”
Sono costretto a ricordare che Trieste, Gorizia, l’Istria interna e costiera da Fianona a Fiume, Fiume città e dintorni, Segna, la costa fin quasi a Zara, la costa dalmata da Makaraska a Ragusa (Dubrovnik) e da qui al limite delle Bocche di Cattaro, che rappresentava una piccola enclave, non sono mai state veneziane. E se sono appartenute alla repubblica Serenissima è stato solo per piccola frazione di tempo. Come Trieste e Fiume, per esempio. Quindi, se è pur vero che la popolazione locale si esprimeva per lo più in veneto/italiano è per via della comune origine latina non perché ex sudditi veneziani. Pertanto, anche se imbarcati sulle navi della Österreichissches Kriegsmarine non avevano la minima ragione di gridare “W S.Marco!” o di considerarsi eredi della tradizione marinara della Serenissima. Infatti, non fecero nulla di quanto viene loro ascritto dai cattivi storici.
Conclusione: a Lissa la Regia Marina Italiana fu senz’altro sconfitta, ma dalla Österreichissches Kriegsmarine in una battaglia di dimensioni modeste e dalle conseguenze strategiche nulle.
I documenti:
Fonti primarie
1- Österreichissches Staatarchiv, Kriegsarchiv, Kriegsmarine, Marine Zentral Archiv,
fondi: Hafenadmiralat Triest, Seebezirkskommando Triest, Marine Truppen Inspektorat,
2- Wiener Zeitung, 23-07-1866, seite 2 (Kriegschronik),
3- Die Operationen der Österreichissches Marine Während des Krieges 1866 und die Seeschlacht bei Lissa, Wien 1866.
4- Letter from Tegettoff to baroness Emma Lutteroth (wife of prussian consul Triest), Fasana, nd., June 1867
Bibliogafia essenziale:
1- A.E. Sokol, The Imperial and Royal Austro-Hungarian Navy, Annapolis, Maryland,United States Naval Institute, 1968,
2- L. Sondhaus, The Habsburg Empire and the Sea. Austrian Naval Policy, 1797- 1866, West Lafayette, Indiana, Purdue University Press, 1989,
3- C. Reichl-Ham, Le origini della Marina Austriaca, www.marina.difesa.it/conosciamoci/editoria/bollettino/Documents/…/04_reichl.pdf.
i Comandanti Nave
Flotta:
von Tegetthoff, Ferdinand Max
Prima divisione:
Von Sterneck, Ferdinand Max
Faber, Habsburg
Von Wiplinger, Juan de Austria
Von Gröller, Kaiser Max
Barry, Prinz Eugen
Moll, Drake
Kern, Salamander
Seconda divisione
Von Petz, Kaiser
Millossich, Schwarzenberg
Klint, Novara
Von Aurbammer, Radetzky
Pitner, Donau
Daufalik, Adria
Florio, Friedrich
Eberle, Hum
Calafatti, Seehund
Von Wickede, Dalmat
Altri
Herzfeld, Velebich
Hölting, Reka
Ungewitter, Streiter
Kielmansegge, Wall
Spinder, Narenta
Masotti, Kerka
Deftrreicher, Elizabeth
Kronowetter, Greif
Adrario, Lucia
Lund, Hofer
Von Henriquez, Triest
Lang, Volcano
Wimpffen, Stadium