Bingo! Un Presidente per noi
5 Febbraio 2015Il silenzio è d’oro
10 Febbraio 2015Vuoi fare il Sindaco? Stavolta non basta girare ogni angolo della città, di qua e di là del Ponte. Colpisce infatti, e non è peregrina, la richiesta di alcuni che vivono fuori dal Comune di Venezia: da Martellago e da Dolo e anche da più in là chiedono, via social, che i candidati si ricordino di loro, e di aver voce in capitolo. Chiedono, in sostanza, di contare nella scelta di quello che sarà il Sindaco non solo di Venezia, ma della Città Metropolitana di Venezia.
Tecnicamente, non voteranno; i candidati, quindi, non saranno costretti ad andare a fare campagna elettorale ben oltre i confini dell’attuale Comune. Ma la richiesta non è infondata.
Succede che mentre noi Veneziani a fatica spostiamo il baricentro della politica fuori dalla città storica – e siamo ancora qui a dire che finalmente c’è un candidato mestrino –, intanto quel baricentro stesso si è già spostato per conto suo ben più in là. Non è un caso che tra i più accreditati ci sia sì un candidato di Mestre (Pellicani), ma anche un candidato di Chioggia (Casson) e un outsider di Spinea (Brugnaro), mentre pronto ai blocchi c’è un altro concorrente decisivo e per nulla “veneziano” (Zaccariotto). Se non prendo un abbaglio e se queste sono le corrette vicende anagrafiche di coloro aspirano alla poltrona di Sindaco di Venezia, beh, quel baricentro di cui parlavamo si è spostato per bene mentre noi eravamo distratti. E dopo i vari Bergamo, Casellati, Cacciari, Costa, e Orsoni – tutti veneziani d’acqua – il nuovo Sindaco, salvo grandi sorprese, non sarà uno che viene dalla parte lagunare della città.
Coincidenza? Non credo. Davvero il sistema da solo si è evoluto, attraverso passaggi di cui quasi non ci siamo accorti. Tutto è già cambiato. E si propone anzi una questione strategica che non sarà indifferente, e cioè se e quanto il nuovo Sindaco sarà “finalmente un Sindaco di Mestre, che pensa a Mestre”, o non sarà invece giocoforza il Sindaco della città vasta, “costretto” anzi a rimettere Mestre in fila tra le altre realtà urbane della Citta Metropolitana.
Non che sia sbagliato: il sogno e l’ambizione della “Citta Metropolitana di Venezia”, che finalmente si fa concreto, passerà anche attraverso la costruzione di un corretto equilibrio tre le parti, dove San Donà e Mestre, Cavarzere e la città d’acqua, Spinea e Marghera conteranno tutte, nella giusta misura, e tutte contribuiranno allo sviluppo della nuova realtà metropolitana.
E di questo, io credo, sono consapevoli tutti i candidati: anche Pellicani, che è il più “mestrino”, con la sua Fondazione ha sempre tenuto presente il tema della nuova istituzione di area vasta. Però davvero, neanche questa volta Mestre potrà essere la figlia prediletta, nonostante non tema più di essere governata da un “isolano”; e se vorrà veder risolti i suoi tanti problemi, non lo potrà fare nemmeno stavolta pensando solo a sé, ma piuttosto ragionando più in grande, come un polo importante di una realtà ben più vasta.