Unfit to lead Italy..
13 Aprile 2020Coronavirus la quarta lezione, l’Europa e l’economia.
17 Aprile 2020Non stupitevi se esordisco dicendo che Zaia è stato bravo.
Lo è stato per due ragioni.
La prima perchè si è affidato ad un team di scienziati che il mondo universitario padovano gli ha messo a disposizione.
Andrea Crisanti professore ordinario di microbiologia all’Università di Padova. Precedentemente era professore di parassitologia molecolare all’Imperial College di Londra.
Rosario Rizzuto attuale Rettore al Bò. Laureato in Medicina a Padova, poi 2 anni alla Columbia University (New York, NY, USA), tornato a Padova per completare il dottorato di ricerca in Biologia e Patologia Molecolare e Cellulare.
Giorgio Palù Professore Ordinario di Microbiologia e Virologia Direttore del Dipartimento di Medicina Molecolare Università degli Studi di Padova.
Stefano Merigliano direttore del Dipartimento di Scienze Chirurgiche Oncologiche e Gastroenterologiche nonché della Scuola di Medicina padovana.
La seconda, la più importante, perchè si è fidato delle loro indicazioni e delle loro prescrizioni e le ha attuate con determinazione e senza incertezze.
Così da limitare di gran lunga l’epidemia Covid-19 che proprio in terra padovana, a Vò Euganeo, ha avuto una fra le primissime evidenze sanitarie.
L’organizzazione sanitaria del Veneto ha fatto poi il resto, limitando i danni proprio perchè la diffusione territoriale e capillare dell’assistenza medica ha evitato le scelte sbagliate e tragiche compiute in Lombardia.
Si sono evitate le ospedalizzazioni dei malati, esclusi i casi più gravi, si sono evitati i trasferimenti dei malati nelle RSA venete, che avrebbero potuto, come è successo in terra lombarda per limitare l’occupazione dei posti letto ospedalieri, trasformarsi in altrettanti propagatori dell’epidemia.
Poi però quando il Pomata fa da solo e si cimenta nelle sue imprese di propagandista e di politico a tutto tondo scade nel banale per non dire nel ridicolo.
E i topi cinesi, le mascherine di carta, cavalli di battaglia delle sue uscite più o meno recenti si sposano con il “lockdown soft” e con le prescrizioni contenute nella sua ultima ordinanza post-pasquale.
Scontate, ridondanti e ripetitive.
Siccome l’uomo è pressato da quella parte del suo elettorato di riferimento che fa capo alle attività produttive del Veneto diffuso gli può venire bene intestarsi la primogenitura della 2° Fase, anche se in questo contesto la sua giurisdizione è pari a zero – il Governo ha fissato termini e criteri per le aperture aziendali, e ha lasciato ai suoi Prefetti il compito eventualmente di derogare – siccome la sua competenza riguarda solo le disposizioni sanitarie e solo eventualmente in forma più restrittiva rispetto al DPCM, allora va in TV e racconta alcune banalità e dice alcune “fesserie”.
Presenta, niente di nuovo sotto il sole, l’ultima ordinanza – a proposito fra Decreti governativi, Ordinanze Regionali, Disposizioni Comunali credo che a far data dal 21 Febbraio 2020 ne siano state promulgate qualcosa come 180, con tanti saluti alla semplificazione burocratica, alla chiarezza amministrativa, al conflitto latente fra organi dell’Amministrazione Pubblica – dice, senza dirlo, che noi Veneti siamo i più bravi, che “mi fido dei miei concittadini”.
Potete andare in passeggiata oltre i 200metri da casa, ma state nelle vicinanze (cosa significa?), potete fare jogging ma non allenamenti per la maratona (cosa significa?), potete fare le grigliate in giardino ma solo fra conviventi (se ero nel mio giardino….ieri non lo potevo fare?).
Nuove tipologie di negozi aperti (decisi dal Governo): ci potete andare ma, siccome se non dicesse qualcosa potrebbe fare la figura del cioccolatino, solo due giorni alla settimana.
Ma siccome poi non si fida tantissimo e poi deve rassicurare quelli che anche se domani non ci fosse più un reale pericolo starebbero tappati in casa ad oltranza, forse nemmeno il vaccino li potrebbe tranquillizzare, allora mascherine e guanti per tutti anche solo se scendete le scale di casa.
Capite vero che c’è qualcosa che non si tiene dal punto di vista della coerenza e soprattutto dal punto di vista della rilevanza scientifica (parola dell’OMS)?
Probabilmente si è reso conto che il Coronavirus non diventava infettivo e non si trasformava in Godzilla se uno superava i 200metri da casa.
Sulle mascherine bastava essere solo più chiari e più semplici nel ricordare e nel tranquillizzare le persone.
Dato che il coronavirus non si propaga all’aria aperta, non vola! – solo in ambiente chiuso e frequentato persiste in sospensione nell’aria per un tempo comunque definito – ma solo se una persona starnutisce o tossisce in presenza di altri può manifestare tutta la sua pericolosità attraverso le mitiche goccioline (droplets) – bastava dire che in via cautelativa, mantenendo la distanza di sicurezza (2 metri per fare gli originali e per non peccare di imprudenza), quando ci si ferma a colloquiare con un’altra persona è prudente indossare la mascherina.
Quando si frequenta un luogo chiuso e in presenza di altre persone bisogna indossarla.
Bisogna indossare i guanti o usare i gel disinfettanti se si toccano superfici in ambienti chiusi e frequentati.
Punto.
Invece No! Troppo bello poter dire che le mascherine vanno indossate sempre e comunque, anche se sei lì che cammini da solo in strada o meglio ancora se fai jogging. Siamo alla stregoneria pura.
Fin qui il Zaia-pensiero a cui mi piacerebbe chiedere – vale per il domani prossimo venturo – come ci si dovrà comportare nella situazione data.
Dal momento che i tempi di produzione del vaccino, che alcune news danno per relativamente vicino, ma anche fosse, sicuramente lo renderanno disponibile per la somministrazione all’intera popolazione mondiale solo in un arco di tempo di un paio d’anni, come ci si regolerà per i rapporti interpersonali?
Facciamo un paio di esempi per rendere chiara la domanda.
Sono stato un soggetto asintomatico, in un qualche momento dell’epidemia, rilevato dal tampone, ho espletato il periodo di quarantena e di distacco sociale (anche oltre i 14 gironi canonici) come mi devo regolare?
Sono un soggetto sano (sappiate che esistono e sono la maggioranza, anche se c’è qualcuno che terrorizzato ci vede tutti come “untori”) i miei parenti stretti (figli e nipoti non conviventi) sono altrettanto sani. Tutti noi abbiamo osservato con scrupolo le norme di distaccamento sociale per 6 settimane (prossimamente saranno 8). Domanda: qual è la ragione (scientifica) per la quale non possiamo fisicamente incontrarci?
Chi vivrà (gesti apotropaici a piacere) vedrà e al Pomata, che sta facendo campagna elettorale – Elezioni Regionali alle viste – senza dover spendere nemmeno un soldo dei suoi, usando in maniera non proprio banale l’emergenza Covid-19, un invito a essere più coerente con la scienza e meno con la propaganda.
Gioverebbe alla salute dei Veneti.