Nessun dorma
3 Luglio 2019Il nuovo parlamento europeo e la rottura dello status quo
5 Luglio 2019Ma fate sul serio? Leggo i commenti tronfi di tutta l’intellighenzia di sinistra contro Matteo Salvini e vorrei pigliarmeli uno a uno chiedendo loro “ma ci fate o ci siete?”. Cioè credete davvero che Salvini non sapesse esattamente come sarebbe finita la vicenda della Carola (Rakete), insomma della capitana della Sea Watch? Credete davvero che al civico 1 di Piazza del Viminale non ci sia uno straccio di laureato in Giurisprudenza che non abbia spiegato al Ministro cosa sarebbe accaduto? E che Salvini davvero (davvero!) fosse convinto che la trentunenne tedesca sarebbe stata espulsa? Ma davvero ci credete? None. Salvini (che non è stupido e che – vi piaccia o meno – la politica la sa fare e pure bene) vi ha preso per manina e vi ha portato giusto giusto dove voleva. Nei sondaggi continua a salire e per di più, come di incanto, riesce a nascondere i tagli a scuola (4 miliardi) e sanità (2 miliardi): roba che l’avesse fatta Mr. B. voi eravate già in piazza con striscioni e bandiere.
Volete un altro esempio di (vostra) dabbenaggine? Ancora commenti ma stavolta scandalizzati sul fatto che le nomine europee (ad eccezione del buon Sassoli alla Presidenza) siano la prova provata che in Europa l’Italia conta una emerita cippa? Beh su questo avete anche ragione sia chiaro. Ma non vi è passato nemmeno per l’anticamera del cervello l’idea che i sovranisti italici abbiano sacrificato il proprio sovranismo all’altare del mancato avvio della procedura di infrazione per i conti pubblici? E che dunque abbiano accettato la Lagarde (al posto di Draghi), la Von Der Leyen (al posto di Juncker), lo spagnolo al posto della Mogherini semplicemente perché, in cambio, hanno ottenute che la UE chiudesse un occhio sul nostro bilancio.
Ora. Io sono un inguaribile ottimista. Ma solo per quanto riguarda l’ Inter . In politica no. E se è consuetudine che, dopo una tornata elettorale, i vertici di un partito, in caso di sconfitta, se ne vadano a casa beh allora consiglierei al buon Nicola (Zingaretti) di cominciare a scrivere la lettera di dimissioni.
Perché la vedo dura. Ma dura, dura. Qui abbiamo un governo che riesce a manipolare talmente bene l’opinione pubblica da convincerci che una ragazzotta di 31 anni e una manciata di migranti siano più importanti dei 4 miliardi 4 tagliati alla scuola. E, come se non bastasse, viene premiato nei sondaggi (e nei voti guardando alle ultime elezioni). Persino al Sud Italia vince! Che (fino a qualche anno fa) pensare la Lega aver successo al Sud era come pensare la J…e (non gliela faccio manco a scriverlo quel nome lì) vincere prima o poi la Champions!
E il bello è che la colpa è (in gran parte) nostra. Perché gliel’abbiamo messa giù facile facile.
Qui siam tutti pronti a (s)parlare a vanvera. A giocare coi soliti slogan. Quelli del tipo “per vincere dobbiamo allargare a sinistra” oppure “allarghiamo a sinistra ma pure alle civiche“. Insomma: quegli slogan che son l’unica cosa su cui siam davvero bravi anche se il risultato finale rassomiglia, paro paro, a quello della mia Inter a fine campionato. E ci sfugge…ci sfugge che qui il problema non è allargare, stringere, impegnarsi in tripli carpiati a testa in giù.
Possibile? Possibile che son tutti strateghi e nessuno sia obiettivo? Possibile che il punto di partenza non sia una semplice constatazione? Cosa vuol dire che la maggioranza degli elettori a malapena legge un libro all’anno? E noi a loro come parliamo? Di cosa parliamo? Proprio noi che quando eravamo al governo abbiamo costretto eserciti di sindaci, in nome di quel famigerato patto di stabilità (qualche volta me lo sogno pure di notte) a dover decidere se salvaguardare i servizi sociali o la cultura? E secondo voi cosa hanno scelto?
E ora ne paghiamo lo scotto. Hai poco da ripartire dalle fabbriche. Hai poco da marcare la tua distanza intellettuale rispetto alla questione dei migranti. Qui devi avere coraggio di riprendere contatto con la realtà. Ma quella vera! Quella dei mercati e dei bar! Cosa mi parli di Europa se perfino più della metà degli elettori leghisti vuole rimanere in Europa? Ma parlami di come vuoi cambiare l’Europa non perché ci vuoi rimanere!
Cosa mi parli di allargare a sinistra se la sinistra da sola le elezioni di certo non te le fa vincere (semmai perdere)? Se l’astensionismo in ‘sto benedetto Paese è in crescita possibile ti sfugga che devi fregare gli elettori ai tuoi competitor? E come pensi di farlo? Allargandoti a sinistra? O provando ad avere una strategia a lungo periodo?
Un cambiamento radicale occorre. Radicale al punto che possa rimettere persino in discussione il progetto stesso di Partito Democratico. Perché puoi pure cambiare gli attori ma se reciti lo stesso copione mica vai a Broadway. Tutt’al più ti crogioli dietro ai bei (per taluni per di più mica tanto bei) tempi andati senza renderti conto che stai recitando una triste tragicommedia
Ed intanto l’inquilino del Viminale vince facile. Anche la prossima volta.