Caro Babbo Natale
24 Dicembre 2013INCHIESTA Domanda 6 : che ricadute a livello cittadino del fenomeno Renzi, in vista delle elezioni comunali del ’15 ?
5 Gennaio 2014Il Consiglio di Stato ha annullato il Decreto autorizzativo dell’elettrodotto 380 kV Dolo – Camin (15 km di lunghezza) di Terna, con il giubilo dei Comuni della Riviera del Brenta e la preoccupazione del Comune di Venezia che vede messo a rischio il famoso progetto di messa a nuovo del Vallone Moranzani con interramento della linea (intervento legato al primo).
Elettrodotto che Terna riferisce essere un indispensabile rafforzamento della rete ai fini della affidabilità e dell’economicità del servizio. Se lo dice Terna c’è da crederci, visto che l’investimento totale previsto era di circa 1 miliardo e so per personale esperienza che ne’ Enel ne’ Terna buttano via i denari dalla finestra per costruire linee inutili. Certo l’affidabilità della trasmissione elettrica non è un argomento che solletica particolarmente l’immaginario collettivo ma ne riparliamo se capita un black out che interessa intere province (perché è questa la scala territoriale di una linea di quella portata).
Inoltre, considerazione decisiva, la linea costituiva l’elemento clou di un più vasto piano di razionalizzazione della rete esistente che prevedeva 30 km circa di nuove linee e la contestuale demolizione di un’ottantina. 50 km di linee di alta tensione in meno in un territorio fortemente antropizzato come il Veneto: una benedizione del cielo. Senza parlare della già citata sistemazione del Vallone Moranzani.
Infine, i sostegni previsti sono i nuovissimi monostelo (assai meno impattanti dei tradizionali tralicci) e sono si molto alti ma in compenso consentono campate da palo a palo molto più lunghe, con ciò comportando un numero complessivo di sostegni assai minore di quello che si avrebbe con la tradizionale tralicciatura.
Ma al di là del merito, sconcerta il come si sia arrivati a questa bocciatura. Va premesso che l’iter autorizzativo di una linea elettrica di alta tensione è un processo molto complesso nel quale viene interpellata (come è giusto) una moltitudine di enti, si fa una Valutazione di Impatto Ambientale (nella quale si devono illustrare tutte le alternative possibili motivando la preferenza per il progetto presentato) e si valutano eventuali obiezioni di chicchessia. In definitiva, quando infine il Ministero dell’Ambiente e quello dello Sviluppo Economico rilasciano il Decreto di autorizzazione alla costruzione ed all’esercizio della linea si può stare certi che tutte, ma proprio tutte, le parti coinvolte sono state interessate e si è deciso sulla base dell’interesse generale. Nel caso de quo il tutto ha richiesto 6 anni. Avete letto bene: sei anni di studi, di progetti, autorizzazioni, pareri, consultazioni, ricorsi ecc. Ma in Italia non basta: dopo tutto questo po’ po’ di iter, il Consiglio di Stato ha annullato, con un colpo di penna, il Decreto autorizzativo dell’intero complesso di interventi accogliendo il ricorso agito dai proprietari di Villa Sagredo, una bella costruzione seicentesca (ora adibita a ristorante), perché uno dei sostegni sarebbe stato innalzato a 100 metri dalla villa. Perché il Ministero dei Beni Culturali, a loro dire, ha dato un parere positivo non sufficientemente motivato “dal punto di vista storico, paesaggistico e culturale”.
Ora, è assolutamente folle che, dopo un iter di autorizzazione così completo e partecipato, la legislazione preveda sia ancora possibile adire un ente terzo al quale si attribuisce un potere tale da prevaricare tutte le altre parti che, avendone titolo istituzionale e competenza professionale, si sono espresse. Vorrei fosse chiaro: l’opera aveva avuto il parere favorevole di tutta una serie di tecnici ciascuno per la parte di propria competenza, che fosse l’impatto ambientale o paesaggistico, la congruenza tecnica, gli aspetti sanitari, le interferenze di vario genere con volo, attività antropica e insediamenti preesistenti (ivi compresa Villa Sagredo..). Qual è la logica, quale la ratio, quale il vantaggio per la comunità, prevedere che il parere di un professorone con una laurea in giurisprudenza faccia premio su quello di una squadra di tecnici?
Vero è che il Consiglio di Stato ha natura di terzietà rispetto alla Pubblica Amministrazione ed è istituzionalmente preposto alla tutela dei diritti e degli interessi legittimi dei privati nei confronti della stessa. Ma in questo caso la tutela di detti interessi è garantita, in re ipsa, dal meccanismo dell’iter autorizzativo.
Due parole infine su questi Soloni la cui sensibilità storica, paesaggistica e culturale, bontà loro, è stata turbata. Si rendono conto, questi angeli senza macchia, questi insigni giuristi, questi solerti custodi del Diritto, che con le loro fisime: 1) hanno mandato a puttane una generale bonifica del territorio 2) impedito la messa in pristino del Vallone Moranzani 3) compromesso la messa in sicurezza della trasmissione elettrica nelle Province di Padova e Venezia 4) creato una mostruosa serie di contenziosi tra le imprese appaltatrici e Terna (che aveva, giustamente, già appaltato i lavori) 5) distrutto lavoro e fatturato per le nostre imprese?
Il tutto con sentenza inappellabile e senza dover rispondere in nessun modo delle conseguenze. E, beffa ulteriore, tocca assistere ai peana del solito Partito del No senza se a senza ma che inneggia alla vittoria di Davide contro Golia, al rispetto del territorio, allo “stupro” scongiurato di Villa Sagredo ed altre simili sciocchezze.
Vorrei far notare ai vari Opzione zero, 5stelle e compagnia che questa vicenda, purtroppo, non è nulla di tutto ciò: è altresì la palmare dimostrazione di quanto vischioso, bizantino e ingovernabile sia il nostro Sistema Paese. E non c’è proprio nulla di cui rallegrarsi.