Negozi di quartiere: una specie in estinzione
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23 Febbraio 2014Un editoriale che cade in un momento come questo, con il governo guidato da Matteo Renzi che ha appena giurato davanti a Napolitano, non poteva astenersi da una valutazione; dal momento che questa testata ha sostenuto Renzi in tempi, come usa dire, non sospetti ( http://www.luminosigiorni.it/2012/11/)
Lo dico chiaramente. Avrei preferito anch’io per l’ascesa di Renzi un percorso altrettanto celere e rischioso che fosse però passato per il voto. E non tanto perchè io sia convinto che questo sarebbe stato un passaggio più democratico come ululano i moralisti spandendo demagogia a profusione ( siamo in una democrazia parlamentare e non presidenziale); quanto piuttosto perchè ne è convinta trasversalmente da destra a sinistra molta gente che vota e fa consenso e che un tantino moralista, a corrente alternata, e demagogica, quasi sempre, invece lo è. E siccome devi avere consenso e forte e numeroso se vuoi cambiare il paese, non puoi non guardare anche alla pancia della gente, specie del tuo popolo e della tua potenziale per quanto allargabile base elettorale.
D’altra parte anche le persone più riflessive, anche molti collaboratori di questa testata, che moralisti e demagogici non sono, hanno vissuto con imbarazzo questo passaggio; probabilmente per le stesse mie ragioni sopra esposte. Annalisa Martino su questa pagina esprime con passione e molta credibilità questo disagio ( ‘Aiuto’ è il titolo del suo intervento, con chiaro riferimento al disorientamento e al timore che ci si trovi ancora nel vecchio schema della politica).
Nel frattempo il governo però s’è fatto. Il timore di Annalisa si trova ora di fronte a una squadra in buona parte rinnovata, costituita da molte donne e da un’età media bassa. Ovvio che non basta e che può anche essere una cortina fumogena fatta solo di forma e con poca sostanza. Ascolteremo allora il programma di Renzi alla Camera, ben più importante di età e genere, e giudicheremo. Ma se conferma i contenuti del passato, un’apertura di credito va ancora fatta, naturalmente da parte di chi- e chi scrive è tra questi-condivide i contenuti; soprattutto per i temi sul lavoro, e sulla sburocratizzazione dell’apparato statale e politico quantomeno, e anche su molto altro. Ma è sempre e ancora ovvio che l’enunciazione per quanto chiara di un programma non basta per il famoso mare che sta in mezzo tra il dire e il fare. La navigazione sarà perigliosa in questo vasto mare dal ‘dire’ verso il ‘fare’, elemento comunque determinante, checchè ne pensi il guitto Crozza che sfotte su questo pragmatico verbo tipicamente renziano modalizzato all’infinito. Però se le cose dette saranno fatte in tempi celeri sarà lecito mettere in secondo piano i modi con cui il potere è stato raggiunto. Non solo, ma anche la gente dei modi se ne potrebbe dimenticare e non sarebbe in questo caso una smemoratezza eticamente condannabile.
Il percorso per realizzare un programma ambizioso, come già detto, non è affatto facile e può concretizzarsi solo per tutta una serie di congiunzioni astrali non facili da combinare e non tutte controllabili dal neo premier in quanto fattori esterni come l’andamento economico internazionale. Renzi dice infatti che si rischia tutto, ma anche noi che lo abbiamo sostenuto rischiamo grosso in reputazione. Se potesse leggermi o ascoltarmi gli direi allora di puntare subito sulle riforme istituzionali, sull’economia e sul lavoro. Se tra qualche mese, diciamo entro l’anno, ci saranno segni tangibili di svolta nel corpo della società italiana, un passo importante sarà stato fatto. Terrei invece in serbo i temi più divisivi , quelli etici per esempio, per una fase in cui il consenso potrebbe, uso il condizionale, essere molto in alto per le cose già fatte: a quel punto, se sarà così, si possono rischiare forzature sui diritti civili. Sui quali si è aspettato tanto e, onestamente, si può ancora aspettare un pò in nome di una strategia politica complessa e su più fronti. Con la base assicurata di un programma renziano sui diritti civili che da quando il ragazzo è ‘salito’ in politica è sempre stato molto chiaro e improntato a una cristallina laicità.
Non ci resta che attendere e poi vedremo se ci spetterà l’alloro o lo gogna. A questo punto giuste e meritate entrambe.
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