
La grande delusione
25 Gennaio 2021
Può esistere un riformismo senza consenso?
28 Gennaio 2021L’incontro potrebbe iniziare con queste parole: “Ancora tu Non mi sorprende lo sai Ancora tu Ma non dovevamo vederci più E come stai Domanda inutile Stai come me E ci scappa da ridere”, (o, sia consentita la licenza da piangere).Mi riferisco a quelle dell’ipotetico (ma neanche tanto) incontro tra il Capo dello Stato e una figura di alto profilo istituzionale del Paese (3 nomi: Carlo Cottarelli, Lucrezia Reichlin e Marta Cartabia) a seguito del quale potrebbe nascere l’ultimo Governo di profilo tecnico della Repubblica. Giunti a questo punto, ma con tutte le riserve del caso (un fine settimana in politica è un tempo molto lungo), la situazione descritta a me sembra una delle più ragionevoli vie d’uscita all’intricata crisi politica da poco trasformatasi in crisi giuridica (a seguito delle dimissioni del PdC). Sia ben chiaro, ancora una volta, ricorrere a questa scelta, potrebbe essere giudicato come il gesto di quel difensore disperato che, svelto, butta la palla in tribuna per prendere tempo. In questo caso, però, il tempo è proprio quello che manca considerato come il termine del 30 aprile per la presentazione del Next Generation Plan (il nome più giusto con cui chiamare questo enorme sforzo economico dell’Europa) si stia avvicinando in modo inesorabile. Qualcuno dirà che inesorabili dovrebbero invece essere le elezioni. Sempre qualcuno, ad esempio, sostiene che negli Usa si sia votato, nonostante la pandemia. Ci si dimentica però di ricordare il significativo ricorso al voto postale e l’avvio con molti mesi di anticipo di quella gigantesca macchina elettorale. Altri, citando il Portogallo dove si è da poco votato per il Presidente (ricorrendo però a non poche modifiche legislative per adeguare il voto all’attuale situazione sanitaria), ricordano che nel corso dell’anno sono previste altre elezioni (Israele, Germania).Tuttavia, davvero in un Paese come l’Italia del 2021 riteniamo possibile indire le Elezioni Politiche? Personalmente, mi sembra davvero impensabile, non solo per ragioni pratico-organizzative, ma anche e soprattutto a causa della mancanza di tempo necessario per adempiere nel modo migliore a tutte le scadenze che l’Italia ha davanti (Su tutte e a parità di rilevanza: Piano vaccinazioni e NGEU con tutti i contenuti di cui deve essere riempito questo Piano).Si tratta delle priorità che un Governo snello (12 massimo 15 ministri al massimo) e auspicabilmente ricco di donne (non mancano nel Paese) potrebbe affrontare avendo come termine la primavera del 2022, quando, in condizioni auspicabilmente meno critiche di quelle attuali, sarà possibile andare a votare dopo aver avuto la possibilità di svolgere una giusta e doverosa campagna elettorale. Ma questa però è tutta un’altra storia.