I padroni del vapore
27 Aprile 2021La Vogalonga
19 Maggio 2021Strepitose le ragazze dell’Umana Reyer che superano l’eterna Schio (nel basket femminile, per chi non lo seguisse, è come dire la Juventus per il calcio) dopo una battaglia infernale e portano a Venezia lo scudetto di basket femminile, altra perla che si aggiunge alle molte soddisfazioni che la squadra maschile ha regalato ai cuori orogranata in questi anni.
Un anno intero vissuto dominando un campionato in cui l’unica avversaria è stata Schio e per un pelo (un secondo, un solo stramaledettissimo secondo!) non ci ha regalato anche la vittoria in EuroCup. La cosa lascerà forse indifferente chi non segue il basket femminile ma per i tifosi reyerini è un magnifico ulteriore tassello del mosaico complessivo del fenomeno Reyer di questi anni. E diciamolo pure: sbaglia chi snobba il basket femminile perché questo sport a certi livelli è bellissimo e con un fascino tutto particolare perché un unicum tra le versioni femminili degli sport di squadra. Nella maggior parte di questi, la versione femminile è semplicemente meno “fisica”. Tendenzialmente dunque meno spettacolare, con l’eccezione della pallavolo che, proprio perché non uno scambio di “bombe” terra-aria da un campo all’altro, è a mio parere più godibile di quella maschile. Il basket femminile è invece un altro sport. Il fatto che il canestro sia alto tanto quello maschile (la sola differenza è il diametro del pallone) rende molto più difficile andare a canestro. Ogni punto te lo devi guadagnare con fatica, con un’organizzazione quasi scientifica dell’attacco. E la fase difensiva (di cui la Reyer nella finale scudetto ha proposto una dimostrazione monumentale) diventa qualcosa di epico. Il contrasto tra lo sforzo fisico, la fatica e l’intensità e la grazia femminile che nonostante tutto, nonostante gambe e braccia chilometriche, molte delle atlete mettono in campo sono uno spettacolo davvero degno.
Le final four di EuroCup e la finale scudetto, di alto livello tecnico e molto equilibrate, sono state uno spot straordinario per questo sport. Evidenziando peraltro, per contrasto, il grosso limite del movimento, per lo meno in Italia: durante il campionato la stragrande delle partite ha un esito scontato e questo certo non favorisce l’attrattività e la crescita di spettatori. In effetti la dice lunga che le due finaliste in tutto il campionato abbiano perso, in due, tre partite in tutto (di cui due negli scontri diretti, uno a testa): quest’anno più che in altri la sfida è stata troppo sbilanciata tra nani e giganti. Ma tant’è, in anni in cui anche molte società maschili hanno seri problemi di budget non era verosimile aspettarsi un campionato rosa sugli scudi e certo tutto il campionato senza spettatori è stata una mazzata in una situazione già difficile. A proposito di spalti vuoti, forse è il rammarico più grande; proprio nell’anno in cui dopo tante delusioni, dopo anni di discutibile conduzione tecnica, di squadre incompiute, di giocatrici dimostratesi alla prova del nove inconsistenti, quest’anno gli spettatori avrebbero davvero avuto da lisciarsi gli occhi. Credo di non sbagliare a pensare che la serie finale avrebbe visto un Taliercio bollente con almeno 2000 spettatori.
E mai come questa volta le ragazze di coach Giampiero Ticchi avrebbero meritato il sostegno e il calore del loro pubblico. Non resta che sperare che dal prossimo anno si tiri una riga e che la vittoria del tricolore incrementi in modo significativo il pubblico (auspicabilmente moltiplicando i Reyer day.. pomeriggi con una partita femminile e una maschile). E soprattutto sperando che si alzi il livello complessivo del campionato per regalarci partite tirate anche durante la regular season.
Qualche considerazione tecnica. Dopo molti anni di incompiute, di squadre forti ma che giunte al punto difettavano di personalità, di quella cattiveria sportiva che differenzia le squadre vincenti da quelle perdenti, questa volta la costruzione del roster è stata perfetta (e qui grazie a patròn Brugnaro che ha cacciato i soldi e allo staff tecnico che ha saputo scegliere bene). Eccellente il pacchetto di straniere, di cui due – Anderson e Howard – fuoriclasse assolute, affiancato alla “solita” Carangelo un altro play di assoluta affidabilità come Beatrice Attura, a mio parere la mossa più indovinata della società è stata quella di dotarsi di due numeri 3 come Francesca Pan e Elisa Penna che hanno garantito sostanza e qualità a qualsiasi quintetto che Ticchi poteva schierare in campo.
Qui la società è stata paziente e lungimirante: aveva per le mani due diamanti grezzi e li ha mandati a maturare e migliorare nel basket d’oltreoceano, le ha aspettate e si ritrova oggi con una coppia di esterne italiane da lustrarsi gli occhi. Un salto nettissimo rispetto alla impalpabile De Pretto (oggi a Schio e non è un caso se non è praticamente mai stata messa in campo..) e alla leggera Kacerik dei tempi recenti. Ma la vittoria è frutto soprattutto del collettivo e della incredibile, straordinaria, feroce capacità di difendere, di togliere l’aria alle fuoriclasse avversarie (da antologia Fagbenle su Gruda, e la gabbia mortale su Sottana delle “piccole” in Gara2). Vi sono state azioni di recupero palla in cui il furore agonistico e l’applicazione rigorosa di un “sistema” di squadra sono stati quasi commoventi, mai un tiro facile concesso, mai una penetrazione “gratis”, raddoppi e aiuti continui. Uno spettacolo stellare.
Grazie ragazze, grazie Ticchi e grazie, ancora una volta, alla Società Reyer, al suo staff dirigenziale, alla lungimirante capacità di programmazione. E GRAZIE BRUGNARO. Avere entrambe le squadre di basket ai vertici nazionali è un merito che non può non essergli riconosciuto.
E adesso sotto con i play off dei maschi.. non è nel novero del verosimile sperare in una clamorosa doppietta ma siamo certi che lo spirito Reyer ci darà comunque molte soddisfazioni. Duri i banchi!!