La kermesse “Invertire la tendenza” a Palazzo Franchetti di Alta Tensione Abitativa (ATA nel seguito) è stata un grande successo e una dimostrazione di forza. Moltissima gente, molti giovani (a proposito che i giovani non vogliono vivere a Venezia..) e una partecipazione attenta. Certifica nei fatti che l’attenzione al tema è alta e che c’è una vasta condivisione a livello di opinione pubblica, facendo giustizia di una certa narrazione per cui, a preoccuparsi per le sorti del centro storico di Venezia come città abitata e non solo topos a uso e consumo del turismo mondiale, siano rimasti quattro gatti velleitari e marginali. L’iniziativa faceva seguito ad analoga manifestazione di esattamente un anno fa (6 marzo 2022) al Teatro Toniolo cui avevamo dato ampio rilievo https://www.luminosigiorni.it/2022/03/ancora-sulle-locazioni-turistiche/. E ne ha replicato il format, sostanzialmente arricchendo le testimonianze da altre realtà italiane e non mostrando quanto il tema dello spopolamento dei centri storici non sia certo una esclusiva di Venezia, cercando di illustrare le best practices di quelle realtà all’estero dove si è già tentata la manovra di regolamentazione e limitazione delle locazioni turistiche (LT nel seguito).
L’insistenza sul network delle altre città (sinceramente eccessiva, non serviva tanta abbondanza di testimonianze dall’esterno) ha una motivazione precisa: ATA si è posta l’obiettivo di portare in Parlamento un’iniziativa di legge popolare, dal basso, (ma vedremo successivamente che l’idea non è esattamente questa) e quindi va da sé che si cerchino sponde con tutte le realtà d’Italia potenzialmente interessate.
Tutto ciò premesso, ed espressa la solidarietà e la condivisione degli obiettivi di ATA, mi permetto alcuni consigli non richiesti agli animatori dell’associazione.
Mantenere la “barra a dritta” e il focus sull’obiettivo della regolamentazione delle LT e tenerlo separato dal tema edilizia pubblica e popolare; sono tutti argomenti importanti, di grande dignità ma sono “altro” rispetto al tema del patrimonio privato. Lo dico in considerazione del fatto che spesso negli interventi degli ospiti i due aspetti si sono sovrapposti peraltro con scivolamenti su terreni che rischiano di inquinare la posizione cristallina e chiara del contrasto alle LT. Mi riferisco in particolare alla strizzata d’occhio all’occupazione di immobili pubblici (vedi la testimonianza dello studente di Genova). Non si deve prestare il fianco a chi ha interesse a presentare i promotori dell’iniziativa di legge popolare come dei pericolosi bolscevichi che vogliono espropriare la proprietà privata. È chiaro che questa strada, comunque molto impervia, pesta i piedi a molti interessi (basti vedere le livorose reazioni sui social) e quindi si deve essere inattaccabili.
Dare più rilievo alle evidenze sperimentali degli effetti positivi della limitazione delle LT, nei limiti di quello che si può dedurre prendendo i casi effettivi dall’estero. Nel corso della giornata, annegati in un mare di testimonianze (piuttosto ripetitivo), sono stati compressi due interventi di ricercatori universitari, che avrebbero meritato più spazio, in cui questi riportavano gli effetti di ripristino delle misure di contenimento delle LT in altre realtà all’estero. Fermo restando che ovviamente sono dati da prendere con le pinze (stante le differenze tra le realtà in oggetto), sono gli unici dati “sperimentali” e empirici in nostro possesso e dunque sarebbe utile che vi si desse evidenza e risonanza con trasparenza. Perché questa è un’argomentazione chiave delle associazioni dei locatori (e, dal punto di vista di principio, è un’osservazione che ha una ratio logica): ma siamo sicuri che rompere le scatole a noi locatori non serva in nulla a ripopolare Venezia perché tanto non c’è domanda e gli appartamenti “liberati” dalla LT tornerebbero sul mercato per la residenza (affitto o compravendita) ma andrebbero lentamente in malora? Sarebbe dunque interessante avere dati certificati degli effetti che si sono visti a Barcellona o Amsterdam. A beneficio della trasparenza del confronto.
Infine, la cosa più importante. L’iniziativa di legge popolare ha una valenza “romantica” indubbia ed è giusto che sia perseguita anche come forma di sensibilizzazione al tema. Ma non facciamoci illusioni: la probabilità che attraverso questa strada si arrivi a una soluzione è pressoché nulla. Perché in Italia, le leggi di iniziativa popolare sono di fatto su un binario morto. Secondo un’analisi della fondazione Openpolis, tra il 1979 ed il 2014 sono state presentate 260 proposte alla Camere, ma solo il 43% di queste è arrivato ad essere discusso in commissione parlamentare, e solo l’1,15% è stato approvato in via definitiva. Insomma, quella è una strada “di bandiera” ma non realistica per arrivare ad un risultato. Tenuto conto peraltro delle fortissime resistenze delle Associazioni dei locatori (che hanno già trovato sponda da parte del Ministro del Turismo Santanchè. Mi ha altresì chiarito (e la ringrazio per la cortese disponibilità) la Consigliera Regionale Elena Ostanel (della lista “Il Veneto che vogliamo”), intervenuta nel dibattito, che l’idea non è esattamente quella di una legge “dal basso” (non c’è, per intendersi, una raccolta firme in atto) bensì di fare leva su più Regioni per una Legge di iniziativa regionale. Ma già nel Veneto questa possibilità, stante la stragrande maggioranza in Consiglio che difficilmente presterà orecchie attente, è estremamente impervia. Resta quindi di fondamentale importanza fare leva sull’unica “arma” effettivamente a disposizione di Venezia (essa sola): il cosiddetto Emendamento Pellicani. Su quella possibilità, va fatta ogni pressione verso l’Amministrazione Comunale.

Nato a Venezia, vi ha sempre risieduto. Sposato con una veneziana, ha due figli gemelli. Ingegnere elettrotecnico, ha lavorato all’Enel dal 1987 al 2022, è stato Responsabile della distribuzione elettrica della Zona di Venezia e poi ha svolto attività di International Business Development Manager, lavoro che lo ha portato a passare molto tempo all’estero. È stato presidente del Comitato Venezia Città Metropolitana, esponente di Venezia Una&Unica. È in pensione dal 2022