
Parole come cactus. Rifiuti
12 Aprile 2013
Librerie che chiudono. Come invertire il trend
13 Aprile 2013Bastano cinque anni per vedere gli effetti del non governo, o del governo al ribasso. Quando una città abbassa la guardia, in cinque anni può perdere molto, anche tutto, nella competizione tra i poli urbani. Non occorre nemmeno fare errori grossolani: se ti sottrai alle scelte per un po’, gli effetti negativi si fanno sentire, poi, per decenni. E non ci sono momenti in cui è consentito tirar fiato, immaginando che tanto si fermano tutti. No: anche in tempo di crisi, chi non corre viene superato.
“Qui al Lido – mi dice sconsolato un amico, che lavora nel settore turistico – è crisi nera. Mica è colpa di chissacchì… E’ colpa nostra. Per troppi anni, per decenni, abbiamo vissuto di rendita, mungendo le vacche grasse. E intanto, nessuno tirava fuori un soldo, nessuno reinvestiva un euro nel settore. E adesso paghiamo un’assoluta mancanza di visione e di pre-visione”. Ma chi è l’avversario, gli chiedo, chi è che vi fa concorrenza? Venezia è un tesoro inestimabile: impossibile pensare che non ci siano turisti… “La concorrenza? A Jesolo – mi risponde – albergatori e amministratori hanno lavorato duro; là sì che hanno fatto le scelte giuste e per tempo… E adesso se ne vedono i frutti. Noi, invece…”.
Mi chiedo se il mio amico, che una volta diffidava di ogni iniziativa che potesse cambiar faccia all’isola in cui vive e lavora, sia ancora un difensore dello status quo. Mi chiedo se dice ancora no alla sublagunare (o a qualsiasi cosa che richiami l’idea di un trasporto urbano innovativo), no a chi tocca le dune e gli uccellini, no a chi pensa di abbattere tre alberi, no a chi immagina che le regole della spiaggia della Zona A possano mutare… Mi chiedo se domani, quando si parlerà di il nuovo sindaco della città, avverserà ancora tutti coloro che “puzzano di innovazione”… o se magari l’esperienza difficile vissuta in prima persona lo porterà a misurare un candidato in modo differente.
Io credo che se stai dentro ad un sistema – che sia una rete di alberghi o una città – devi sperare che al vertice ci siano amministratori lungimiranti, e sempre in cerca di strade e soluzioni. Nel governo dei sistemi urbani, infatti, non vale il detto “Chi non fa, non falla”: un’amministrazione civica che non decide e non fa, perché vive di rendita o perché è debole o timorosa, sbaglia senza ombra di dubbio.
Vale anche per Venezia. Non è popolare dirlo in questo momento in cui la malapolitica ha mostrato il peggio di sé, ma io sarò sempre per un governo attivo e aggressivo. Checché ne dicano certi nuovi guru della politica, o certi programmi “d’inchiesta” che vanno molto di moda, spero che la Giunta che verrà (è già ora di cominciare a parlarne) sappia essere coraggiosa e testarda. Governare il territorio (governarlo!)non è un peccato, ma un dovere del pubblico amministratore. E quando un pubblico amministratore intraprende iniziative, e disegna progetti, e costruisce infrastrutture… ecco, secondo me quando si dà da fare non ruba, e non specula, ma svolge la sua funzione. Poi le cose bisogna farle bene, con competenza e con onestà. Ma al netto del malaffare, meglio un Sindaco e una Giunta che ne inventano una al mese, piuttosto che un Amministrazione che resta a guardare.
Tra l’altro, da un’amministrazione civica non è che si pretendano sempre cose eccelse. Non serve infatti avere sempre e su tutto l’idea migliore. In una democrazia compiuta come la nostra, conta avere il coraggio di vedere i problemi, e di innescare le soluzioni: sarà poi il dibattito democratico – gli strumenti ci sono, eccome – ad affinare a dovere le proposte e i progetti.
Ma star fermi, no, non si può. Perché poi bastano le mezze idee altrui, per lasciarsi superare e trovarsi in coda al gruppo ad arrancare.



