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15 Maggio 2025Quando ho ascoltato un paio di settimane fa, all’Emeroteca di Mestre, l’autrice di questo libro parlare con competenza estrema e grande entusiasmo del suo ultimo libro, “Il cuore affamato delle ragazze”, ho inteso subito il segno sotto il quale darne un’opinione . Perché questo, anche se l’autrice, nelle brevi note finali, ne sottolinea l’identità di “romanzo”, è senz’altro un “romanzo storico moderno”, un genere cioè che transita tra la vita, le vicende di un gruppetto di ragazze nella New York degli Anni Dieci del secolo scorso, e la Storia delle rivendicazioni e della nascita del Sindacato Femminile delle Lavoratrici che negli stessi anni lavoravano nelle fabbriche della città americana.
Etta, la protagonista assieme a Molly e Tessie, mostra nella sua fame di vita, di esperienza, un punto di riferimento ineludibile anche come chiave di comprensione del fenomeno della lotta per i diritti delle lavoratrici, in quegli anni in fase di evoluzione.
Il suo percorso come infermiera a New York , dove si sposta prima dei vent’anni per lavorare all’Ospedale di Ellis Island, è un percorso nel segno della cura dei malati, prima la folla di emigranti provenienti dall’Europa, poi i clienti privati nello studio di un medico di New York amico di famiglia, che si affianca molto presto ad un interesse sempre più profondo nei confronti delle organizzazioni a favore dei diritti delle moltissime lavoratrici delle fabbriche soprattutto tessili di New York. Le due dimensioni, quella dell’emigrazione (anche Etta proviene da una famiglia giunta dalla Sicilia vent’anni prima), e quella dell’impegno politico per dare voce alle donne operaie, è raccontato con grande attenzione e cura ai dettagli storici.L’autrice infatti sottolinea spesso, se ce ne fosse bisogno, la fatica per rendere pubblica la condizione delle ragazze costrette senza alcuna protezione a trascorrere lunghe ore in ambienti malsani, e spesso chiuse a chiave negli stessi ambienti “per impedire loro il furto di pezzi di stoffa “, che daranno prova di grande coraggio in una serie memorabile di manifestazioni nel centro della città, occupando pacificamente strade e piazze per dare voce alle loro rivendicazioni.
I lettori hanno la possibilità in queste pagine, che giocano sul fulcro dell’incendio alla fabbrica di camicette Triangle, nel marzo 1911, di seguire passo passo come la dedizione e la passione politica di un gruppo di attiviste, tra cui Tessie, riesca, ancor prima della tragedia del 1911, negli anni ad essa immediatamente precedenti, a costruire una rete in difesa di chi lavorava , giovane , proveniente da altri Paesi, e del tutto priva degli strumenti per difendersi sindacalmente.
L’Unione , di cui Tessie è parte integrante, apre nel corso di questi brevi anni ad Etta il mondo delle sindacaliste e delle suffragiste, dove emerge in maniera lampante la definizione sempre più precisa di una consapevolezza nuova.
E’ interessante seguire parallelamente anche l’atteggiamento di Etta che si affianca al lavoro delle altre , assumendo nel tempo il ruolo si promotrice di corsi di igiene e salute, per le operaie , ma senza mai in fondo calarsi completamente in un ruolo politico.
Ma è anche una ragazza con gli occhi freschi nel guardare il mondo di questa città che le offre la vicinanza dell’Università al suo posto di lavoro, con gli studenti che occhieggiano lei e le altre giovani impiegate in pausa pranzo nel parco , come Rebecca, sua collega dello studio medico.
Una ragazza che coglie nella varietà degli incontri al femminile nello studio medico, in famiglia quando ne ha notizie, nelle sedi di lavoro politico, un mondo di donne nuove, attente, instancabili, che sanno anche intessere tra loro relazioni sentimentali senza farne troppo mistero, in una libertà inaspettata , con nuove forme di relazione per un nuovo mondo.
Dal punto di vista narrativo , l’autrice alterna all’interno della cronaca storica precisa di quattro anni di storia americana al femminile, l’immagina di Etta ormai anziana , nel 1970, che decide alla fine di stendere delle note scritte per dare voce definitiva a ciò che da giovanissima aveva vissuto. Scopriamo che, dopo la tragedia del Triangle e la brusca tragica interruzione della sua relazione con Tessie, che le aveva dato nuovo equilibrio e felicità, trascorrerà una vita solitaria a Staten Island, confortata dalla presenza della figlia della sua amica Molly, e della sua bambina, con un occhio al passato di cui si è trovata ad essere testimone, ed un presente di tranquilla quotidianità. Sappiamo che è in attesa di un gruppo di universitari che verranno ad intervistarla, e a cui consegnerà ufficialmente le sue memorie, perché nulla resti perduto.
E’ un libro pieno di idee e di fatti questo romanzo, un libro che non fa sconti su niente e dice le cose come stanno, e a tratti risuona il canto di tutte le donne che, in questo caso marciano sotto la pioggia seguendo le bare delle operaie del Triangle morte a centinaia nel rogo della fabbrica : “ Marciamo e marciando portiamo giorni migliori…gloria, gloria, alleluia, svegliati e va, svegliati e va…”.
Oppure appare una breve poesia di una giovanissima immigrata che viene raccolta dalle donne dell’Unione assieme a molte altre :
Ahi Marì, dormi e riposa,
ti cucirò la veste da sposa,
la cucirò con il filo delle onde,
con l’ago che unisce entrambe le sponde…
Ma sono tanti i personaggi femminili citati nel libro che hanno fatto la storia delle donne in America , di cui ci sono solo cenni e dettagli della loro personalità, ma che vengono elencate nelle note finali perché le conosciamo meglio: Jane Addams, la più famosa di tutte, che ebbe nel 1931 il Nobel per la pace; Mary Dreier e Alice Frances Kellor, entrambe cuore pulsante per i diritti delle donne afro-americane; Pauline Newmann che per sessant’anni ha diretto il centro sanitario dell’Unione; Frances Perkins, la grande madre del New Deal.
Maria Rosa Cutrufelli chiude le sue note con parole che voglio qui riportare per i miei lettori, perché riassumono mirabilmente la sua filosofia di scrittrice :” perché, nei tuoi libri, scrivi tanto di donne? …Come scrive Nadine Gordimer …Io scrivo di ciò che conosco e sento e vedo e assorbo nella vita che vivo e che mi è intorno….sono loro ad inseguirmi, non sono io che le cerco”.
E noi la ringraziamo per la sua attenzione, per la sua passione e cura, per i suoi occhi di storica e di romanziera che ci hanno aiutato a scoprire le mille sfaccettature dell’America delle donne di oltre un secolo fa.
Maria Rosa Cutrufelli, Il cuore affamato delle ragazze, Mondadori 2025