DIVERSAMENTE SINISTRA
31 Gennaio 2015Bingo! Un Presidente per noi
5 Febbraio 2015In attesa che si concretizzi il progetto della “Buona Scuola”, al quale fior di intellettuali stanno dedicandosi con alacre impegno, i responsabili per l’istruzione del governo hanno appena lanciato l’ennesima inaspettata pillola di sapienza pedagogica.
Sta per arrivare il Curriculum dello studente. Dal prossimo settembre, i ragazzi delle superiori avranno la facoltà di scegliere una fetta di materie, personalizzando, così, il proprio percorso di studi. A parere di questi signori, con tale provvedimento si esce dall’ottica dell’orario settimanale uguale per tutti, garantendo maggiore autonomia agli istituti e offrendo agli studenti strumenti più efficaci di orientamento. Il Curriculum dello studente favorisce – sempre secondo lo staff del ministro – un collegamento più stretto con il territorio, in quanto gli studenti potranno fare delle scelte mirate e coerenti con le richieste che pone la realtà circostante. Si ridisegneranno curricoli arricchiti di nuove materie alle quali, secondo i calcoli del legislatore, si potrà rispondere a livello di istituto, ma anche a livello di reti di scuola.
Bene, bravi, evviva! Finalmente una scuola moderna e flessibile. Finalmente una scuola in cui gli studenti potranno coltivare talenti e inclinazioni! Senza inutili perdite di tempo, senza la pedanteria di esercizi che non avranno mai quelle importanti – ma da sempre trascurate nel chiuso delle aule – ricadute pratiche nel mondo del lavoro!
Mi si perdoni il sarcasmo, ma questa mi sembra l’ennesima scempiaggine volta a riverniciare la facciata di un mondo – quello scolastico – sofferente, e che, come tutte le riforma della scuola, non migliora il sistema dell’istruzione italiano. Un cambiamento simile comporterebbe prima di tutto il potenziamento dell’organico, per il quale, al momento, mi pare, non sono previste coperture, a meno che non si conti su una riduzione di materie cosiddette forti e impegnative – inglese, italiano, matematica, per esempio – con conseguente calo del numero degli insegnanti. Non si dimentichi che poco più di cinque anni fa la Gelmini, con un violento colpo di forbici, per risparmiare sul numero dei docenti, ha tagliato le sperimentazioni, annullandole e ritornando ai sistemi scolastici tradizionali. Se mai si fosse voluto provvedere a un arricchimento dell’offerta formativa, si sarebbe ripristinato quel fortunato assetto così barbaramente cancellato dalla geografia dell’istruzione italiana. Ma dubito che si voglia potenziare un’offerta al passo coi tempi ed è altamente probabile che si voglia andare nella stessa direzione intrapresa dai ministeri passati. Un esempio per tutti. Si era finalmente introdotto, nei licei, lo studio della seconda lingua comunitaria. Annullato con l’ultimo governo Berlusconi e, con esso, annullata una maggiore alfabetizzazione linguistica, degna di un Paese fondatore dell’Unione Europea.
È opportuno poi ricordare un principio incontrovertibile. La scuola secondaria di secondo grado si configura come un campo di studio già di per sé specialistico e – almeno in teoria – rispondente a precise inclinazioni degli studenti. Trovo inutile quindi richiedere a questi ultimi, che hanno già operato una scelta, di differenziare ulteriormente il loro curricolo di studi. Non si dimentichi, infatti, che anche le scuole superiori hanno un’importante funzione formativa. È necessario, pertanto, che accanto a materie di indirizzo siano presenti quelle materie che strutturino anima e cervello, e conferiscano spessore morale, anche se non sempre sono quelle preferite dagli studenti. Se il curricolo dello studente dovesse divenire realtà, ci sarebbe, sono certa, un’improvvisa richiesta di ore di zumba e arpa birmana, di merengue e découpage, a scapito dell’analisi logica e grammaticale, della sintassi dei casi e dei verbi, dell’algebra e della chimica inorganica. E sappiamo quanto queste ultime materie siano ossigeno per la nostra scuola e per la formazione dello studente.
La leggerezza con cui si pontifica sulla scuola è ormai nota. E sono note le finte riforme che dissimulano con retorica la volontà di non cambiare. Il curriculum dello studente è l’ennesima trovata che reca in sé l’alto rischio di depauperare la scuola del suo potenziale formativo, partorita da una squadra incompetente che ignora ciò che succede in classe e che ha da tempo dimenticato i bisogni degli studenti. Suggerirei prudenza e cautela. “Buona scuola” è formula vuota, finalizzata a riscuotere consensi. E basta. La demagogia, come sappiamo, è la peggior nemica della crescita culturale, del pensiero critico, mentre sudditi acquiescenti e ignoranti sono funzionali a poteri forti e decisionisti. Riflettiamoci sopra!