Prometeo
3 Febbraio 2016Un paese per giovani. Con le Riforme Istituzionali
7 Febbraio 2016Nonostante i buoni propositi del Governo olandese che sta guidando il non facile primo Semestre Europeo, il 2016 per l’Unione Europea, inizia in salita.
Iniziando dall’economia, e alle molte critiche ricevute dalla Germania negli ultimi tempi per via principalmente del tentativo di imporre un modello di austerity, va sottolineato che il problema va individuato da una parte nell’eccesso di austerity ma dall’altra è più generale e dipende dal tentativo di ogni paese di fare la sua politica economica.
Sfortunatamente nell’ultimo periodo è tornato pericolosamente d’attualità il principio di nazione.
Ed eccoci quindi al fulcro della vera questione, ovvero il tentativo di rinazionalizzare le decisioni.
Questa tendenza oggi, si esprime attraverso il tentativo di abbattere uno dei simboli dell’Europa ovvero il trattato di Schengen e la libertà di circolazione ad esso connessa.
Il vero pericolo è esattamente quello che se dovesse saltare questo trattato, possa saltare il senso dell’Europa, nonostante a tratti si abbia l’impressione che i popoli europei sembrino più consapevoli che andando in questa direzione si possano correre rischi ancora più grandi.
Per questo motivo, oggi è giusto interrogarsi anche sull’assenza di autentici leader europei, specie alla luce degli ormai evidenti tentativi di prevaricazione tra gli stati dell’Unione.
Il ritorno all’interesse nazionale può far deflagrare l’Unione Europea e la situazione che si è oggi venuta creare accresce i timori.
Che cosa sta succedendo all’interno dell’Europa nella quale la Germania di fatto esercita il ruolo di Presidente del Consiglio Europeo e di guida dell’Economia Europea, nel frattempo concludendo accordi bilaterali sul gas con la Russia?
Non solo, che cosa succede nella stessa Europa in cui un altro dei padri fondatori dell’Europa, la Francia, sfiancata dagli attacchi terroristici, esercita senza accordi preventivi un sorta di ruolo di Ministro della Difesa?
Oggi, chi governa, a mio avviso, deve comprendere che il ritorno all’interesse nazionale è autodistruttivo e può portare alla fine dell’Europa.
La crisi economica, se da una parte è una spinta ad imboccare questo pericoloso percorso, dall’altro dovrebbe essere una molla per ridare slancio al processo di unità.
La necessità, è quella di comprendere che nessuno Stato europeo è grande abbastanza per confrontarsi con le nuove sfide che l’Europa ha davanti.
I giganti della rete come Google, Apple o Alibaba sono americani e cinesi e forse non è un caso che Gli Stati Uniti, in questo momento sembrano per certi aspetti disinteressati all’Europa e mentre continuano a ritenerla “un nano politico e un verme militare (parole di Kissinger), spostano la loro attenzione sulla Cina e sul fronte pacifico dove sono stati conclusi importanti accordi commerciali.
In conclusione, oggi i piccoli e grandi paesi europei, inclusa la grande Germania, devono comprendere come da soli nel mondo non potranno fare pressoché nulla e che il futuro sono gli Stati Uniti d’Europa auspicati da Winston Churchill fin dal 1946, quando davanti alle devastazioni prodotte dalla guerra e alla fragilità dei singoli Paesi aveva compreso che solo dall’unione poteva venire la salvezza del vecchio continente.