FALLIMENTO DELLA POLITICA O DELLA DEMOCRAZIA ?
3 Luglio 2016Se l’auriga perde le briglie…
7 Luglio 2016Con la sentenza depositata lo scorso 14 giugno, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea nella causa C-308/14, Commissione contro Regno Unito, aveva di fatto concesso l’approvazione alle restrizioni sulla concessione di prestazioni sociali a cittadini UE inattivi che siano residenti nel Regno Unito.
La sentenza aveva ritenuto corretto il sistema di stato sociale inglese che impone il diritto di soggiorno legale, prima di concedere ai cittadini degli altri stati membri residenti abituali nel Regno Unito, crediti d’imposta per figli a carico, assegni familiari o altre agevolazioni sociali.
La Commissione Europea esce da questa controversia giudiziaria come parte soccombente, nonostante la legislazione del Regno Unito subordini la corresponsione di prestazioni sociali a condizioni di discutibile compatibilità con le norme comunitarie.
La sentenza è, ma a questo punto, dopo il referendum di due settimane fa , è il caso di dire ‘era’ o ‘sarebbe stata’ molto utile per il fronte favorevole alla permanenza, in quanto l’accordo siglato lo scorso febbraio tra Regno Unito e Unione Europea avrebbe avuto ancora più forza e legittimazione.
Le motivazioni della Corte sono state comunque complesse e rimandano all’interpretazione del regolamento europeo n. 883/2004 sul coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale. Per la Corte, il regolamento non organizza un sistema comune di sicurezza sociale, ma lascia esistere regimi nazionali distinti.
Inevitabile lo sguardo finale della Corte anche ai conti pubblici. Sì, perché è proprio in virtù di queste esigenze che talune disparità di trattamento possono essere tollerate soprattutto se lo scopo ultimo è la salvezza delle finanze statali.
Questo tentativo, dicevo, non è bastato e ora la vittoria del Leave potrebbe aprire la strada ad un pericoloso percorso di disgregazione causato da referendum emulativi che potrebbero diffondersi anche in altri Stati dell’Unione, magari preceduti proprio da varie richieste di revisione delle condizioni di appartenenza all’Unione che come visto vanno valutate con molta cautela.
Queste richieste a mio avviso dovranno essere respinte per evitare di spalancare le porte al rischio di una dissoluzione del principio fondante dell’Europa unita, vale a dire quello di parità di condizioni tra gli Stati membri dell’Unione.
Forse ripartendo dai principi costitutivi sarà possibile evitare lo scenario indicato nel titolo.