Un problema maledettamente complicato
26 Novembre 2023COSTUME E MALCOSTUME Costumi alimentari: la carne “sintetica” ed altri pregiudizi
28 Novembre 2023A Sinistra non è rimasto che raschiare il fondo del barile, un barile un tempo pieno zeppo
di ideali, di compagni, pugni chiusi, bandiere rosse, canti, fazzoletti al collo di partigiani
che non hanno mai imbracciato un fucile, intellettuali organici formato torre d’avorio,
metalmeccanici che non andavano in paradiso, edili, chimici, e chi ne ha più ne metta, un
barile così pieno che a volte traboccava, ma chi ci pensava, tanto il barile non era mezzo
pieno, era strapiano, se qualche conpagno se ne andava a chi importa del dove andava, la
sinistra era forte, culturalmente imponente, di una cultura che in molti non capivano, ma
che nessuno mettava in dubbio fosse superiore.
Poi sono apparsi i primi fori, le prime fessure, il barile perdeva ma solo in alto dove
magari il contenuto era meno denso, piccole perdite che non intaccavano il patrimonio di
voti sicuri, uno zoccolo duro inossidabile garante di risultati elettorali “non vincenti” ma
eterni e immutabili, la Sinistra era la Sinistra governasse o meno era a pieno titolo l’asse
portante della Politica Italiana forse più della Democrazia Cristiana.
Ma anche i Barili più stagni e ben costruiti hanno bisogno di cura e manutenzione,
altrimenti il tempo e gli eventi inesorabilmente si fanno sentire, i buchi si allargano e le
fessure diventano crepe e il contenuto fugge, evapora finisce in Barili diversi, ben costruiti
e all’apparenza più comodi e accoglienti, e così senza accorgersi ci si trova con un barile
semivuoto con sul fondo residui di apparati vari che giranno a vuoto.
Oggi la Sinistra si trova davanti a una scelta, restaurare il barile, chiudere buchi e crepe,
ridipingerlo e riempirlo con il materiale volatile che la Politica nel suo complesso ha liberato
nell’ambiente, e sperare che mescolandolo con i fondi rimasti si ricrei un patrimonio in
grado di essere speso e investito nel grande gioco della politica, oppure costruire un
Barile nuovo con materiali diversi, liberarsi delle incrostazioni di quello vecchio e
reinventare se stessa in un mondo dove la fabbrica è una realtà marginale, il consumo è
l’unica religione reale, e i dati l’unico vero capitale, chissà come lo avrebbe
materialisticamente analizzato il buon vecchio dimenticato Carlo Marx.
Non ho dubbi che ora come ora si sta percorrendo la prima ipotesi, e che cazzo cantare
“Bella Ciao” riempie ancora i polmoni, un rosso fazzoletto partigiano al collo vale più di
una sciarpa di Cucinelli, e poi Berlinguer lo buttiamo? non sia mai, Togliatti possiamo
lasciarlo in un angolo, chissà che non torni utile era o non era “il migliore”, mettiamo
nell’intruglio qualche stella cadente, niente mortadella però, si rischia di vincere,
Toscanacci ancora meno, sempre indigesti e indipendenti, e alla fine il Barile tornerà bello
pieno o almeno si spera, su fratelli, su compagne, su, venite in fitta schiera: sulla libera
bandiera splende il sol dell’avvenir” peccato che la maggioranza dei fratelli e delle
compagne siano troppo assorbite a guardare le ultime puntate di qualche talk, a sognare
la nuova macchina, o il nuovo smartphone o ad ascoltare i consigli di Influencer e
testimonial, mentre tutta la attenzione della nostra intellighenzia politica è impegnata a
contrastare Meloni, Salvini e gli orfani di Silvio, la cultura dominante arriva su altri canali, e
il barile non si riempirà, rimarrà al massimo mezzo pieno ma abbastanza per esistere
mantenere qualche Sindaco qualche regione, e agguerriti gruppi parlamentari, e scusate
se è poco.
Il buon Carlo, leggendo la bozza di questo farneticante manifesto di resa, ha commentato
che qualcosa mi rode, e certo che mi rode, mi rode perché ci credevo e nel profondo ci
credo ancora, ho creduto in Alleanza Democratica, nell’Ulivo, nel Partito Democratico, ci ho
creduto, mi sono sbattuto, e tutto per un beato nulla, anzi peggio del nulla, abbiamo
costruito una potente cannoniera con in plancia un manipolo di “Capitani” che si azzuffano
per un turno al timone. Risultato? un Governo Melone.
Correttezza vorrebbe che ora arrivasse una proposta, ma non c’è l’ho, nemmeno uno
straccio, un barlume, il campo della Sinistra è stato arato, seminato e in fine raccolto,
troppe volte la terra si è inaridita, non c’è concime che possa al momento creare nuovi
germogli, forse bisogna solamente lasciarlo riposare, permettergli di assorbire nuovo
nutrimento, acqua, curarlo e concimarlo, e chissà che tra qualche tempo non ricominci a
produrre frutti, ma come cantava Gaber “non insegante ai bambini”