Jobs Act: riforma del mercato del lavoro alla prova
27 Gennaio 2014La verità sull’affaire Tessera
29 Gennaio 2014Eredi Giovanni Pagnacco, casa fondata nel 1866, in pieno centro di Venezia.
Uno dei pochi negozi storici di articoli artigianali raffinati ed esclusivi in vetro di Murano e in finissima porcellana che resiste , in nome della qualità e della tradizione coniugata con l’innovazione.
Una sfida attuata con coraggio, determinazione e spirito di iniziativa, da parte della titolare insieme alle dipendenti che ha voluto mantenere e garantire, malgrado i tempi.
Una squadra al femminile che contribuisce a mantenere il decoro e il prestigio di una città famosa nel mondo per l’unicità della sua cultura, delle sue opere d’arte, architettoniche e artigianali. E’ un esempio confortante, ma ce ne sarebbero altri, di una possibile inversione di tendenza
Questi negozi storici sparsi a macchia di leopardo, sembrano fiori fragili e delicati soffocati da una sterpaglia di erbaccia incolta.
Resistono in una città in buona parte svenduta ad un turismo caotico, orientato a consumarla come se fosse un fast food, monopolizzata da una offerta di prodotti commerciali fatti in serie, di pessima qualità, di dubbia provenienza e prodotti in situazioni lavorative di degrado, magari da donne e minori non tutelati da elementari norme di sicurezza.
Periodicamente la stampa denuncia la situazione, poi tutto viene rimosso. Tutti ne parlano, ma nessuno si rimbocca le maniche e ci mette la faccia. Inerzia?Paura?
Venezia merita questa possibile ‘inversione di tendenza attraverso un’alleanza tra politica, istituzioni, associazioni, cittadine e cittadini, per scoprire che, con coraggio e lungimiranza, ripresa economica e sviluppo non possono prescindere dalla cultura di una città, di una nazione.
Bisogna chiedesi che idea di sviluppo compatibile abbiamo per Venezia, in particolare che città intendiamo lasciare alle prossime generazioni.
Ma chi dovrebbe favorire le alleanze e aprire un dibattito aperto alla cittadinanza in merito se non la politica che dovrebbe incalzare la pubblica amministrazione? Una politica coraggiosa che dovrebbe uscire dall’autoreferenzialità, avere una visione organica e prospettica dei problemi che affliggono la città; per creare sinergie di competenze, anche fuori dai luoghi istituzionali.
Invece si naviga a vista, si inseguono le emergenze, si cercano consensi a senso unico.
Cambiare verso è una sfida possibile?