Centro sinistra prossimo venturo a Venezia: la rifondazione sta fuori dal PD (veneziano)
8 Settembre 2015LETTERA APERTA A UN “NO RADICAL”
12 Settembre 2015L’ultimo dei Mohicani… sarà un tedesco? Che razza di domanda! Eppure…
Di fronte alla stupefacente metamorfosi nella politica dell’accoglienza della Germania mi è subito venuto il sospetto che, sotto-sotto, dovesse esserci una spiegazione razionale, degna della più solida real-politik. Come poteva succedere che, dalla sera alla mattina secondo i media di tutto il mondo, la cancelleria di ferro Angela Merkel spalancasse, letteralmente, le porte ben vigilate della fortezza tedesca quasi a chiunque? Provocando un curioso effetto domino, tra l’altro. Davvero è bastata la foto del povero Alyan Kurdi, raccolto annegato su una spiaggia turca? Noi storici, si sa, siamo sempre malpensanti, se ragioniamo da storici e non da spacciatori di miti a scopo di propaganda. Infatti…
La fonte, come si suole dire, è di quelle davvero serie: Nazioni Unite. Aggiungiamoci che il calcolo in questione è stato avvallato anche dal Fondo Monetario Internazionale. Insomma, possono anche sbagliare ma non si tratta proprio di sprovveduti. Se poi ci aggiungiamo l’HWWI, tradotto in inglese World Economy Institute di Amburgo, viene voglia di crederci.
Di cosa sto parlando? Del crollo demografico della Germania. Previsto non per una qualche data lontana ma, parole della cancelliera Angela Merkel a Davos in gennaio, a partire dal 2020. Praticamente domani. Già a quella data, infatti, le dinamiche demografiche del paese oggi leader d’Europa lo costringeranno a fare i conti con una caduta verticale della forza lavoro. Nel giro di 15 anni a partire da oggi, questa si ridurrà di 6.000.000 di unità, rendendo insostenibile l’attuale stato sociale.
C’è dell’altro, però. Francia e Gran Bretagna, entrambi, supereranno la Germania sia come abitanti che… come PIL. Il tutto verso la fine del 2040. Tra 25 anni, quindi, l’Europa “tedesca” sarà un pallido ricordo. Chi si agita tanto, oggi, per l’invadente preponderanza teutonica potrebbe adottare il vecchio detto: siediti sulla riva del fiume e aspetta, vedrai passare il cadavere del tuo nemico. Succederà proprio così.
È chiaro che Angela Merkel, e con lei l’intera classe dirigente tedesca, sia quanto mai preoccupata dalla prospettiva. Se non altro per ragioni squisitamente “interne”. Mancando i lavoratori, chi mai pagherà il costoso stato sociale? Che fine faranno le stesse città? Lo spopolamento, inoltre, sarà pure asimmetrico. Colpirà di più l’Est sottosviluppato. In Sassonia, Brandeburgo e Pomerania, tanto per dire, hanno già stilato particolareggiati piani di sgombero e chiusura per molte “piccole città”. Un racconto speculare a quello del nostro Sud, il quale sta vivendo esattamente la stessa sindrome. Così come l’Italia nel suo complesso non sta affatto meglio della Germania. Il problema, infatti, è abbastanza diffuso in Europa. Mettiamoci dentro pure il Portogallo e quasi tutti i paesi della cosiddetta “nuova Europa”.
Cha fare?
Al solito la storia ci fornisce qualche utile insegnamento. Senza andare tanto distante, a noi basterebbe guardare alla politica demografica della Serenissima. Quando epidemie, peste in particolare, guerre o quant’altro falcidiavano la popolazione di Venezia la riposta arrivava subito: immigrazione. Friulani, bergamaschi, bresciani, trevisani, padovani, greci, albanesi, istriani, dalmati, tedeschi, svizzeri, andavano tutti benissimo. L’essenziale era non far perdere “peso” alla repubblica. Ne veniva favorita in ogni modo l’ingresso, l’inurbamento, l’integrazione. Ci sono svariati esempi a questo proposito. Ovviamente, la Serenissima non era l’unica a utilizzare lo strumento. Tanto per restare sulle rive della Sprea, si è trattato della direzione seguita del regno di Prussia per almeno un secolo, dai primi del Settecento agli inizi dell’Ottocento.
Angela Merkel e le autorità tedesche dimostrano di conoscere tanto la demografia quanto la storia. Del loro paese, se non quella di Venezia. Forse, però, anche quest’ultima, visto l’importante centro studi che le università tedesche mantengono a Ca’ Barbarigo della Terrazza. Proprio sul Canal Grande.
Sapere cos’è successo nel passato aiuta sempre a prendere le decisioni migliori nel presente, sperando così di non ripeterne gli errori. Restava da vincere l’insofferenza di tanta parte della popolazione, propria ed europea in senso lato, verso una rapida decisione in tal senso. Magari ci si sarebbe impaludati in interminabili discussioni con i Salvini di turno, senza neppure essere sicuri di farcela. Da un pezzo, in fondo, ci stavano provando. A questo punto, la foto di Alyan Kurdi è cascata a proposito.
Ah, sì, perché da storico, e quindi costituzionalmente maligno, mi permetto un’ultima osservazione: mica penserete che sia il primo bambino di tre anni che annega tentando la traversata del Mediterraneo? Se è così, toglietevelo dalla testa. Sono almeno centinaia, forse migliaia. Ai quali aggiungere i tanti morti di stenti, di fame, per mancanza di cure, nel deserto. Non è che per loro mancasse il fotografo al momento giusto, no, ci sono le immagini e le prove. Adesso, però, la Germania ha fretta. V’immaginate un cancelliere federale che viene bacchettato dall’Eliseo e da Downing Street perché non rispetta i vincoli di bilancio? Robe da dopoguerra… da due dopoguerra… insopportabile. Meglio spalancare le frontiere a questo punto. L’ultimo dei Mohicani non dev’essere un tedesco.