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7 Settembre 2014C’è ancora tempo per tornare al via. Anche se in città tutti sembrano già seduti al tavolo delle strategie e delle alleanze, al gioco dei tanti, troppi, nomi “per fare il sindaco”, c’è ancora tempo per un’idea vecchia ma sempre attuale, quella cioè – messa in campo all’alba proprio da Luminosi Giorni – della ricerca di una politica più seria, anzi, di una politica finalmente seria.
Trovo scritto in pagine antiche: “Il confronto civile nasce da una convinzione superiore: che il destino è comune per tutti e condiviso”. Ritorno allora a quella pagina bella di Luminosi Giorni in cui si tracciava la road map del lavoro da fare in città. Dopo altri mesi di disgregazione e contrapposizioni, anche deboli e futili, valgono ancora quelle parole: il destino comune si costruisce con il confronto delle idee. “La chiara forza della ragione ce lo dice: gli istinti, le emozioni più irrazionali portano al contrario, verso il buio dell’integralismo, delle separazioni, delle divisioni e degli egoismi, fuori dai valori della Democrazia Costituzionale”.
Le prime luci di Luminosi Giorni non annunciavano giorni di schieramenti e eserciti; al contrario inseguivano, volevano, desideravano la pacificazione. Lo stile, allora, va recuperato: perché il destino comune passa per il confronto. L’obiettivo, poi, va rimesso al centro: perché “ovunque si sente dire ‘pace’”, e ovunque, tranne nei salotti dei politicanti della città, si chiede una comune assunzione di responsabilità per il futuro di Venezia e dei suoi cittadini. E con questo stile (il confronto) e verso questo obiettivo (la pacificazione), che passi si possono compiere per una Venezia nuova? I passi li segnava dall’inizio la carta fondante di Luminosi Giorni: “Se la politica deve pacificare come propria missione prioritaria, il diritto e la legalità anche planetaria debbono esserne la garanzia”. Eccoli, allora, i passi, come li segnava Luminosi Giorni dall’inizio: un’assidua, ordinata, cocciuta ricerca dei diritti delle persone dentro la città.
Rimettiamoli al centro, i diritti: diritto al lavoro, diritto alla vita, diritto alla dignità, diritto ad essere assistiti nel bisogno, diritto alla speranza, diritto a veder riconosciute le proprie ambizioni e i propri meriti, diritto ad essere rappresentato e non annullato…
La squadra di Luminosi Giorni riporti se stessa, ma anche le altre associazioni, ma anche le forze politiche, ad un tavolo su cui sia scritta una chiara domanda: “Su quali diritti costruiamo, insieme, il progetto per la Venezia possibile?”. Il tempo delle strategie verrà dopo, quando sarà stata data una risposta comune e veritiera sul futuro a cui abbiamo diritto.
C’è ancora tempo per tornare al via. In barba a chi già pensa solo ai nomi da lanciare.