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RIGENERAZIONE URBANA Pubblicato un nuovo glossario per capire l’azione rigenerativa
6 Gennaio 2023Di DANIELE MARCHETTI Ormai è chiaro: dietro la candidatura di Elly Schlein non c’è solo la ricerca di un leader capace di riscaldare i cuori ormai gelidi del popolo Dem o il tentativo di rivitalizzare un partito esangue che nonostante la sua ancora grande base elettorale ha, da tempo, perso la sua identità e -con essa- la sua reale funzione politica. No, dietro l’appoggio alla vicepresidente dell’Emilia Romagna (per quanto se ne sa ancora non iscritta al PD, altra anomalia nell’anomalia) c’è molto di più; una precisa mira politica: riportare il PD, o ciò che resterà e come si chiamerà (tutto questo risulterà secondario), a capo della gauche italien.L’armata della sinistra Dem; quella degli Andrea Orlando, dei Goffredo Bettini, dei Nicola Zingaretti, Enrico Letta ed oggi, dei Dario Franceschini non ha per niente digerito né, tantomeno, perdonato a Giuseppe Conte la rimonta elettorale di un M5S che, soprattutto al Nazareno, davano già per “morto”.
A quel Conte che oggi -dito negli occhi- rivendica, addirittura, la vera leadership della sinistra con il controcanto di Sinistra Italiana e dei Verdi che dopo aver abilmente adoperato la scialuppa DEM per tornare in Parlamento-beffa nella beffa-, guardano a Giuseppe Conte e al Movimento 5 Stelle come il naturale loro imminente approdo.
Non c’entra nulla l’età dei candidati come vorrebbe far credere l’ex ministro della cultura; non c’entra nulla la generazione (o le generazioni) che distinguono Stefano Bonaccini dalla sua vice. È solo fumo negli occhi per quel popolo avvezzo e sempre prono alla buona fede dei suoi dirigenti.
Il progetto -elaborato da tempo nel pensatoio del quartiere Prati- suona più o meno così: portare il PD a sinistra con l’elezione di Elly “la passionaria”, tentare di costruire un nuovo PdS (Partito della Sinistra) coinvolgendo i grillini e sposando a piene mani (“scippando”) le loro battaglie identitarie per poi, grazie alla forza del radicamento territoriale (che il M5S non ha), portare via la segreteria del nuovo partito a Giuseppe Conte. Il tutto, ovviamente, con il silenzioso/assenso di Beppe Grillo che ha da tempo messo nel mirino l’ex Premier. (continua a leggere su SOLO RIFORMISTI https://www.soloriformisti.it/schlein-quale-strategia/)