COSTUME E MALCOSTUME La sindrome dell’Altrove
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19 Maggio 2022Siamo proprio convinti che il Venezia in Serie A quest’anno ci sia stato come i cavoli a merenda?
Negli esiti dei bilanci annuali della massima serie italiana chiuderà invece da capolista.
Il presidente arancioneroverde è l’ex numero uno della Borsa di New York, la Borsa più importante al mondo (Wall Street), Duncan Niederauer con l’economia ci sa fare, questo è chiaro.
Gestione economico/finanziaria
Vediamola nel dettaglio la gestione economico/finanziaria del Club lagunare in questa, viceversa, tribolata stagione sui campi di gioco.
Punto primo non fare debiti.
Punto secondo fare investimenti mirati sulle strutture: ristrutturare lo Stadio Penzo e ampliarne la capienza, creare un centro sportivo (il Taliercio) di assoluta avanguardia e capace di ospitare tutta l’attività di allenamento (7 campi di cui uno in erba sintetica di nuova generazione + una gabbia + nuovi spogliatoi per prima squadra, squadra femminile, tutte le squadre giovanili). Inoltre tribuna da 500 posti per le partite di campionato della formazione Primavera e della formazione Femminile, oltre a quelle di tutte le formazioni giovanili. Su tutto governerà la nuova struttura che ospiterà la sede gestionale del Club (direzione, amministrazione, sala incontri, sala multimediale, bar).
Le risorse? Distribuzione finanziamenti Lega Calcio (iscrizione, diritti tv), sponsorizzazioni, partnership, biglietteria, store. E…cessione giocatori.
Ricorso a finanziamenti bancari anticipativi dei crediti per ottenere liquidità immediata al fine di rispettare ogni scadenza (fisco, forniture, bollette, stipendi mensili di tecnici, giocatori, collaboratori, amministrativi, giardinieri, magazzinieri, autisti, ausiliari, stewards).
Realtà sportiva
Con questi principi corretti e virtuosi si è scontrata la realtà sportiva che, come detto da Niederauer nella scorsa estate, è arrivata forse anticipatamente in Serie A. Da ricordare, nelle sue parole, “faremo di tutto per rimanere nella massima serie ma, se non dovesse andare bene, ricostruiremo un team per un ritorno celere tra i grandi, ulteriormente ampliando lo Stadio per passare dalla deroga attuale, in Serie A, al definitivo quantitativo minimo regolamentare (NDR: portato di recente a 12.000 spettatori dagli attuali 11.150)”. Parole queste del Patron particolarmente premonitrici ma anche di assunzione di impegno a medio/lunga gittata.
Nel frattempo, per stare in linea di galleggiamento, il Venezia FC ha tentato la strada della creatività innovativa. Per far arrivare giocatori che potessero irrobustire la squadra neopromossa senza far traballare i conti. Quindi, avanti con gli algoritmi. Niente arrivi celebri, ma solo giovani di interessante prospettiva e qualche meno giovane in via di affermazione. Tutti rigorosamente provenienti dall’estero perché in Italia di atleti così, a cifre abbordabili per il budget arancioneroverde, non se ne trovano.
Tutto bene, allora. Ma la squadra retrocede di brutto a seguito di un girone di ritorno da incubo, passando da un vantaggio di 7 punti sulla zona retrocessione all’ultimo posto solitario. Come mai questo tracollo?
Iniziamo da un fatto meno evidente ma, nel caso specifico, di grande importanza nello sport: la nuova regola della Lega Calcio, basata anche questa sugli algoritmi (quali?), per cui il Venezia FC ha visto ribaltarsi la perdente e storica regola per cui nel girone di ritorno si presentava lo stesso calendario del girone di andata capovolgendo le sedi di gara. Ora invece il calendario del girone di ritorno lo fa il famoso algoritmo. L’ effetto, per il Venezia, è stato di trovarsi quasi tutti gli squadroni ad inizio ritorno con pressoché scontato esito negativo in serie delle partite.
Sul campo, poi, gli avversari sono stati avvantaggiati dalla conoscenza del modo di giocare degli arancioneroverdi, la famosa ripartenza dal basso tanto amata dal tecnico Paolo Zanetti. Modo di giocare probabilmente virtuoso, visto che Zanetti è un signor allenatore e ha studiato bene i vantaggi di tale gioco, ma metodo che ha bisogno di giocatori abili nel palleggio e nello scambio celere, altrimenti rischi l’intercetto avversario proprio davanti alla tua porta con conseguenze disastrose, come puntualmente successo agli arancioneroverdi. E senza contare l’enorme difficoltà riscontrata nel passare la metà campo, con conseguenti scarsi e ritardati rifornimenti per le punte. Conseguentemente ogni inizio partita, nel girone di ritorno, gli avversari nei primi minuti di partita hanno praticato un pressing esagerato, calato dopo 15/20 minuti, ma che quasi sempre ha prodotto risultato con gol sul groppone degli arancioneroverdi.
Tutto nero sul fronte giocatori?
Tutto nero sul fronte giocatori? Non proprio, se nell’analisi viene inserita la valutazione dei conti economici. Henry è stato decisamente un buon acquisto (le valutazioni, cifre e scadenze contrattuali sono ricavate da Transfert Mark) costato 5,5 milioni con contratto fino a giugno 2024. Dato il buon rendimento, una sua eventuale cessione può raddoppiarne il valore. Più di qualche altro, anche se meno importante, può rappresentare una possibile plusvalenza (Haps, Cuisance, forse persino gli stessi deludenti Busio e Tessman). Ma plusvalenze possono essere considerabili quelle di parecchi giocatori già in rosa dai campionati precedenti (la classe e la fantasia di Aramu su tutti). Purtroppo, alcuni buoni o discreti giocatori sono in prestito e destinati a cambiare squadra (Ampadu su tutti, ma anche Okereke, Ebuei). Altri prestiti saluteranno senza lasciare rimpianti (Nsame, Nani, Kiyine).
Defaillances organizzative
Ma questa annata nera non si esaurisce sul campo di gioco. L’organizzazione pensante della struttura societaria ha presentato parecchi buchi, alcuni dei quali hanno particolarmente indispettito gli appassionati. Nel mentre altri aspetti, come quelli relativi alle infrastrutture (ristrutturazione Stadio Penzo, Centro Sportivo Taliercio) sono stati apprezzati e ammirati.
Quello che si coglie in particolare è che sembra che ogni settore dell’amministrazione viaggi per conto proprio e senza coordinamento. Non si è capito bene se ci sia un direttore generale a cui fare riferimento, sia interno che esterno. L’abbinata Ticketing interno/Ticketone on line è sembrata, a dire degli appassionati locali, più volta ad allontanare il pubblico che ad attrarlo, avvantaggiando invece le tifoserie ospiti. Ovviamente non sarà stato nelle intenzioni, ma questa è stata la percezione evidenziata.
Simbologia della maglia
Abbigliamento, altro tema scottante. La maglia rappresenta la simbologia principe di ogni squadra di calcio. A Venezia si è discusso per decenni sui colori conseguenti alla fusione tra Calcio Venezia e Calcio Mestre avvenuta nel 1987. Ogni sfumatura che non rispettasse millimetricamente la presenza delle due squadre è diventata teatro di furenti discussioni. Poi, col tempo, le cose si sono aggiustate e si è passati alla pace dei sensi. Tricolore rispettoso e viva l’Unione. Quest’ultimo campionato ha celebrato invece la nuova maglia daltonica, via due dei tre colori societari (arancio e verde) e dentro gli all blacks. Apriti cielo e, ancora una volta: “non ci vogliono”.
Web, Facebook, Social
La home page, nella modernità, è diventata pure essa connotativa, identitaria e individua la mission societaria presentandone le funzioni e rafforzando, nell’interno, il dettaglio. In quella del Venezia FC non si capisce bene quale sia la mission: fare cartoline sulla città di Venezia? Agenzia di viaggi? Pubblicità di abbigliamento? Seggiolini colorati? Book di belle ragazze col broncio? C’è… anche una foto di un giocatore di calcio in azione. All’interno del sito internet, dove normalmente si riportano risultati, date, classifiche, futuri impegni sportivi, ecc., pur essendoci il titolo, non c’è nulla o quasi.
Ma internet conta molto in una società sportiva e non può essere preda della superficialità e dell’abbandono.
Femminile e Formazione Primavera
Per ritornare all’aspetto strettamente sportivo di quest’anno non si può non ricordare altri flop. La formazione femminile, che doveva essere uno dei nuovi fiori all’occhiello del Venezia FC e nonostante l’arrivo (anche qui) di straniere di qualità, non è riuscita a vincere il campionato di Serie C, pur essendo stata costruita per disputare la Serie B in quanto inizialmente sembrava che potesse prendere il posto di qualche formazione ritiratasi (cosa non avvenuta).
La formazione Primavera non è riuscita ad essere promossa nel campionato Primavera 1. Ma la squadra è stata costruita ex novo ad inizio stagione e solo la prima parte del torneo, perdente in fase di assemblaggio, ha determinato l’esclusione dalla prima categoria. La seconda parte è stata invece straordinaria, basti pensare che la capolista indiscussa, l’Udinese, è stata superata dagli arancioneroverdi per 4-0.
In conclusione questa brutta e sfortunata stagione del Venezia FC ha evidenziato più che altro problemi di struttura e carenza di pensatori. Quando l’ambiente, la sua gente in genere, invece è costituito da appassionati pensatori. Forse questo è il primo gap da colmare.