
E ora, amico russo?..
9 Marzo 2022
Io sono Occidente
16 Marzo 2022La manifestazione al Teatro Toniolo di domenica 6 marzo nella quale si è presentata una proposta di legge per la regolamentazione delle locazioni turistiche brevi segna auspicabilmente uno spartiacque positivo in questa battaglia. La proposta di legge, per ora in bozza, nasce dalla collaborazione di molte associazioni cittadine (così tante che non ne nomino nessuna per non fare un torto a chi eventualmente mi dimenticassi di citare) e arriva a rinfocolare un fronte già aperto, sia da iniziative dell’Amministrazione in carica (https://www.luminosigiorni.it/2021/04/firenze-e-venezia-il-decalogo/ ) sia da una recente proposta di Italia Viva di Venezia (ne parlavamo in questo articolo https://www.luminosigiorni.it/2021/11/proposta-di-italia-viva-su-locazioni-turistiche-intervista-con-donatella-schiuma/ ).
È un tema di cui pure come Luminosi Giorni ci siamo occupati molte volte, assumendo una posizione fortemente preoccupata verso il fenomeno delle locazioni turistiche (quindi siamo in spirito assolutamente in linea con le istanze rappresentate al Toniolo). Peraltro sul tema abbiamo anche organizzato lo scorso ottobre un webminar in collaborazione con la rivista SoloRiformisti di Firenze (https://www.luminosigiorni.it/2021/10/difesa-delle-citta-darte-il-nostro-seminario/ ). È dunque un gradito dovere per la nostra testata commentare questo ulteriore passaggio. Dico subito che qui non si entrerà nel merito delle proposte e del confronto tra le stesse, operazione che necessiterà eventualmente di un intervento specifico successivo, ma cercheremo di distillare alcune considerazioni generali.
Prima di tutto: perché parlo di spartiacque per la manifestazione del Toniolo se, come premesso, non era certo la prima volta che l’argomento veniva affrontato? Per vari motivi:
- La proposta del Toniolo non solo nasce da una collaborazione corale ma è stata pensata, direi con ammirevole umiltà, come un prodotto aperto a contributi e suggerimenti. Non è un dettaglio: troppo spesso i comitati cittadini hanno un atteggiamento ultimativo e barricadero, un tono da prendere (tutto) o lasciare. Insomma, l’approccio giusto. Posto qui questo articolo di Giovanni Leone (dell’associazione Do.Ve.), uno degli animatori del convegno, che descrive molto bene lo spirito costruttivo dell’iniziativa https://ytali.com/2022/03/09/residenzialita-e-turismo-una-proposta-di-legge/
- Si è registrata una partecipazione molto significativa di esponenti politici di varia provenienza. La quasi totalità era di opposizione ma comunque dimostra l’assunzione di impegno e un’attenzione che non erano affatto scontati (perché il partito delle locazioni turistiche è un portatore di interessi e di voti per tutti..).
- Ma non solo esponenti di opposizione: era presente anche un’autorevole rappresentante della maggioranza, Deborah Onisto (avercene, di persone attente e dialoganti come Deborah..). E il commento a caldo di Brugnaro alla manifestazione è stato sì “ruvido” (lui proprio non ce la fa a essere dialogante) ma sostanzialmente è stato un endorsement “le cose dette al Toniolo (..) costituiscono un punto del mio programma. (..) hanno detto quello che sostengo da anni”. Quindi una volta tanto non siamo di fronte ad uno scontro politico maggioranza/opposizione ma vi è una sostanziale condivisione del problema. Ripeto: cosa per nulla scontata per i motivi di cui sopra.
Naturalmente, nonostante queste ottime premesse, bisogna essere consci che la strada è lunga e piena di insidie. Prepariamoci intanto alle resistenze di chi dalla locazione turistica trae un reddito, talvolta assai significativo, con una tassazione molto bassa (è stata opportunamente ricordata da uno spettatore al Toniolo la somma ingiustizia dell’applicazione della cedolare secca a questi redditi). Quindi una platea comprensibilmente (e legittimamente, si intende) motivata e che ricorre ad argomentazioni tutte insidiose perché, va detto, contengono una parte di verità. Obiezioni che attingono a un’ampia gamma di registri.
Quello muscoloso: “siamo un Paese libero dove la proprietà privata è sacra, io con casa mia ci faccio quello che voglio”. Beh, non proprio tutto. Se così fosse, estremizzando, in un appartamento potrei mettere in piedi un’officina meccanica.. l’utilizzo della proprietà privata è sempre condizionato al bene pubblico (inteso nel senso più esteso).
Autoassolutorio: “Venezia perde abitanti da molto prima che scoppiasse il fenomeno delle locazioni turistiche: quindi i B&B non c’entrano nulla”. Vero, ma un fenomeno preesistente (comune peraltro a tutti i centri storici e lento) non esclude affatto l’impatto di un fenomeno successivo (molto più invasivo). Sarebbe come somministrare veleno a un vecchio e sostenere “mica gli fa male, prova ne sia che era già invecchiato prima che cominciassi ad avvelenarlo”.
Lamentoso: “grazie a questo reddito possiamo permetterci di vivere a Venezia,.. l’alternativa a noi sono solo finestre sbarrate, che ne dovremmo andare perché non c’è lavoro”. A parte che moltissimi dei locatori NON stanno a Venezia (anzi), l’asserita mancanza di lavoro è ingigantita e sottintende che chi abita a Venezia non abbia alternativa che lavorare all’interno del “pesce”. Si può benissimo lavorare in terraferma.. con un pendolarismo inverso a quello che fanno migliaia di persone ogni giorno.
Mercantilista: “grazie a questa attività portiamo soldi in città, ristrutturiamo e manteniamo gli appartamenti e creiamo un enorme indotto di servizi”. Vero, la locazione turistica porta denari e genera indotto. Ma quali sono i “costi occulti” – anche immateriali – del fenomeno? L’analisi costi/benefici va fatta a 360 gradi.
Benaltrista: “il problema a Venezia non è la mancanza di casa ma di lavoro, di servizi, di accessibilità, di vivibilità..”. Il problema della casa è un tassello di una spirale viziosa che coinvolge vari aspetti. Ma da un punto si deve cominciare per invertire il senso della spirale da viziosa a virtuosa. E la casa è esattamente il punto da cui partire.
Altro aspetto delicato su cui a mio parere è bene non farsi illusioni: mettiamoci in mente che Venezia in questa battaglia sarà l’assoluta (e sola) prima linea. Nella serata del Toniolo si sono fatti collegamenti esterni con rappresentanti delle amministrazioni di Roma, Firenze e Napoli. Indubbiamente un punto a favore dell’iniziativa, a dimostrare che l’allarme lanciato da Venezia non è il pensiero di pazzi visionari e velleitari. Ma paradossalmente, proprio l’intervento degli ospiti, soprattutto dell’Assessore alla Cultura di Roma, il noto intellettuale Miguel Gotor (fastidiosamente prolisso se posso dire) ha dimostrato che le altre città, se certo condividono l’allarme, sono (per ovvi motivi) indietro rispetto a Venezia e alla consapevolezza del problema. Gotor ci ha intrattenuto per venti lunghissimi minuti sullo svuotamento del centro di Roma, della perdita dell’anima della città, dello snaturamento del senso stesso di città.. . tutte cose sacrosante. Ma per noi scontate mentre aveva l’aria di raccontare (a noi!) delle cose sconvolgenti che aveva scoperto lui. Insomma, bene esserne consapevoli: al massimo le altre città faranno da supporto, fiancheggeranno l’istanza ma l’iniziativa politica non può non essere intestata a Venezia.
E a questo proposito, è importante cercare di essere realisti: la strada della legge di iniziativa popolare è estremamente impervia, al limite del velleitario. Molto saggio il suggerimento di Nicola Pellicani: cerchiamo di infilare una normativa speciale (che potrà poi essere adottata altrove) nella Legge Speciale per Venezia. È molto più realistico.