Delle campane e altri luoghi comuni
6 Giugno 2015Dilemmi e poste in palio del voto di domenica. BALLOTTAGGIO: EDITORIALI IN TEMPO REALE (O QUASI) 3
12 Giugno 2015Nel lontano 1992 Renzo Piano proponeva di intestare l’arrivo dei treni in un’isola (il Tronchetto) sopprimendo la stazione di Santa Lucia, in luogo della quale avrebbe visto la luce un campus annegato nel verde. Questa la lirica motivazione che l’archistar poneva a supporto dell’idea: “Tra la nuova stazione e la città tornerebbe l’acqua: Venezia sarebbe di nuovo isola. Invece di venire sparato dal treno direttamente sul Canal Grande, il visitatore dovrebbe uscire dalla corazza d’acciaio del suo mezzo di trasporto ed entrare in punta di piedi in una città d’ acqua“. Capite? Pensate che soddisfazione per un campaltino che all’alba inizia il suo turno in albergo a S. Marco, o al veneziano che rientra da Roma col treno la sera tardi, entrare ed uscire dalla città d’acqua in punta di piedi e non sentirsi sparato dal treno..
Naturalmente dell’intuizione di Renzo Piano non si è fatto nulla ma questo curioso episodio, significativo della siderale distanza di certi intellettuali (veri o presunti) dalla vita reale, mi è tornato sinistramente in mente quando Casson, nel faccia a faccia con Brugnaro sul Gazzettino TV, ha rivelato di aver concordato con quattro eminenti personalità in diversi campi dello scibile la collaborazione gratuita per supportarlo a governare la città.
Dunque altri Soloni. Ancora superesperti. Consulenti di lusso più o meno trendy che ci spiegheranno come cavarcela. Non è poi una grande novità: abbiamo già sperimentato innumerevoli incursioni (gratuite, ça va sans dire..) di intellettuali spocchiosi che hanno pontificato su tutto e tutti nella nostra città, prevalentemente con i toni dell’indignazione (si, perché indignarsi fa molto figo..) spesso sparando sciocchezze sesquipedali salvo poi dire che si trattava di “provocazioni”, altra cosa che fa molto tendenza. Tutta una categoria di privilegiati che non prende ogni giorno un vaporetto affollato, cui i barbanera non defecano sotto casa, che non vive i problemi concreti, quotidiani di noi tutti. Gente che una volta fatta la comparsata, dopo essersi indignata ed aver provocato, torna ai propri confortevoli salotti romani o milanesi essendosi guadagnata qualche titolo sui giornali, tutta roba che fa curriculum, che ne arricchisce il profilo, ne consolida la riconoscibilità e popolarità. Con la sua mossa Casson regala ora ai Quattro (degne persone per carità, nulla di personale) una sorta di abbonamento al diritto di tribuna, un diritto di sfruttamento dello straordinario effetto vetrina che Venezia garantisce. Senza impegno, senza vincoli, senza sporcarsi le mani (cosa radicalmente diversa sarebbe stato se i quattro diventavano Assessori ma così non è). E pure dovremmo plaudere alla sua capacità relazionale, pure dovremmo essere riconoscenti ai Quattro per il loro presunto disinteresse personale, per la gratuità del loro contributo su cui si è fastidiosamente insistito.
No grazie…
PS Mi corre l’obbligo di precisare per onestà che non ho mai pensato di votare Casson, per molte ragioni che non sto a dire. Ma quanto scritto non è influenzato dalla scarsa inclinazione verso il personaggio. Lo avrei scritto chiunque avesse fatto la proposta.