Meticciato prossimo venturo
23 Dicembre 2015Fare opposizione, costruendo e non demolendo
4 Gennaio 2016Tempo di Natale, parliamo di pace (e di guerra). Prendo a spunto il bellissimo manifesto contro la guerra, contro tutte le guerre, che Gino Strada ha postato sul suo profilo Facebook il primo dicembre. L’ho letto con commossa ammirazione e ne consiglio a tutti la lettura per l’intensità della testimonianza dei danni sulle popolazioni civili che hanno la sventura di trovarsi nei luoghi di conflitto e l’orrore per certe trovate quali le mine giocattolo, a forma di piccoli pappagalli verdi di plastica, fatte apposta per attirare un bambino curioso. Strada riporta in particolare che nelle guerre successive al secondo conflitto mondiale la percentuale di vittime civili è il 90% del totale. Un dato effettivamente spaventoso.
Da questa considerazione il fondatore di Emergency deduce un NO radicale e incondizionato alla guerra perché la tragedia delle vittime è la sola verità della guerra (in corsivo, ora e nel seguito, sono parole dello stesso Strada). E lancia un appello, certo utopistico, certo velleitario, ma non per questo meno nobile, perché l’umanità dedichi ogni sforzo dei prossimi decenni ad abolire la guerra, ogni guerra, di cancellarla come pratica umana così come ha saputo abolire la schiavitù perché la più aberrante in assoluto, diffusa e costante violazione dei diritti umani è la guerra, in tutte le sue forme. Cancellando il diritto di vivere, la guerra nega tutti i diritti umani. Dunque un fortissimo (e sacrosanto) richiamo ai diritti umani.
Qui però sorge un problema di principio, di cui Strada non può non essere consapevole ma sembra ignorare. In molti luoghi di questo pianeta e per sterminate moltitudini di persone, i diritti umani vengono sistematicamente violati anche in tempo di pace. Il mondo pullula di satrapi svitati e sanguinari, in moltissima parte del mondo islamico le donne vivono in una situazione di costante violazione dei loro diritti, ci sono milioni e milioni di persone affamate, sfruttate, perseguitate. Siamo cioè lontanissimi dall’aver applicato la solenne Dichiarazione universale dei diritti umani, sottoscritta nel 1948. “Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti” e il “riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti, uguali ed inalienabili, costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo”. Strada stesso ne lamenta accorato la mancata applicazione. Ed ha assolutamente ragione. Ma appunto qui cade in contraddizione. La violazione quotidiana dei diritti umani è colpa solo della guerra? Un esempio tra i mille possibili: tre anni fa le soldataglie di Boko Haram, non paghe evidentemente delle loro imprese in Nigeria, avevano preso a sterminare interi villaggi nel Mali. La Francia è intervenuta con sue truppe in supporto al governo di Bamako per respingere militarmente l’offensiva di Boko Haram verso sud e proteggere la popolazione inerme. Applicando le tesi di Strada non si sarebbe dovuto intervenire. Come è palese, si era di fronte ad una scelta. Delle due l’una: o li si lasciava fare e allora addio ai diritti umani, o li si combatteva in armi ed allora addio all’utopia irenica.
Perché, ragionando in punta di principio, siamo di fronte ad un nodo gordiano: riteniamo davvero che tutti gli esseri umani abbiano la titolarità inalienabile di alcuni diritti? Allora dobbiamo ammettere che se questa condizione non si verifica, si deve quanto meno considerare l’eventualità che debba essere perseguita con la forza. Anzi, sempre a livello di principio, quanto più crediamo nell’universalità e nella inalienabilità dei diritti umani individuali, tanto più dovremmo essere disposti a difenderli con la forza. D’altra parte, la stessa Dichiarazione di cui sopra quando recita “il riconoscimento della dignità (…) costituisce il fondamento (…) della pace nel mondo” esprime chiaramente il concetto che la tutela dei diritti umani è la precondizione per la pace e non il contrario, come sembra pensare Strada.
Ovviamente sono considerazioni di puro principio. So bene che dietro alle cause scatenanti una guerra vi sono mille e uno motivi che nulla hanno a che fare con queste nobili considerazioni. Ma resta il fatto che una posizione aprioristicamente contraria alla guerra in ogni sua forma favorisce oggettivamente il permanere dello status quo anche quando questo è indigeribile.
Un buon Natale di pace a tutti.