
COSTUME & MALCOSTUME – Elogio dell’incompetenza
6 Gennaio 2025
L’anno che verrà
8 Gennaio 2025Ho riletto e due ultime mail di Informazione Azione, le considerazioni di Colovini https://www.luminosigiorni.it/italia/la-vexata-quaestio-del-centro-politico/sul Centro, e il programma di Marattin con il suo nuovo partito Orizzonti liberali.
La prima impressione è di una moltiplicazione di iniziative scoordinate tra loro, con poca disponibilità a creare insieme un partito che parta dall’analisi della crisi italiana caratterizzata da una prolungata e ultraventennale stagnazione economica, con ragioni anche peculiari italiane che si aggiungono a un quadro oggi critico dell’intero Occidente. La necessità di avere un centro forte e consistente è ribadita da molti. Sala sindaco di Milano lancia l’idea di Ruffini come aggregatore delle frange inconsistenti oggi dal punto di vista dei sondaggi. Certo, punto di forza di Ruffini potrebbe essere il suo aggancio al mondo cattolico. L’impressione che non riesco a togliermi di Sala è di un obiettivo tattico, contingente: chiaro che un’alternativa alla destra oggi non c’è. Uniti si vince e ovviamente divisi si perde. Ma se si vince poi bisogna pur governare!
Renzi non crede all’area di centro e tenta di sostenere l’unione con PD, non graditissimo da quest’ultimo.
+Europa è sempre rimasto un partitino con tematiche verticali per usare un termine di marketing, quelle tradizionali, e che condivido, dei Radicali.
Infine Azione. Le due mail del 28 e 31 dicembre firmate da Calenda sembrano confermare – almeno ne ho avuto l’impressione – la sua scarsa disponibilità al dialogo con gli altri componenti del centro. E questa forse è la ragione per cui Marattin non è confluito in Azione, come si domanda Lorenzo Colovini.
Io rimango critico vs. l’impostazione di Calenda. Anche nelle sue mail citate, pur avendo perso consensi e parlamentari, ribadisce la sua tradizionale linea, che è certamente di serietà, impegno, ma non fa alcuna analisi del dimezzamento del consenso subito, ribadisce la giustezza della sua linea confermando fiducia. Fiducia in che cosa? Che nel periodo drammatico che stiamo vivendo, ben descritto dal recente Rapporto CENSIS, il vento di destra che soffia pur con intensità diversa in tutto l’Occidente, il calo del potere d’acquisto dei lavoratori dipendenti e pensionati, l’incertezza e lo scontento diffuso, il blocco dell’ascensore sociale, il fabbisogno di più welfare insoddisfatto e non soddisfabile sostanzialmente con le poche risorse di bilancio disponibili, l’elettore sia attratto dalle proposte di emendamenti certamente seri, dal salario minimo (senza spiegare perché il salario è rimasto basso dato che subiamo una perdita di attrattività del paese e mancato sviluppo, a differenza degli altri paesi OCSE), ecc.
Non so se Marattin sia cosciente di questo. Vedo solo un cenno sul suo programma che potrebbe farmi sperare, dove en passant pone le origini della ns. crisi agli anni ’60.
Ho scritto e detto alla noia, trovandomi anche abbastanza solo:
1. Che non vedo spazio e opportunità di un centro moderato. Vi è già Forza Italia. L’Italia ha bisogno di sviluppo, e questo richiede riforme (V. Cottarelli) Rendere il paese attrattivo per chi investe e fa impresa. In questo senso Renzi ha ragione.
2. Con queste impostazioni i vari partitini non avranno alcuna chance di successo
3. La differenza di un centro alla Cottarelli, come io vorrei, richiederebbe:
a. il superamento dei personalismi e delle incompatibilità tra i leader,
b. Una fusione dei diversi partitini, ora 4, Azione, IV, +Europa e Orizzonti Liberali
c. E il lancio del nuovo partito con molta enfasi da porre sugli aspetti riformisti, presupposto peri uno sviluppo che non sia basato su concetti populisti o di ridistribuzione di una ricchezza che non c’è, almeno in misura sufficiente come propongono Landini e, forse, almeno apparentemente, la Schlein, ma con rispetto dei principi dell’economia di mercato.
Immagine di copertina: © Istituto di Politica