Agonia dei partiti nel teatrino delle frasi studiate e ad effetto
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19 Dicembre 2018In un gustoso articolo, apparso qualche giorno fa, “Torino – Lione. Delitto su commissione” Sergio Rizzo ripercorre, con registro ironico, la vana attesa di una decisione (si fa/non si fa) sulla TAV da parte del Ministero delle Infrastrutture (e del suo ineffabile titolare Toninelli). Ripropongo la successione degli eventi che riporta Rizzo perché paradigmatica di un atteggiamento generale che merita qualche osservazione a margine.
- L’8 giugno il Sindaco Appendino dichiara che “entro due settimane” Toninelli avrebbe presentato un dossier sui costi/benefici dell’opera. Mai visto nessun dossier.
- In compenso Toninelli annuncia l’istituzione di una commissione per l’analisi costi/benefici.
- A settembre promette che la commissione presenterà i risultati entro fine novembre.
- A metà novembre Toninelli annuncia: “faremo di tutto” per avere un’anticipazione entro fine dicembre (NB anticipazione di qualcosa che era stato promesso per un mese prima).
- Nel frattempo nulla si sa della composizione della misteriosa commissione. Ma esiste davvero? Il ministro non si sbottona in compenso rivela che sarà integrata con un rappresentante dei NO TAV e da un SI TAV (per par condicio, eh che scherziamo..). Adesso! Con le vacanze di Natale di mezzo molto improbabile avere le prime anticipazioni a fine dicembre…
Insomma una commedia. “Aspettando Toninelli”… roba che Godot al confronto è un dilettante.
Sergio Rizzo ne trae la conclusione che si tratti di una tecnica consapevole per rimandare sine die una decisione politicamente dura da prendere. Perché a dire SI alla TAV si tradisce l’animo ambientalarcadico e felicementedecrescente dell’elettorato di riferimento, a dire NO si rimedia una rivolta delle associazioni produttive, una botta di miliardi da restituire all’Europa, nonché un danno reputazionale enorme per il Paese (oltre a creare l’ennesima situazione di attrito con l’alleato di governo). E, conclude Rizzo, se proprio alla fine dovesse, Dio non voglia, uscire una decisione, sarà stata la Commissione.
Tutto vero. Ma io temo che sia se possibile ancora peggio. Perché accanto a questa componente diciamo razionale (perversa certo ma indubbiamente razionale perché utilitaristica) coesiste un substrato, intrinseco nella mentalità pentastellata, totalmente irrazionale per il quale in fin dei conti mica è necessario prendere una decisione, ovvero fare i conti con la realtà. Perché, fateci caso, la stessa pervicace e spensierata tendenza a non decidere nulla si ha, tanto per non andare lontano, sul MOSE, sul tema delle grandi navi (dopo mesi che era stato invocato, Toninelli annuncia che vuole vedere tutte le soluzioni e si esprimerà a stretto giro… più visto e sentito) e in generale su tutte le grandi opere del Paese. Il problema c’è? Lo si ignora, semplicemente o si annunciano a vanvera analisi costi benefici. Che, detto per inciso, sono uno strumento decisionale utile ma assolutamente privo dell’oggettività che si tende ad attribuirvi. Qualsiasi analisi costi benefici infatti dipende in maniera determinante da ciò che gli autori vogliono fare risultare…
Ma questa fuga dalla realtà è una costante direi strutturale, della forma mentis dei grillini. Che sembrano capaci solo di una lettura monodimensionale del mondo mentre in natura vige (in tutti i campi, non solo in fisica) il principio di azione e reazione: ogni azione provoca una reazione, una conseguenza di cui tenere conto e con cui fare i conti. Ci sono poveri in Italia? Bene, facciamo il reddito di cittadinanza. Aboliamo per legge la povertà. Ottima idea ma, appunto, azione e reazione. Per pagare il reddito di cittadinanza devo tirare fuori i soldi. Forse allora che facciamo di tutto per creare PIL? Magari potenziando le infrastrutture? Manco per niente, viva la decrescita felice, che le fabbriche inquinano, le infrastrutture sono fonte di mangerie ecc. ecc.
È una novità assoluta, perché in passato tutte le ricette economiche, di destra o di sinistra che fossero, avevano una concezione teoricamente conclusa, magari estrema o discutibile, sovente velleitaria ma l’avevano. Da sinistra si volevano favorire i poveri? il mantra era redistribuzione: facciamo una draconiana patrimoniale. Da destra si volevano tagliare le tasse? Si perché se taglio le tasse do impulso all’economia e così lavoro ai poveri. Giuste o sbagliate che fossero, tutte ricette economiche con una loro ratio.
Ora, intendiamoci, in natura esistono i terrapiattisti, quelli che pensano che Hitler sia ancora vivo o che l’uomo non sia stato sulla Luna.. di svitati il mondo abbonda e ignorare il principio di azione e reazione non è il peggiore dei peccati. Peccato però che questi tizi hanno un vasto consenso elettorale, quindi la loro lettura delle cose è, ancorché in maniera inconsapevole, evidentemente condivisa.
Dicono che il popolo ha sempre ragione ma…