
LA SCUOLA VISTA DA DENTRO Meritocrazia e valutazione degli insegnanti
7 Luglio 2015(Punti di vista diversi in Luminosi Giorni)BRUGNARO PRO E CONTRO: PRO,CON JUICIO. E se…..?
8 Luglio 2015D’accordo, l’insegnamento è un mestiere particolare. E più che per altre attività lavorative è difficile valutarne la qualità. Così difficile che in Italia i professori non sono stati finora soggetti ad alcuna valutazione. Viene sì attribuito loro un “punteggio” ma questo è sostanzialmente basato sull’anzianità di servizio e serve in pratica solo a regolare i trasferimenti di cattedra. Non influisce sulla retribuzione, per dirne una.
Ebbene, valutare i professori sarà anche difficile ma non impossibile. Questa invece sembra la convinzione della larga maggioranza del corpo insegnante contro la cui opposizione sono naufragati i vari tentativi, più o meno convinti, di molti Ministri della Pubblica Istruzione del passato.
Siamo oggi all’ennesimo tentativo: la riforma cosiddetta della Buona Scuola che il Governo sta tentando di imporre usando bastone (fiducia e maxi emendamento) e carota (la promessa di assunzione di una moltitudine di precari). Non tento neppure di entrare nel merito della riforma nel suo complesso. Non ho la tecnicalità necessaria e d’altronde il lunghissimo testo di legge non è cosa intelleggibile agli umani. Mi limito allo specifico tema della valutazione degli insegnanti. Questa viene demandata al Preside (o preside-sceriffo, come subito ribattezzato) affiancato da un Comitato di Valutazione composto, oltre che dal Preside stesso, da tre insegnanti, un soggetto esterno e due genitori (o uno studente e un genitore alle scuole superiori).
Ora, a parte il dubbio tecnico di chi valuta i tre professori del Comitato di Valutazione, mi pare che la soluzione sia equilibrata e meriti di essere considerata senza pregidizi. La valutazione è soggettiva, d’accordo, ma in quante altre realtà lavorative avviene esattamente lo stesso senza che sia motivo di scandalo? Forse che il capufficio di una qualsiasi azienda per valutare i suoi sottoposti non si affida molto alla sua percezione soggettiva? Forse che il preside non è in grado di capire se un insegnante funziona o meno? Basta chiedere a tutti coloro che hanno figli in età scolare se non hanno una chiara percezione di quelli che sono gli insegnanti buoni e di quelli meno buoni (e soprattutto di quelli pessimi). Perché mai il Preside dovrebbe vivere in una bolla di vetro e non avere percezione di chi tira la carretta e chi no? Oltretutto supportato dal Comitato in cui è rappresentata anche la “controparte” (ovvero genitori e studenti). Vero, non ci sono dati oggettivi, sono possibili nepotismi, favoritismi, valutazioni distorte ma questo rischio è presente da sempre in moltissimi altri ambiti, in una banca come in un ufficio pubblico. Uno strumento utile (ancorché non risolutivo) per una valutazione oggettiva sarebbero i famigerati test INVALSI, guarda caso aborriti proprio dagli stessi insegnanti che si lamentano della mancata oggettività (!!). Ma a parte tutto vogliamo per una volta assumere il principio di responsabilità del Preside che, a meno che non sia idiota o in malafede, ha ampi strumenti per una serena valutazione? E soprattutto, vogliamo per una volta trovare un meccanismo per togliere di mezzo quei (pochi) professori del tutto inadatti al ruolo che infestano la scuola e verso i quali oggi il sistema è totalmente privo di strumenti? Alzi la mano chi non si è imbattuto nel corso di studi suo o dei figli in professori variamente psicopatici. O inetti, o largamente incompetenti.. tutti intoccabili che hanno minato l’offerta formativa di certi Istituti per anni.
Va detto chiaramente che i professori non hanno nulla da temere da un meccanismo di valutazione di questo tipo, essendo in larghissima parte preparati e del tutto all’altezza del loro compito. Ed è auspicabile che superino le comprensibili, direi quasi istintive, resistenze ad un cambiamento epocale che anche in questo caso hanno manifestato. Perché questa è una svolta decisiva per la modernizzazione di questo Paese e per il riconoscimento del ruolo fondamentale degli insegnanti stessi.