Abbiamo condiviso con la Direzione di questa testata l’opportunità di realizzare un articolo che ha tutte le caratteristiche di una autopromozione elettorale.
L’abbiamo deciso perchè la mia candidatura al Consiglio Regionale del Veneto è coerente con il profilo che questa testata ha cercato di consolidare in tutti questi anni.
Mi candido con la lista Uniti per Manildo Presidente per portare in Regione una voce libera e concreta: quella di chi crede che il futuro non si cambi con gli slogan, ma con competenza, coraggio e capacità di fare.
Il Veneto deve tornare a essere la locomotiva produttiva e culturale d’Italia: una terra che unisce impresa e bellezza, lavoro e innovazione, visione e pragmatismo.

Chi sono

Fotografo per passione, imprenditore per formazione, riformista per convinzione.
Con il progetto editoriale Venezia nei Campielli ho raccontato la città autentica, quella che non vive nei souvenir ma nella vita reale delle persone. Con Venezia in divenire  ho cercato di raccontare come la città storica di fatto sia sempre stata soggetta a profondi cambiamenti nella sua struttura e nelle sue forme architettoniche. Con Venezia Vive, in uscita in questi giorni, patrocinato da Confcommercio, ho dato voce alle imprese che non si arrendono, che creano valore e futuro.
Perché un territorio non cresce con i contributi a pioggia, ma sostenendo chi produce, investe e innova.

Sono un manager e uomo di sport.
Ho lavorato in aziende internazionali e guidato una joint venture italo-tedesca.
Parallelamente, nel pieno spirito del volontariato, ho servito per molti anni come Presidente del Centro Universitario Sportivo (CUS Venezia), contribuendo alla realizzazione degli impianti sportivi di Calle dei Guardiani, oggi punto di riferimento per la comunità studentesca e sportiva cittadina.
Da sempre seguo con passione le vicende calcistiche del Venezia ArancioNeroVerde, una squadra che incarna lo spirito combattivo e poetico della nostra terra.
Da Presidente del CUS ho imparato che il gioco di squadra vale più di qualsiasi individualismo: si vince con regole chiare, impegno costante e risultati misurabili.
È così che dovrebbe funzionare anche la politica.

Editorialista e voce critica.
Scrivo su questa testata da molti anni e anche su Nexus, perché la politica deve tornare a occuparsi di risultati, non di posizionamenti.
Venezia e il Veneto non hanno bisogno di nostalgie, ma di un piano serio per crescere, semplificare, attrarre capitale umano e investimenti.
Non voglio parlare dei massimi sistemi o dei temi generici come fanno molti. Mi limito ad individuarne alcuni sui quali penso di aver qualcosa da dire e proporre.

Venezia cuore del sistema metropolitano
Venezia deve tornare a essere il cuore di un sistema metropolitano veneto che unisce la città d’acqua alla sua terraferma, da Mestre a Marghera, fino a Padova e Treviso.
Qui si gioca la vera sfida del futuro: costruire un Veneto policentrico e funzionale, capace di connettere territori, persone e imprese.
La Regione deve fare da regista, agevolando la collaborazione tra comuni, poli di ricerca e realtà produttive, investendo in infrastrutture moderne e digitali.
Serve una Regione che sappia coordinare, non comandare!
Occorre una visione che riqualifichi, attragga e innovi, rompendo i campanilismi e mettendo in rete le energie migliori.
Venezia e la sua terraferma possono tornare a guidare il Veneto del domani, con coraggio, concretezza e ambizione.

Venezia e il suo porto, per tornare a guardare al mare
Il porto non è un problema da contenere, ma un volano da liberare. Nel rispetto degli equilibri della Laguna che non va interpretata come un elemento ambientale nè immodificabile, nè consolidato. La storia d del passato e anche quella più recente ci insegna che gli interventi umani hanno contribuito a preservarla, a rivitalizzarla, a valorizzarla.
Serve una visione integrata tra porto, interporto e aeroporto per fare del sistema veneziano uno dei grandi hub europei della logistica sostenibile e dell’economia del mare con ampie ricadute economiche in tutta l’area metropolitana.
Investire in infrastrutture, digitalizzazione e semplificazione vuol dire generare lavoro vero, non assistenza.

Turismo e nuove regole per le locazioni
Il turismo è una risorsa strategica, ma va governato con equilibrio e regole chiare.
Non possiamo permettere che la rendita immobiliare spazzi via la vita dalle città.
Propongo un modello regionale che premi e garantisca chi affitta stabilmente, punti ad offrire standard di qualità e incentivi il ritorno dei residenti.
Venezia deve restare viva e abitata, non trasformarsi in un parco tematico.
Il turismo deve essere un settore produttivo, non una rendita di posizione.

I nuovi lavori da attrarre
Il Veneto e Venezia in particolare devono tornare ad attrarre talenti e imprese del futuro.
Serve una politica industriale che punti su digitale, green economy, cybersecurity e industria creativa: i settori dove cultura, tecnologia e sostenibilità generano valore.
Dobbiamo far dialogare università, imprese e pubblica amministrazione efficiente per costruire un ecosistema che premi il merito e non disperda il talento.
Il Nordest può essere una terra dove le idee diventano impresa e il lavoro è sinonimo di dignità.

Un Veneto riformista e concreto
Credo in una Regione che investe, non che promette.
Che semplifica, che accompagna le imprese, che ascolta e decide.
Non una macchina lenta, ma un motore di opportunità per chi lavora, studia e rischia.
Il Veneto ha bisogno di pragmatismo, di fiducia e di una politica che non si accontenta di gestire, ma costruisce futuro.

Tradizione, servizio, futuro
Il mio impegno nasce dal rispetto per la storia e dalla volontà di costruire ciò che viene dopo.
Difendere l’identità, servire la comunità, creare opportunità.
Metto la mia esperienza, la mia passione e la mia visione al servizio di un Veneto che vuole tornare a crescere.
Perché il futuro non si aspetta: si fa. Con coraggio, competenza e visione.