
RIGENERAZIONE URBANA Urbanistica selvaggia anni ’60, nel Sud Italia e a Mestre: analogie e molte differenze
21 Maggio 2025
Nero indelebile
21 Maggio 2025Marco Aime, il noto antropologo e africanista, scrittore e docente di Antropologia culturale presso l’Università di Genova, ha trovato modo – rispondendo al noto storico ed editorialista del Corriere della Sera Ernesto Galli della Loggia, in un interessante articolo apparso sul quotidiano “Domani” del 14 aprile scorso (https://www.editorialedomani.it/idee/commenti/se-galli-della-loggia-insiste-sulla-falsa-supremazia-delloccidente-wz36ozgi) – di indicare un episodio storico che entra a pieno titolo in questa rubrica: quello dI re Ashoka, che regnò in India nel III sec. a.C.
Così Aime, raccogliendo la sfida lanciata da Galli della Loggia – il quale, a partire dall’incipit del suo articolo «Solo l’Occidente conosce la storia» sosteneva «che solo in quell’area geo-storica che si chiama Occidente la conoscenza dei fatti storici e la riflessione su di essi ha dato vita a una dimensione culturale particolarissima…», chiedeva retoricamente: «Fuori i nomi di qualcosa di simile al dialogo riportato da Tucidide tra gli ambasciatori ateniesi e i Meli o alle pagine del Principe, che non abbia visto la luce da queste parti! Fuori i nomi di qualcosa che somigli alla Dichiarazione dei diritti dell’Uomo e del Cittadino che non porti il marchio della civiltà occidentale!» – risponde indicando varie esperienze storiche, note e meno note ma tutte documentate, che dimostrano il contrario di quanto sostiene l’editorialista del “Corriere”; tra queste, quella che ci interessa e che riguarda anche gli animali è questa:
«Bene: il sovrano indiano Aśoka (304-232 a.C.) introdusse leggi che rappresentavano una vera rivoluzione culturale: furono proibiti la caccia e anche il ferimento di animali, si ridusse la gravità delle pene, concesse almeno 25 volte l’amnistia a prigionieri e condannati a morte, fece costruire ospedali per uomini e animali, università, ostelli gratuiti per i pellegrini, sistemi di irrigazione e traffico fluviale, e nuove strade. Le sue leggi proibivano ogni discriminazione per casta, fede o schieramento politico. In generale, le leggi introducevano nuove restrizioni, ma non rinnegavano alcuno dei principi morali preesistenti delle varie religioni che componevano l’impero.»
In realtà il regno di Aśoka (o Ashoka in caratteri latini) non fu tutto rose e fiori, anzi. Questo importante sovrano, “Ashoka il Grande”, per la prima volta nella storia unificò tutto il territorio dell’India, estendendolo anche all’odierno Pakistan e a parte dell’Afghanistan. Alla morte del padre Bindusara nel 274 a.C. Ashoka si impadroni del potere, e per farlo ordinò che fossero uccisi tutti i suoi fratelli e di torturare i loro sostenitori. Dopo quattro anni di sanguinosa guerra civile, s’insediò finalmente sul trono della capitale Pataliputra e diede inizio a un regno che fu caratterizzato da un cruento dispotismo (dal sito Storica del National Geographic, s.v. “Ashoka”). La crisi spirituale sopravvenuta – sembra proprio a causa di resipiscenza per tutto il sangue versato e le sofferenze inflitte – lo portò ad aderire al buddhismo e a farsene convinto sostenitore, e quindi a emanare leggi scritte che rappresentano i più antichi documenti dell’epigrafia indiana, redatte anche in lingua aramaica e greco-aramaica, particolarmente tolleranti verso tutte le forme viventi.
Anche per questo fa molto effetto, e desta particolare impressione, la recente proposta di legge del governo italiano, a fare data dal 17 maggio 2025, in materia di “Riforma della caccia”. Eccone i punti principali (secondo lo schema e il commento dell’Agenzia DIRE, www.dire.it):
- La caccia da attività ludica diventa una pratica che per legge concorre alla tutela della biodiversità e dell’ecosistema, dimenticando gli impatti che determina sulla conservazione della biodiversità. Un vero e proprio atto autoritario che, senza alcun tipo di condivisione con il mondo esterno a quello della caccia, impone a tutti un’attività che la maggioranza della popolazione ormai non condivide.
- Si estendono enormemente le aree cacciabili, riducendo e in alcuni casi azzerando le regole e i divieti.
- Le Regioni sono obbligate a ridurre le aree protette se ritenute “eccessive”, secondo una interpretazione della legge che il Consiglio di Stato ha più volte ritenuto errata, prevedendo addirittura un potere sostitutivo del Ministro dell’Agricoltura.
- Vengono riaperti gli impianti di cattura dei richiami vivi e le specie che possono essere catturate passano da 7 a 47 (milioni di animali oggi liberi finiranno all’ergastolo). Viene eliminato ogni limite nel possesso di uccelli da richiamo provenienti da allevamento. I controlli diventano sostanzialmente impossibili, favorendo il bracconaggio e il traffico di animali.
- Viene consentita la caccia nelle aree demaniali come spiagge, zone dunali, foreste, praterie con enormi rischi per escursionisti, villeggianti, ciclisti.
- Cancellato ogni limite alla costruzione di nuovi appostamenti fissi di caccia con enormi impatti sul turismo e sull’inquinamento da piombo dei pallini.
- Le gare di caccia con cani e fucili sono consentite anche di notte e nei periodi di nidificazione.
- Nelle aree private la caccia potrà essere esercitata senza regole.
- Viene riconosciuta la licenza di caccia ai cittadini stranieri (NdA: vi ricorda niente?) e non è prevista alcuna formazione dei cacciatori stranieri sulle regole italiane.
- Si aumentano i periodi di caccia che vengono estesi oltre febbraio (periodo di migrazione prenuziale e nidificazione).
- Possibile l’aumento delle specie cacciabili da parte della politica senza alcuna verifica preventiva dal punto di vista scientifico.
- La caccia sarà consentita anche dopo il tramonto con l’impossibilità di distinguere le specie ed enormi pericoli per la pubblica incolumità.
- Sarà consentita la braccata anche sui terreni innevati così da poter seguire le tracce degli animali e si disturberanno tutti gli altri nonostante siano in condizioni di difficoltà.
- Le guardie giurate di banche e supermercati potranno uccidere animali.
- Sono previste sanzioni fino a 900 euro per chi protesta contro le uccisioni di animali durante le attività di controllo, mentre non è prevista alcuna modifica dell’impianto sanzionatorio penale e amministrativo volta a reprimere il bracconaggio e il traffico di animali selvatici.
Commenti reperibili on line. Qui, solo un paio di considerazioni. Questa delirante proposta di legge potrebbe avere motivazioni o spiegazioni diverse, al di là dell’evidente estremismo filo-venatorio, difficili per ora da analizzare. In questo momento qualcuno ne rileva il manifesto profilo di incostituzionalità, in base all’art. 9 della nostra Costituzione:
“La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e della ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni.”
Nei prossimi giorni vedremo se effettivamente la proposta di legge verrà portata in Consiglio dei Ministri; certo che il confronto tra chi duemila anni fa legiferava in favore del rispetto e della salvaguardia di tutto ciò di cui anche noi facciamo parte, e chi oggi ne prospetta la distruzione, risulta impietoso e imbarazzante (e l’idea di “progresso” con cui ci siamo spesso cullati proprio in Occidente?), se aveva ragione il Mahatma Gandhi quando sosteneva che:
“La civiltà di un popolo si misura dal modo in cui tratta gli animali.”
Che dire allora del popolo della Nuova Zelanda? Ben dieci anni fa il suo Parlamento approvava un emendamento alla Carta costituzionale per il Benessere degli animali. Nell’emendamento si riconosce esplicitamente che gli animali sono “esseri senzienti”, dotati pertanto della capacità di provare emozioni positive o negative, quali stress e dolore, e che come tali hanno diritto a essere protetti o salvati da situazioni di abuso, abbandono e violenza fisica ed emotiva. L’emendamento include inoltre il divieto dell’impiego di animali per testare prodotti cosmetici. (dal sito Eticamente.net)



