Il risveglio liberale
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30 Agosto 2024Dire ciò che si rincorre all’interno delle composizioni poetiche di Michela Manente all’interno della sua ultima raccolta, “Poesie della conoscenza”, non può prescindere, a mio avviso, da uno sguardo attento ad una sua precedente produzione, che ho avuto la graditissima occasione di presentare due anni fa dietro invito dell’autrice. Intendo riferirmi alla sua raccolta di haiku 5-7-5 haiku 3-6-6 giorni, del 2020. Già all’interno di questa sorta di calendario poetico originalissimo, dove la forma orientale veniva dal poeta dipanata attraverso temi occidentali vicini all’esperienza dell’autrice, emergevano temi che poi qui, nella nuova raccolta più recente, troveranno maggiore respiro e forza espressiva.
Mi riferisco in primis al tema della natura che, attraverso le diverse stagioni, prende per mano noi lettori attraverso suggestioni diverse : eccone alcuni.
7 marzo
Cirri corrono
Contro brezze crudeli.
Sprazzi d’azzurri .
15 maggio
Refoli intrisi
Di petali e nuvole.
Stagione bella.
16 novembre
Ghiaccia la terra.
L’albero di cristallo si fa etereo.
Ed ancora il senso della funzione poetica, della forza della poesia che infinitamente sostiene lo sforzo di vivere.
28 aprile
La poesia?
Grido sordo, magia,
arte intrinseca.
18 ottobre
Insegna Edison.
Brilla la poesia.
Non si consuma.
Nella raccolta “Poesie della conoscenza” il poeta allarga in qualche modo il suo orizzonte , il suo respiro riflessivo, mettendo accanto, in composizioni più articolate, o rincorrendo in due sezioni di nuovo la forma dell’haiku, una sorta di firma riflessiva che spazia attraverso temi molto diversi tra loro: mi riferisco ad esempio ai componimenti che vengono dedicati a personaggi famosi della cultura che lei ha sentito particolarmente vicini. Limpida e profondissima la poesia dedicata a Wolfgang Petersen, regista de “La storia infinita” , evocato con parole come :
Inventa storie sempre inedite
E infinite, scorrevoli
Sul grande schermo dei sogni
Intorno all’oblio di dita intrecciate.
Ma c’è sempre lo sguardo alla natura, qui consegnato soprattutto ad immagini d’acqua, acqua vista da un sottomarino, l’acqua di un lago svizzero, quella illuminata da un faro, o l’oceano blu blu blu che incanta i suoi occhi.
Non può mancare in questa dimensione tematica un doveroso omaggio a
Venezia attraverso i suoi simboli visivi e storici. Ed ancora poetici, nel ricordo delle antiche rimatrici. Ecco una strofa a questo proposito da “Venetìa” p.39.
Lungo il corso Grande
Raccontano le gesta maestose
Di generali di tutti i mari
Le cortigiane da nobili ranghi
Accolte, poetesse abituali.
Ma è sulla forza della scrittura che vorrei soffermarmi alla fine di queste brevi note su di un libro di poesie così intenso e significativo: il distillato più profondo, infatti, a mio avviso, dell’ispirazione dell’autrice va qui, di nuovo, come nella raccolta di haiku del 2020, al potere della scrittura, al suo dono di dare vita nuova, profonda, a chi scrive e a tutti coloro che possono trarre beneficio dalla scrittura stessa. Lo dice Michela Manente proprio in suo haiku tratto da Haiku della settimana.
Martedi.
E’ un lucido
Rapimento.qui scrivo
E sopravvivo.
Anche quando parla della paura della guerra, del terrorismo, del futuro del proprio Paese, nella lucida percezione della realtà del presente, risulta comunque vittoriosa la capacità della tensione poetica di dire l’infinito con le parole finite , come in qualche verso di “Senso dell’infinito” p.69
Sogno di descriverlo l’immenso
Da quella siepe che il guardo esclude.
Mi sento un viandante invalido
Che canta alla luna.
Di sorprenderlo ogni giorno m’illudo
In attimi di estasi
Immacolati come l’alba
Che saluta ogni dì il sole fuoco.
Ed è questa la forza dell’autrice, quella forma di speranza implicita che emerge comunque sempre dai suoi versi, nel rincorrere sempre nuove idee con la gioia della sua scrittura.
Michela Manente, 5-7-5 haiku 3-6-6 giorni, Spring Edizioni 2020
Michela Manente, Poesie della conoscenza, Kanaga Edizioni 2024