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30 Settembre 2024Giovani e Res Pubblica: due mondi apparentemente agli antipodi
30 Settembre 2024All’inizio di questo precoce Autunno sento la necessità di fare con i miei lettori un’altra incursione in quella zona letteraria di transito che avevo già affrontato nello scorso Aprile con la recensione del libro di Silvia Vecchini.
Già in quell’occasione avevo sottolineato la particolare qualità di quella raccolta di racconti che, pur indirizzata ad un giovanissimo pubblico, in realtà conteneva temi di riflessione universali e moto adatti anche a lettori adulti. Scorrendo recentemente le novità editoriali di ogni genere che affollano i supplementi letterari dei quotidiani, mi sono imbattuta in un libro di David Almond, Un ragazzo tutto nuovo, che presenta in un breve romanzo illustrato per ragazzi la storia di un nuovo compagno di classe che è in realtà un robot, il quale coi suoi compagni impara gradatamente la bellezza del mondo affettivo, di relazione, di gioco, allontanandosi gradatamente dalla sua iniziale “natura” artificiale, per farsi sempre più felicemente umano.
Bene, mi capitava di avere in casa il libro d’esordio di questo scrittore inglese, considerato la più grande firma vivente del Regno Unito per i giovanissimi, l’ho riletto con la stessa passione di 10 anni fa, in cui mi è arrivato in casa, e ve lo consegno per rendere lieve e magico il vostro tempo di lettura della mia rubrica.
Il libro si intitola “Skellig”, scritto nel 1998, e si situa immediatamente in quello spazio di scrittura di cui parlavo anche nella recensione della Vecchini, e che permette a noi adulti di afferrare dimensioni della realtà che abbiamo da tempo abbandonato nel segno del pragmatismo dell’età matura.
La cosa che rende singolare questa storia sta nella dimensione particolare con cui la creatura “diversa” scoperta dal giovanissimo protagonista nel garage della sua casa in via di risistemazione si situa. Gradatamente, infatti, con grande sapienza narrativa, l’autore ci porta per mano, attraverso gli occhi stupiti di Michael prima, e della sua nuova amica Mina poi, alla scoperta di questo personaggio apparentemente vecchio, sporco, polveroso, lamentoso, che ama mangiare cinese e bere birra scura, e che diventa un poco alla volta l’oggetto dell’interesse e della cura sempre maggiore da parte dei due ragazzini. Di lui non si riesce a sapere niente, mai, se non che sulle scapole ha due rigonfiamenti che si scoprirà essere due ali…
Michael mi ha ricordato quasi subito un ‘altra ragazzina , Scout, che, ne “Il buio oltre la siepe” aveva anche lei una casa buia da non oltrepassare, e un personaggio pauroso da cui era però allo stesso tempo irresistibilmente attratta , Boo Radley, che alla fine del romanzo si rivela generoso e responsabile della sua salvezza fisica.
Qui Skellig, trasportato dai due ragazzi in una casa disabitata per evitargli il crollo del tetto del garage, subisce anche lui gradatamente una mutazione, risponde alle loro cure trasformandosi, prendendo vigore, ringiovanendo addirittura, e scoprendo sulle spalle due grandissime ali piumose che rivelano la sua vera natura. E’ un angelo affamato, triste, un poco acciaccato, che però scopriamo avere un ruolo decisivo nella vita di Michael in relazione alla sua sorellina neonata e affetta da patologie cardiache.
La solitudine di Michael, che trascorre delle giornate fuori dalla regola scolastica , accanto al padre che lavora furiosamente per mettere in ordine la casa appena acquistata, è il respiro di queste pagine. La solitudine, il senso infantile dell’avventura, l’incontro con la singolarità di questo personaggio che non è un angelo luminoso ma scuro, non splendente ma ricoperto da insetti e ragnatele e polvere,che non lancia messaggi verbali di bellezza e di serenità, ma che è capace, dietro il suo aspetto , di incidere profondamente nella vita del protagonista. Come nel girotondo silenzioso di Skellig e dei due bambini, che con lui per un attimo si sollevano da terra, vivendo la perfezione degli spiriti in connessione.
O ancora nel sogno della mamma di Michael che lo vede arrivare in ospedale vegliando con un sorriso la piccolissima nuova nata che combatte per vivere , e alla fine vincerà.
Una splendida caratteristica di questo piccolo libro prezioso è la voce di William Blake, citata in molte occasioni da Mina e dalla sua mamma. Una ventata di respiro poetico che, in numerose pagine, ci accompagna sollevando di nuovo , come Skellig, i nostri spiriti legati alla Terra, e facendoli esistere di più e meglio. La voce di questo poeta romantico scandisce in qualche modo le giornate di Michael, come la certezza della presenza di Skellig, che resterà finchè lui non riuscirà a trovare di nuovo un senso di futuro accanto alla sorellina tornata a casa.
Ma gli angeli possono entrare anche nell’orrore della guerra nella striscia di Gaza, come nella splendida poesia di Refaat Alareer, parte delle letture della Casa delle Parole dello scorso gennaio , di cui vi consegno alcuni versi:
Se devo morire,/ tu devi vivere per raccontare la mia storia/ per vendere le mie cose/ per comprare un pezzo di stoffa/ e dei fili ,/ (che sia bianco con una lunga coda)/ così che un bambino, da qualche parte a Gaza/mentre guarda il cielo negli occhi/ aspettando suo padre che se n’è andato in una fiammata,/ e non ha detto addio a nessuno/nemmeno alla sua carne/ nemmeno a se stesso/ veda l’aquilone, il mio aquilone che hai fatto, volare in alto/ e pensi per un momento che sia un angelo/ a riportare l’amore / Se devo morire/ fa che porti speranza/ fa che sia un racconto.
O, come nella poesia di Ana Blandiana che ci insegna, nel suo testo “Com’è difficile accarezzare” negli ultimi due versi “…E di tutti i sensi rimane solo il sogno tattile/ Di accarezzare , senza spaventarlo, le ali di un angelo.”
Noi abbiamo accarezzato con Michael le ali di Skellig, abbiamo capito per un attimo il suo sogno, fatto di burbera generosità: cogliamo la levità e la profondità assieme del suo messaggio e di tutti i messaggi di pace di questo mondo in guerra.
David Almond , Skellig, Salani 2009
David Almond , Il ragazzo tutto nuovo, Salani 2024
Refaat Alareer, If I must die, in This is Gaza 2011
Ana Blandiana, Com’è difficile accarezzare, in La mia patria A4, 2015