
“Educare alla libertà” per contrastare “l’arte del controllo dei cervelli” (A. Huxley)
26 Luglio 2023
Ancora sul perché la Sinistra perde
28 Luglio 2023Non sembri strano ai miei lettori il fatto che mi occupi questa volta di un libro
di moda boutique e pret-à-porter: MADAME JERSEY, autrice Irina Inguanotto . Non corrisponde ad un mio interesse
particolare per questo tipo di argomento, ma la storia della protagonista di
questa avventura nel mondo della moda si è svolta tutta qui a Venezia, e
rappresenta una bellissima sfida vinta da Franca Polacco che, ripensando
alla sua vita, ormai avanti negli anni, ripeteva spesso con un piccolo sorriso
segreto “…non sapevo né tagliare né cucire…sono stata una donna
fortunata…”. Franca Polacco ha vissuto a lungo, e si è distinta nel mondo
della moda come una di quelle imprenditrici che hanno prodotto abiti in serie,
più o meno limitate, con attenzione ai colori, al design, ai tessuti e agli
accessori . Non quindi una creatrice di moda haute couture per un cliente
singolo, ma una artigiana di altissimo livello che , come dice Irina Inguanotto,
l’autrice del volume , “…ha contribuito a segnare l’evoluzione del vestire, a
diffondere disegno, colori e fogge in ampi strati sociali, in particolare in quella
borghesia in ascesa il cui sviluppo ha caratterizzato il secondo dopoguerra.”
La sua storia personale ricalca all’inizio dolorosamente quella di tante altre
famiglie di origine ebraica : con la sua famiglia si rifugiò infatti nel 1943 in
Svizzera per sfuggire alle leggi razziali, dove per due anni lì proseguì i suoi
studi. Nel 1945 i Polacco ritornarono a Venezia, e Franca presto lasciò gli
studi superiori per dedicarsi fin da subito a lavorare cucendo dapprima a
cottimo sacchetti per generi alimentari, ma presto sfruttando le proprie abilità
nel ricamo.
La sua attività in qualche modo ebbe inizio ufficialmente all’inizio degli Anni
Cinquanta e, scorrendo con attenzione le pagine di “Madame Jersey” ( dal
nome con cui verrà conosciuta presto nell’ambiente), si coglie intatto il senso
dell’entusiasmo, della creatività , del senso dell’iniziativa con cui questa
giovane donna trova fin da questi anni spazio nel mercato della moda
boutique, lanciata in Italia da Giovanni Battista Giorgini nel 1951.
La sua ditta Creazioni Franca, decollata all’inizio degli anni Cinquanta, si
consolida negli Anni Sessanta dove già si configura l’organizzazione del
lavoro, ed i vari compiti, molto precisi, affidati alle diverse lavoranti. Se
Franca per sua ammissione non sapeva né tagliare né cucire, senz’altro
dimostra fin da subito un gusto particolare per modelli e per tessuti, ed
un’attenzione assoluta al procedimento che prevedeva precise fasi ,
dall’acquisto della stoffa, allo stampo del modello, a ciò che occorreva per
confezionarlo, ad una severa fase finale di controllo che la lavorazione fosse
stata compiuta a regola d’arte.
Negli Anni Settanta è già in uso l’album con tutti i modelli della collezione, e
nel 1975 viene dato un nuovo nome alla ditta ,“Franca Polacco”
,semplicemente.
Sono gli anni di Milanovendemoda, dei servizi su Vogue ed Harper Bazaar, di
Pitti Donna. Ma nel 1981 Franca Polacco, pur al vertice del successo , decide
, avvisando di ciò con un preavviso di 3 anni, di sospendere l’attività.
Mi sono sentita obbligata ad elencare brevemente tutte le fasi della carriera di
questa imprenditrice soltanto per sottolineare solo adesso come il suo lavoro,
la collaborazione prima con la tessitrice Elda Cecchele , poi con la
ricamatrice Elsa Marconi, abbia portato all’interno delle creazioni di moda
della nostra città una ventata di novità, di gusto, di estrema raffinatezza ed
originalità nei particolari, in una serie di abiti, gonne e camicette abbinate,
accessori , soprabiti e cappotti, abiti da sposa e semplici completi da giorno,
che hanno in qualche modo cambiato e ringiovanito radicalmente il panorama
della moda non solo di Venezia, ma delle altre città italiane ed europee in cui
tali creazioni sono state acquistate ed indossate.
Prima di concludere vorrei sottolineare per una volta anche la veste grafica
con cui si presenta il volume: intanto il testo tutto bilingue (inglese italiano) ,
poi le splendide numerosissime fotografie a colori e in bianco e nero, che
immergono il lettore nello charme Anni Cinquanta dei primi modelli in due
pezzi, fino alle ultime creazioni, con attenzione precisa a colori, stoffe,
modelli, occasioni, ed una lente di ingrandimento su tutti i dettagli
originalissimi nati dal lavoro di anni di Franca con le due collaboratrici.
Emergono anche, e qui, per l’attenzione e per la cura nello
studio degli archivi, un applauso all’autrice, Irina Inguanotto, che da alcuni anni collabora
con il Centro Studi di Storia del tessuto, del Costume e del profumo, ed è
autrice di alcuni saggi sulla storia della moda del Novecento.
Riporto in chiusura le ultime considerazioni dell’Inguanotto su Franca Polacco
:”…la storia di Franca diventa una storia di collaborazione tra donne,
imprenditrici ma anche artiste, che ebbe le sue radici negli anni Cinquanta,
nella povertà del primo dopoguerra, ma capace di cogliere i primi segni del
miracolo economico del paese. Una storia tutta al femminile, nella quale
accanto ai tre soggetti principali ruotarono tante altre donne che cucirono,
che tessero, che ricamarono per guadagnarsi una vita dignitosa…la storia del
successo della impresa di Franca Polacco è legata alla sua personalità e alla
sua intelligenza , ma anche al fatto che seppe sapientemente valorizzare la
sua creatività…”.
E a questa sua creatività io invio il mio plauso e la mia ammirazione, da
donna a donna, da veneziana a veneziana.
IRINA INGUANOTTO,
MADAME JERSEY, L’impresa “Franca Polacco” a
Venezia tra moda boutique e pret-à-porter, LA TOLETTA edizioni 2022