
L’Ucraina, Putin, Trump e l’opinione pubblica
11 Marzo 2025
RIARMO EUROPEO, I FRONTI SI SCOMPONGONO E SI RICOMPONGONO
13 Marzo 2025“Lasciate ogne speranza, voi ch’entrate”. Sono queste le parole che vengono in mente davanti al rischio per l’Europa di entrare, ammesso che non ci sia già entrata, nella post-democrazia.
Negli ultimi tempi, il campo progressista in Europa e non solo a furia di guardare al proprio ombelico interrogandosi ad esempio se fosse giusto o meno accettare l’idea di riscrivere la storia, cambiare le parole nei libri, abbattere statue, non si è accorto dei colpi che stavano e continuano ad arrivare alla democrazia.
Lo spettro della post democrazia nasce e si sviluppa proprio all’interno di una democrazia non coltivata, abbandonata a sé stessa svuotata di significato a suon di colpi di cannone.
Primo colpo di cannone, l’addio alla centralità dei Parlamenti.
A cominciare da quello di Bruxelles. Le Assemblee elettive perdono il primato a favore di esecutivi dirompenti. Dove sono finiti i dibattiti, i grandi discorsi che dagli emicicli tracciano vie per il futuro e fanno respirare a pieni polmoni? Di recente Draghi a Bruxelles ha fatto sussultare gli Europei affermando nel suo discorso al Parlamento Europeo: “Se uniti, saremo all’altezza della sfida e vinceremo”. Per il resto dalle Aule più o meno il deserto.
Secondo colpo di cannone, l’esibizione della crudeltà e del cattivismo.
Il nuovo nemico cui imputare tutti i fallimenti europei sono gli immigrati.
Lontani i tempi del coraggio dimostrato da Merkel che non ha mai detto di voler accogliere tutto il mondo in Europa, ma ha incoraggiato a non ripiegarsi sul cattivismo ben sapendo quale possa essere l’impatto positivo dell’immigrazione controllata per tutta l’Europa, in primis, per quella industriale (ormai lo dicono tutti).
Terzo colpo di cannone, l’accettazione della legge del più forte e le inaccettabili violazioni del diritto dei popoli e del diritto internazionale e quindi del principio pacta sunt servanda.
In tal senso, l’aggressione russa all’Ucraina, rappresenta un grave rischio per lo sgretolamento della democrazia e non è un caso che il Presidente Sergio Mattarella abbia di recente ricordato (nel discorso di Marsiglia del 5 febbraio scorso) come già “negli anni Trenta del secolo scorso, assistemmo a un progressivo sfaldarsi dell’ordine internazionale, che mise in discussione i principi cardine della convivenza pacifica, a cominciare dalla sovranità di ciascuna nazione nelle frontiere riconosciute.”
Quarto colpo di cannone, l’approvazione del negazionismo rispetto alla scienza.
Più in generale, qui si entra in un campo oscuro, quello di una società che abdica alla dimensione scientifica e matematica per abbracciare quella fideistica. Dalla negazione del cambiamento climatico, passando per le teorie di alcuni “venerati maestri” della Silicon Valley che predicano un “longterminismo” dove altri sono i mondi da costruire e abitare, non certo quello sovraffollato dove viviamo, fino a quella dell’utilità dei vaccini, questi sono i sintomi di una società sul punto di entrare in un nuovo e sconosciuto sistema politico e istituzionale.
Quinto colpo di cannone, l’accrescere delle diseguaglianze.
L’inerzia davanti alle diseguaglianze che coinvolgono la sfera politica, economica e sociale rischia di trasformarsi in un moto di rivolta nei confronti delle Istituzioni, della politica, dei processi su cui sono costruite le società democratiche vale a dire per esempio il voto (i campanelli dell’astensionismo sono suonati da tempo), le elezioni, l’educazione scolastica, l’amministrazione della giustizia ecc. in grado di approdare verso l’ignoto perché come afferma lo slogan adottato proprio dal sito web del Washington Post: “Democracy Dies in Darkness “.
Sta all’Europa, magari a cerchi concentrici, su cui sarà interessante tornare in futuro, dare una risposta forte a tutte le cannonate, c’è ancora tempo anche se non così tanto.