ANDREA ZORZI: la mia città dei prossimi 5 anni
27 Agosto 2020CLAUDIO SCARPA: la mia città dei prossimi 5 anni
29 Agosto 2020Luminosi Giorni, con spirito di servizio al fine di accrescere la consapevolezza per il prossimo voto alla Amministrative del Comune di Venezia, ospita una serie di interventi di personalità che riteniamo offrano spunti di riflessione per un voto ponderato e consapevole. Gli amici che hanno cortesemente offerto il loro contributo provengono da aree culturali, politiche e ideali le più diverse e offrono visioni talvolta molto confliggenti tra loro. Ma mai banali. Come Redazione ci piace pensare di poter contribuire a un confronto sereno e non fazioso sui temi che riguardano il futuro della nostra città. Alcuni degli autori scenderanno personalmente nell’agone elettorale. A loro, indistintamente, va il nostro in bocca al lupo e a tutti, candidati e no, un sentito grazie per la collaborazione.
Ho sempre ritenuto che il ruolo di guida di un sindacato che si occupa di tutelare i diritti degli inquilini debba presupporre alcuni importanti requisiti, tra i quali innanzitutto la terzietà rispetto agli avvicendamenti delle forze politiche, l’imparzialità di giudizio sull’operato delle stesse, la capacità di dialogo con tutte le parti coinvolte nelle Amministrazioni e la fermezza nell’esporre i problemi unitamente alla buona volontà ed allo spirito collaborativo nella loro risoluzione.
Questi ultimi anni hanno visto un’emergenza abitativa con numeri da dopoguerra, si parla per la precisione di 6 accessi al giorno degli ufficiali giudiziari, per eseguire sfratti già convalidati dal giudice, nel solo territorio comunale veneziano, sono perciò quasi 3000 all’anno.
Si tratta nella stragrande maggioranza delle conseguenze della crisi economica che, dal 2007 in via progressiva, ha lasciato senza entrate continuative famiglie che prima avevano un tenore di vita perfettamente normale ed improvvisamente ci si accorge che questa normalità, questa ” media ” non esiste più.
Sono definiti, a livello governativo, questi casi come ” morosi incolpevoli ” ed esistono appositi protocolli applicativi statali/regionali per sanare la morosità in corso ed evitare gli sfratti, ma la maggioranza di tali protocolli sono ridicoli ed inapplicabili, con griglie di regole talmente restrittive che sembrano fatte apposta per non poter utilizzare i fondi stanziati, ed infatti avviene proprio questo.
Quindi un cambio di regolamentazione di tali protocolli è un passo dal quale non si può prescindere se c’è la volontà di mettere mano davvero alla questione residenzialità.
Il come farlo è relativamente semplice: uno snellimento delle procedure e postille e nuove regole che siano concepite per erogare i contributi e non per bloccarli, anche perché meno se ne utilizzano e meno ne vengono stanziati e qui si mostra davvero il meccanismo perverso con il quale la burocrazia guidata da una politica indifferente può diventare il peggior nemico di una pubblica amministrazione.
Per restare nella realtà della città metropolitana diversi comuni hanno cercato altre soluzioni ed a Venezia gli assessori di competenza hanno voluto altri protocolli e stanziato fondi alternativi i quali però, per la loro stessa natura e per l’entità, per forza di cose ovviamente ridotta, non sono in grado di sanare tutte le situazioni in corso e spesso non resta altra via che quella di un’assegnazione di un alloggio pubblico in emergenza abitativa.
Va da sé che questi alloggi non sono infiniti e che gli stessi vanno inderogabilmente assegnati non solo alle emergenze in corso, come avvenuto per molti anni e perciò su base di mera valutazione individuale, ma tramite regolari bandi che ricordo per legge devono essere annuali, a chiunque ne abbia diritto.
Nel 2019 è stato fatto finalmente il primo bando ERP (Edilizia Residenziale Pubblica) dopo 10 anni di assegnazioni soltanto in emergenza e questa è la strada che occorre continuare a percorrere per una sana politica della casa: bandi regolari e una quota alloggi per emergenze improrogabili.
Voglio però sottolineare un punto importante e da cui non si può prescindere: le famiglie non vanno abbandonate anche a seguito di assegnazioni e/o di morosità sanata, bisogna che possano continuare a mantenersi ed a pagare affitti e bollette e delle entrate regolari sono sempre alla base di tutto questo.
Altro punto che ritengo inaggirabile è poi il prevedere e costruire un protocollo per i pignoramenti di abitazione, attualmente non ne esiste nessuno e i nuclei familiari soggetti a tale procedimento non hanno alcuna soluzione pubblica.
C’è poi la questione di alloggi vuoti e sfitti, sia del patrimonio pubblico, anche demaniale, che privato. Occorrono gesti coraggiosi, da una parte per riattarli ed assegnarli a chi ne ha necessità, comprendendo ipotesi di stanziamenti straordinari non a bilancio, e dall’altra con forti incentivi anche fiscali per il recupero del privato, necessariamente in direzione ecosostenibile e misure di forte defiscalizzazione locale ai proprietari che intendano locarli a residenti.
Data la specificità del nostro territorio inoltre, occorre tener conto delle differenti esigenze di chi abita, ad esempio, su un’isola come Pellestrina e chi a Zelarino nelle vicinanze di centri commerciali.
E sebbene questi siano tempi eccezionalmente complessi, tra il post alluvione e l’emergenza sanitaria in corso, tempi in cui l’orizzonte temporale di ripresa non sarà ragionevolmente prima dei prossimi 10/12 mesi, non è sulla base di questi tempi che bisogna rapportarsi e perciò non ne ho volutamente fatto menzione.
Mi limito a dire che mi auguro possano servire come una lente d’ingrandimento per comprendere problematiche già esistenti e divenute infine non ignorabili.
Occorre invece ragionare sul lungo termine, con accordi e incentivi per l’acquisto di prima casa a coppie di neoformazione e famiglie, con la promozione di contratti di affitto a canone calmierato per cittadini veneziani o che veneziani vogliano diventare, con ulteriori defiscalizzazioni per proprietari che già affittano a studenti, lavoratori e residenti.
Considerato tutto quanto illustrato desidero però concludere con una nota personale: per poter crescere e poter vivere occorre uno spazio sicuro da cui partire per nuove direzioni ed a cui poter tornare o fare riferimento, chi non ha una casa non ha questo spazio, non ha radici, non ha futuro e non ha una direzione e perciò una società basata su questi presupposti non può che fallire; ed è per questo che la lungimiranza, al di là delle crisi contingenti, nelle politiche abitative è così importante, perché riguarda le basi stesse delle persone e di quello che diventeranno e, con esse, di quello che diventerà la società futura che vogliamo costruire.
Chi è Matelda Simona Bottoni: segretario provinciale su Venezia e con delega alle politiche regionali, è dal 2018 anche nella dirigenza nazionale di Unione Inquilini, il primo sindacato a tutela degli inquilini e proprietari prima casa, costituitosi nel 1968 a Milano e con sedi in tutta Italia.