
Europee: analisi del voto
11 Giugno 2024
Lunga vita a Elly Schlein!
16 Giugno 2024Dalla tornata elettorale appena conclusa in Europa emergono tre donne che esercitano, e continueranno a farlo in seguito senza dubbio, forme di potere. Sono Giorgia Meloni, Elly Schlein, Ilaria Salis. E tutte e tre hanno capito che il loro messaggio doveva bucare un mondo disorientato, frastornato da conflitti cruenti, disastri climatici, rottura di equilibri che sembravano consolidati. Quando la paura domina le scelte, le persone o non scelgono pensando irrilevante la loro partecipazione e si consegnano a una rassegnata “evasione” o si rifugiano verso i partiti che, per la loro storia, la loro tradizione soprattutto, sembrano dare maggiori garanzie di tutela. Certamente evitano partiti il cui schieramento resta confuso, come i 5S che avevano costruito alleanze sia a destra che a sinistra, o con partiti il cui messaggio di centro-sinistra appare come la brutta copia, con qualche variazione, del maggior partito della sinistra. Non ultimo gioca il ruolo di alcuni uomini la cui ottusa ambizione di potere toglie la lucidità necessaria per vedere con lungimiranza la loro prevedibile sconfitta.
Meloni, con un piglio deciso, ha affascinato milioni di cittadine e cittadini che vedono in lei la difesa dei loro territori principalmente, delle comodità offerte dalla modernità senza che quest’ultima scalfisca le loro credenze. Parla a un popolo impaurito dagli sconvolgimenti dovuti all’emigrazione, ai cambiamenti culturali e climatici. Il suo messaggio vuole essere rassicurante, tant’è che le modalità di porsi “del” presidente del consiglio Meloni non vuole neppure cambiare il linguaggio. Nel suo linguaggio, infatti, la parola che ricorre spesso è Nazione, come sembra risuonare nel verso del poeta “una d’arme, di lingua, d’altare, di memorie, di sangue e di cor.” Le sue modalità sono tutte inscritte in una società patriarcale che ha cambiato sesso, ma non le abitudini e le gerarchie di potere. Il pater familias è diventato mater familias, i sudditi sono rimasti sudditi, tant’è che la riforma del premierato vuole in qualche modo sancire meglio questa realtà. Il suo messaggio vuole essere rassicurante, come rassicurante è il modo in cui si presenta: madre, cristiana, italiana. Tuttavia, è una donna e questo è comunque una novità, su cui occorre ragionare.
L’altra donna che ha ottenuto un incontestato successo è Elly Schlein, che sembra figura contrapposta a Meloni perché non è madre e non sembra intenzionata ad esserlo, fino a poco tempo fa aveva una compagna, non si dichiara cristiana, ha cittadinanza italiana, statunitense e svizzera. Parla a un popolo che vuole più giustizia sociale, non teme l’inevitabile cambiamento che stiamo vivendo per le emigrazioni, per l’impazzimento climatico, ma vuole governarlo. Non teme neppure cambiamenti culturali, di cui però Schlein ha sottaciuto, puntando la sua campagna elettorale sui temi sociali come la giustizia nel lavoro e il diritto alla salute. Questo ha convinto elettrici ed elettori che rafforzare questi temi, portati avanti anche da altri a sinistra, fosse di contrappeso ai temi di Meloni. L’antifascismo – se poi ha veramente contato nel risultato delle elezioni è dubbio – certamente ha convinto chi lo pensa patrimonio di sinistra a rafforzare il partito che potesse meglio garantirlo.
Ilaria Salis rappresenta la difesa dei diritti civili, patrimonio dell’Europa che va sempre difeso. Bene ha fatto l’Alleanza Verdi e Sinistra (AVS) a candidarla, perché molti giovani – come evidenziano le votazioni degli studenti fuori sede AVS ottiene il 40% mentre Fratelli d’Italia il 3% – l’hanno votata.
Ora però la scommessa è aperta: le donne cambieranno davvero la politica? Posto, come ho già detto, che Meloni sembra incarnare l’idea della donna emancipata che ha preso il potere assumendo quasi in toto il modello maschile, ha però della diversità femminile il modo di costruire relazioni in cui gioca una certa dose di empatia, nel mettersi nei panni dell’altro, nel cercare una sintonia. Ma sogno che le donne di sinistra al potere possano davvero segnare un modo del tutto diverso di gestire il potere nelle modalità e nelle scelte. Il potere nelle scelte per fornire un servizio ai più deboli, a chi non ha parole per esprimersi, per cambiare profondamente il contesto sociale. Il potere anche nella forma di relazione che dovrebbe partire dal rispetto per l’altro, dal non usare forme così aggressive da confluire nella violenza, anche verbale. Potere lontano dalle forme storiche del fascismo, per praticare le forme della democrazia nella ricerca sia della massima partecipazione come nell’inevitabile compromesso tra forze e idee diverse. Esercizio del potere che in Europa costruisca una pace fondata sulla giustizia sociale, consolidi e difenda i diritti sanciti dalla Dichiarazione universale dei diritti umani approvata il 10 dicembre 1948 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite e ancora in molti Stati disattesa. Capacità, inoltre, di tessere relazioni internazionali attente a costruire nuovi equilibri tra Oriente e Occidente, Nord e Sud del mondo, che rispettino la libertà della persona umana partendo dalla semplice affermazione che anche le donne sono persone umane. Hanno quindi diritto di studiare, lavorare, pensare, vestirsi liberamente, in ultima analisi fare responsabilmente della loro vita ciò che vogliono. Solo su queste basi ci sarà un futuro diverso, anche se, prevedo, una strada tutta in salita.