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Per la Reyer l’immenso è LUI: “PRAJA” DALIPAGIC.
Quel Praja che ci ha lasciato, quasi di soppiatto, nel suo stile riservato, schivo per le autocelebrazioni, burbero nel chiedere a se stesso e a tutti rispetto per la professionalità che deve essere elemento fondante di chi è o vuole essere campione.
Praja ha vinto tutto nel Basket. Con la Jugoslavia ha vinto Olimpiadi, Mondiali, Europei, scudetti nazionali.
Con la Reyer ha vinto il cuore dei Veneziani. Nei due diversi periodi in cui ha giocato con la gloriosa maglia granata ha fatto un inferno di punti grazie alla sua tecnica di tiro che rasentava la perfezione (nel campionato 1987/88 ai tiri liberi 300/336 media 89,3, mentre nel 86/87 ha tenuto una media punti partita pari a 36,5. Oltre ad una serie impressionante di cinquantelli.
Una sola cosa non gli è riuscita con la Reyer, quella di portare a casa la Coppa Korac nella finale disputata in Spagna contro Badalona. Partita persa negli ultimi secondi dopo essere stata in vantaggio anche di 7 punti a solo 1’28” dalla fine. Questo epilogo rimarrà per sempre uno dei più grandi rammarichi del campionissimo.
Nonostante questo inciampo, per nulla comunque imputabile a Praja, i sostenitori reyerini hanno avuto modo di assister al Palasport Arsenale ad una performance del baffo di Mostar nel gennaio 1987 capace di realizzare 70 punti contro la fortissima Dietor Bologna. Questa incredibile prestazione venne celebrata con una grande targa in marmo offerta dagli stessi tifosi veneziani e tuttora visibile in grande evidenza nel Palasport lagunare.
Venezia e Reyer rimaste profondamente nel cuore di Dalipagic che, smesso di giocare e allenare, ha continuato ad approcciarsi col granata reyerino in qualità di uomo scouting per scovare giovani talenti dell’Est europeo.
Immenso grazie dalla Venezia del Basket, ad un “Immenso è Lui”.