Prenotazione anti overtourism. Sentiamo.. Stefano Colovini
3 Maggio 2022Non si può vivere a debito
8 Maggio 2022Come preannunciato https://www.luminosigiorni.it/2022/05/prenotazione-anti-overtourism-sentiamo-la-citta/ abbiamo aperto un tavolo di confronto sul tema della imminente applicazione della prenotazione per la limitazione e/o regolamentazione degli accessi in città a varie personalità in città, ponendo loro 5 domande precise.
Claudio Vernier è il titolare del “Bar Gelateria al Todaro” con affaccio su piazzetta San Marco e sul Bacino, con il cielo fuori dal locale acceso dai colori dell’alba al mattino e da quelli forti del tramonto la sera. È il Presidente dell’Associazione Piazza San Marco, una realtà composta da veneziani, commercianti e cittadini del mondo i cui obiettivi sono la valorizzazione e la salvaguardia del patrimonio culturale e storico dell’Area Marciana per un ritorno alle origini di palcoscenico di civiltà.
Qual è, a tuo parere, la soglia di “plafond” massimo a cui puntare tramite il meccanismo delle prenotazioni?
Visti gli strumenti tecnologici di cui l’Amministrazione è dotata, la recente Smart Control Room e la possibilità di lettura dei dati su prenotazioni alberghiere ed extra alberghiere in tempo reale, ritengo che il numero dei visitatori “giornalieri”, non pernottanti, possa essere dinamico, quindi sempre rapportato al numero totale di persone presenti in città in una particolare data.
Se pensiamo che la città insulare, verso gli anni ‘60, ha contato fino a 160.000 residenti, credo che i valori indicati da Cà Foscari sulle possibili presenze in città possano essere ragionevoli. Mi auspico che gli studi condotti in questi ultimi anni, sulla gestione dei flussi, abbiano considerato tutte le variabili così che il limite stabilito sia misurato tenendo conto dei servizi e della qualità di accoglienza che la città intende garantire a residenti e visitatori. Ritengo quindi ragionevole affidarmi al risultato di queste accurate valutazioni, che probabilmente necessiteranno di un periodo di sperimentazione fino ad un assestamento definitivo, ponendosi sempre come obiettivo finale la salvaguardia dei residenti e l’esperienza che si vuole garantire ai visitatori.
Detto che la prenotazione non potrà configurare una proibizione assoluta a venire in città (per non confliggere con l’art. 16 della Costituzione), come pensi sia più efficace attuarla?
Ritengo auspicabile che il contributo economico possa essere, almeno in parte, considerato come un “anticipo” da scalare nel momento in cui il visitatore usufruisse di un qualsiasi servizio pubblico ovvero: chi si prenota ottiene vantaggi e sconti sui servizi di trasporto, riduzione per l’entrata nei musei civici, bagni pubblici gratuiti, convenzioni con privati, etc.. mentre chi non si prenota in anticipo, affronta svantaggi economici e tariffe più alte. Immagino che attraverso controlli a campione, si possa verificare il possesso della prenotazione e che, se non effettuata, il visitatore sia costretto a versare un sovrapprezzo, sull’eventuale contributo d’accesso giornaliero, inteso come una sorte di penale.
Certamente nella prima fase di sperimentazione diverse persone arriveranno in città senza prenotazione, tuttavia la gestione dei flussi turistici finalmente avrebbe inizio e a nessuno verrebbe negata la possibilità di accesso alla città. La comunicazione sarà fondamentale in quanto è necessario veicolare quanto prima il fatto che la prenotazione è uno strumento a vantaggio di coloro che intendono accedere in città.
Gestione operativa e pratica delle “eccezioni”.
Personalmente ritengo sia corretto che i cittadini della città metropolitana abbiano il diritto di fruire liberamente della città insulare e lavoratori, parenti ed amici possano venire in città muniti di autocertificazioni che, in caso di controllo, potranno essere esibite, verificate e qualora risultassero non congrue dovrebbero essere sanzionabili.
Venezia è una città aperta e cosmopolita, patrimonio dell’umanità, insisto sul fatto che si debba far capire che la prenotazione è a vantaggio di tutti. Sarà un percorso con risultati non immediati ma certamente virtuoso e che sicuramente a lungo termine centrerà l’obiettivo.
Applicazione dell’obbligo di prenotazione.
La prenotazione va fatta nei giorni e nei periodi in cui in città sono previsti flussi di persone non gestibili. Durante la stagione invernale potrebbe essere non necessaria, infatti non andrebbe richiesto il contributo proprio per cercare di spalmare il flusso turistico nei 12 mesi dell’anno.
Se il turista decide di pernottare a Mestre (o comunque nella terraferma in territorio comunale) dovrebbe comunque effettuare la prenotazione altrimenti si potrebbe verificare la trasformazione di Mestre e dintorni in dormitorio turistico per Venezia senza soluzione per il problema di overtourism.
Gestione dei controlli.
Le principali porte di accesso a Venezia sono: Fusina, Ponte della libertà (Piazzale Roma e Tronchetto), Stazione, Aeroporto e Punta Sabbioni quindi il controllo non credo sia particolarmente difficoltoso. Ribadendo che la prenotazione dovrebbe essere vista come vantaggiosa per tutti, credo che il metodo meno invasivo sia quello di fare verifiche a campione. Se il sistema sarà quello di incentivi e disincentivi e quindi l’eventuale contributo d’accesso sarà considerato come un anticipo su servizi di cui usufruire in città, potremmo avere delle sorprese positive. È evidente, comunque, che nessuno verrà escluso.
Lo scopo non deve essere quello di fare cassa, bensì quello di salvaguardare residenti, lavoratori, pendolari e turisti.
Commento finale
Venezia è un’isola che, se pur fragile e con servizi limitati deve continuare ad essere aperta al mondo. Non credo che la soluzione possano essere quindi barriere fisiche e tornelli ma certamente soluzioni che ne garantiscano la libera fruizione ed accesso. Mi capita spesso di utilizzare questo esempio per rendere l’idea; in un appartamento di 100 mq non si accolgono mille persone contemporaneamente ma si distribuiscono in più occasioni.