Accessibilità e compatibilità ambientale
23 Maggio 2022Prenotazione anti over tourism. Sentiamo.. Andrea Casadei
23 Maggio 2022Come preannunciato https://www.luminosigiorni.it/2022/05/prenotazione-anti-overtourism-sentiamo-la-citta/ abbiamo aperto un tavolo di confronto sul tema della imminente applicazione della prenotazione per la limitazione e/o regolamentazione degli accessi in città a varie personalità in città, ponendo loro 5 domande precise.
Laura Fregolent, architetto, PhD in Scienze e metodi per la città e il territorio europei, è professore di Tecnica e pianificazione urbanistica presso lo IUAV. Ha focalizzato i suoi studi sui processi di trasformazione urbana e dispersione insediativa e alle dinamiche sociali connesse. Al suo attivo una vasta gamma di pubblicazioni su questi temi.
Qual è, a suo parere, la soglia di “plafond” massimo a cui puntare tramite il meccanismo delle prenotazioni?
Premetto che sono un po’ scettica rispetto all’introduzione di una politica di controllo degli accessi perché credo non sia un’azione sufficiente e non è solutiva del problema.
Dopo decenni di studi sulla quantificazione del numero soglia di turisti, si fa fatica ad aggiornarlo e individuare il numero ideale ma anche a pensare ad un centro prenotazioni in grado di garantire tutti. Ad esempio: chi controllerà in ingresso che si sia dotati di prenotazione? Oppure che l’accesso sia stato pagato (se richiesto)? Inoltre chi respingerà le persone non in regola con la prenotazione?
Uno studio del COSES del 2009 (Doc. 1104) stimava il numero di visitatori in circa 20.000.000 di turisti (presenze) ed escursionisti, per una popolazione turistica equivalente di circa 55.000 utenti giornalieri, e lo scomponeva in base alle “porte” di accesso alla città e ai vettori utilizzati. Partire da quel ragionamento su accessi e vettori è utile perché amplia ma complica il ragionamento sull’individuazione del numero soglia. Numero che varia anche in relazione al numero di residenti, studenti e lavoratori cioè gli abitanti la città.
Guardare al turismo e alla sua limitazione solo dal punto di vista della quantità è però molto parziale. Voglio dire che fissare un numero può essere utile nel breve periodo ma in una strategia di lungo periodo bisogna lavorare sulla qualità dell’offerta turistica e conseguentemente della domanda per provare a contenere il numero di turisti, mentre invece si ragiona quasi esclusivamente in termini di numeri e di crescita inevitabile degli stessi. I posti letto sono circa 80.000 e sappiamo che aumenteranno, ma a questi si aggiungono i numeri del turismo giornaliero, quindi, qualsiasi numero fissato all’oggi seguendo la logica del “copriamo i posti letto e poi ricaviamo una quota per gli escursionisti” è destinata ad essere rimessa in discussione velocemente.
Detto che la prenotazione non potrà configurare una proibizione assoluta a venire in città (per non confliggere con l’art. 16 della Costituzione), come pensa sia più efficace attuarla?
Vanno privilegiate le misure di “incentivazione” in particolare legate ai servizi culturali. Gli esperti parlano di fidelizzazione del turista ed è su questo che bisogna lavorare e di conseguenza sulla qualità dell’offerta per il turista. Ma questa azione va anche legata a un progetto, a una strategia complessiva per la città. Serve guardare al turismo e alla sua qualificazione, ma serve anche guardare oltre il turismo. Se non mettiamo in campo un ragionamento complessivo sull’abitare, fissare dei numeri sarà inutile.
Gestione operativa e pratica delle “eccezioni”
Un sistema di prenotazione presumo richieda l’introduzione di un pass elettronico per il turista giornaliero, diverso trattamento per chi ha una prenotazione legale in una struttura ricettiva. Il pass/city card però non dovrebbe semplicemente essere una carta di accesso ma una carta di servizi per il turista con diverse opzioni e per diversi target.
Individuare le eccezioni può essere complicato poiché possono essere molte. Ovviamente devono includere gli abitanti e i loro parenti e amici, i proprietari di seconde case, i visitatori legati ad attività convegnistiche o di altro tipo ma non connesse al turismo. Credo nelle eccezioni vadano inclusi anche i residenti nei comuni della Città metropolitana.
Applicazione dell’obbligo di prenotazione
Se viene introdotto l’obbligo di prenotazione deve essere applicato in maniera continuativa anche perché la presenza turistica in città è ormai costante. Questo può servire ai turisti come strumento di programmazione della visita in città e almeno in parte fa sì che la città non venga sommersa di visitatori che rendono difficile ai suoi abitanti risolvere le pratiche del quotidiano.
Gestione dei controlli
Il nodo dolente è proprio il controllo, la prenotazione dei turisti giornalieri se gestita attraverso un pass elettronico non garantisce contro eventuali abusi ed è difficile immaginare una squadra di persone alla caccia degli evasori.