
RIARMO EUROPEO, I FRONTI SI SCOMPONGONO E SI RICOMPONGONO
13 Marzo 2025
CONO DI LUCE Cartoline d’amore tra una poetessa e uno scrittore con Wislawa Szymborska e Kornel Filipowicz.
14 Marzo 2025Nell’intervento precedente avevo fatto una panoramica su strutture, società, pratica sportiva e posizionamento generale dello sport nell’area metropolitana PA-TRE-VE.
Partendo da quei dati e considerazioni cerco di approfondire alcune tematiche ed in particolare quella sulla progettazione dell’impiantistica sportiva.
I dati numerici relativi all’attività sportiva sono stati recentemente aggiornati nel documento del CONI “I numeri dello sport 2023, uscito pochissimi giorni dopo il mio pezzo e confermano la crescita dei tesserati ed il posizionamento nella fascia alta delle nostre province. per chi volesse è consultabile a questo link
https://www.coni.it/images/1-Primo-Piano-2025/reportnumeridellosport2023.pdf
Ma per un’analisi ed una valutazione complessiva, non dobbiamo limitarci a considerare lo sport esclusivamente come momento agonistico, ma deve esserci consapevolezza sull’importanza dell’attività fisica in generale e di come incide su diversi aspetti socio economici.
Non è un caso che finalmente lo sport sia entrato in Costituzione all’art. 33: “La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme.”
Da un lato lo sport rappresenta infatti una fonte di benessere, agendo in maniera importante sulla salute fisica e mentale, contribuendo a sviluppare la realizzazione personale, di affermazione e inclusione sociale dall’altro a livello socio economico produce ricadute positive sul sistema sanitario e di welfare e attiva svariate filiere economiche, contribuendo alla crescita del PIL e dell’occupazione.
Si sono sviluppati negli ultimi anni una serie di studi che vanno ed analizzare in modo sempre più accurato quale è l’impatto dello sport nei vari settori e quali possono essere le linee di sviluppo.
Sicuramente da leggere il “Rapporto Sport 2024”, l’analisi di sistema realizzata da Sport e Salute e dall’Istituto per il Credito Sportivo e Cultura e basata su dati di qualità, fonti ufficiali e metodologia certificata. https://www.sportesalute.eu/images/Rapporto-Sport-2024.pdf
Tra i dati più significativi la percentuale del comparto sport sul PIL che è dell’ 1,38, per un valore di 24,7 miliardi.
Molto interessante è anche le valutazione sul costo della sedentarietà. Viene calcolato che ogni sedentario pesa per circa 200 euro sul sistema sanitario. Tenendo conto che l’Italia è ancora agli ultimi posti per persone attive, con un tasso di sedentarietà attorno al 37%, il costo complessivo è di oltre 4 miliardi, circa il 2% della spesa sanitaria pubblica e privata del Paese.
Per le Amministrazioni Pubbliche è fondamentale tenere presente questi aspetti ed anche i dati scientifici che evidenziano come una popolazione attiva e che pratica attività motoria con costanza è anche una popolazione più sana ed avere una comunità più attiva e quindi più sana permette un notevole risparmio sui costi della sanità pubblica. Bisogna creare questa consapevolezza, sviluppare cultura dello sport in modo che gli Amministratori possano realmente considerare lo sport un asset strategico per la riqualificazione del territorio, per il miglioramento della vita sociale e per lo sviluppo di nuove politiche del welfare e del benessere. Tenendo conto che la maggior parte delle persone vive in città, per poter offrire spazi per l’attività bisogna quindi ripensare ai centri urbani, attrezzando i parchi pubblici, rigenerando attraverso un uso sportivo aree ed immobili inutilizzati o degradati che diventerebbero luoghi più sicuri e vivibili. Pensare quindi alla città nella sua globalità come possibile impianto sportivo. I parchi, le strade e le vie possono essere trasformati e diventare degli spazi assimilabili a veri e propri impianti sportivi.
Lo sport in tutti i suoi aspetti è da considerare un ambito interdisciplinare, interassessorile parlando di gestione amministrativa, poiché come abbiamo visto incide sulla salute pubblica, sull’educazione, sull’integrazione e sull’inclusione sociale, sullo sviluppo economico, sull’attrattività turistica.
Serve più che mai una sinergia tra decisori politici e mondo sportivo per poter offrire un nuovo modello che migliori le condizioni di vita dei cittadini. Visto che lo sport non sarà più vissuto esclusivamente negli impianti tradizionali è necessario, cercare di coniugare la bellezza ed il rispetto dei luoghi, soprattutto in città come Venezia, la sostenibilità degli spazi urbani, l’attenzione per l’ambiente, con la promozione dello sport come fondamentale strumento per l’educazione a sani stili di vita, all’inclusione, alla socializzazione e al rafforzamento del rapporto con il territorio.
Alla luce delle precedenti considerazioni e del mutato panorama generale si deve pensare che non bisogna più investire in impianti tradizionali? Certamente no, ma è fondamentale che l’ideazione, la progettazione e la costruzione di nuovi impianti, al chiuso o all’aperto tengano in considerazione l’effettiva sostenibilità. Fino a non molto tempo fa la sostenibilità veniva considerata esclusivamente in termini di ambiente circostante e utilizzo delle risorse della terra. Adesso è evidente che questa definizione è limitante e quando si parla di sviluppo sostenibile, come in tutti gli aspetti della società, bisogna pensare ad un equilibrio tra fattori sociali, economici e ambientali.
Anche il CIO dedica sempre più attenzione alla sostenibilità e sostiene che deve essere un approccio integrato e olistico. Deve essere considerata come un insieme unico e non come discipline separate. Spesso si pensa che la sostenibilità sia solo l’ambiente. Naturalmente proteggere l’ambiente è una parte essenziale della sostenibilità, ma essa riguarda anche il modo in cui si interagisce con la società in generale, il modo in cui si trattano le persone e come vengono adottate le decisioni. Ogni progettazione dovrebbe avere l’obiettivo di massimizzare i benefici positivi e allo stesso tempo evitare o minimizzare gli impatti negativi sulla comunità e sull’ambiente. Deve quindi assicurarsi di avere strutture di governance politiche e processi appropriati che assicurino il futuro a lungo termine.
È evidente che il primo aspetto da tener presente nella progettazione sia la valutazione di quale potrà essere l’utilizzo dello stesso a lungo termine. Diventa una condizione primaria all’interno del progetto e di conseguenza deve rispondere a determinate esigenze sociali. Una visione del progetto che tenga in considerazione e valuti quale sarà l’impatto dello stesso nella comunità territoriale.
Sarà utile partire da una consultazione e collaborazione non solo tra i soggetti che costruiranno e poi gestiranno l’impianto, ma anche con quanti saranno coinvolti dalla realizzazione dell’impianto come possibili utilizzatori o semplicemente perché la struttura gravita sul loro territorio.
È importante capire quale sarà la percezione da parte della comunità di quanto si vuole realizzare e conseguentemente dare un’immagine chiara, coerente, trasparente del progetto. E per la trasparenza sarà fondamentale comunicare il metodo di appalto e controllare successivamente il progredire dei lavori.
Dovrà rappresentare un’occasione di riqualificazione urbana cercando di dare risposte ai reali bisogni dei cittadini e perciò sarà necessario creare dei momenti di condivisione perché sia evidente che la struttura avrà anche un ruolo importante nello sviluppo di socialità e di spazi a disposizione dei cittadini nel loro tempo libero. Non solo luogo di sport, ma anche di incontro.
Un impianto sportivo ideale e che possa funzionare dovrebbe essere polifunzionale per permettere una fruizione a diversi mondi di appartenenza con spazi che permettano di soddisfare i bisogni della collettività, rigenerando e rivalutando un’area del territorio.
Deve prevedere costi di realizzazione sostenibili ma soprattutto deve essere fatta un’attenta valutazione dei successivi costi di gestione in modo da garantire un equilibrio economico a chi avrà in carico l’impianto. Troppo spesso sono state realizzate strutture che si sono rivelate eccessivamente dispendiose dal punto di vista gestionale e sono state abbandonate.
Per concludere sintetizzo alcuni degli obiettivi che ci si deve porre quando si pensa alla progettazione di nuove aree sportive o al loro recupero e rivitalizzazione:
Un obiettivo sociale e ricreativo. La presenza di servizi sportivi fornisce un fondamentale servizio alla collettività rendendo la città più vivibile;
Un obiettivo ambientale e di tutela del territorio. L’inserimento in zone degradate può contribuire alla protezione e al presidio del territorio;
Un obiettivo sanitario. Stili di vita attivi consentono salute e benessere per tutte le fasce d’età e portano ad un risparmio della spesa sanitaria, stimolando alla pratica la popolazione over 60;
Un obiettivo culturale e didattico. Creare una rete tra strutture sportive e scolastiche, facilita l’avvicinamento allo sport per i ragazzi, riducendo il rischio di abbandono sportivo specie nella fascia di età dai 14 ai 18 anni;
Un obiettivo estetico ed architettonico. Contribuire alla valorizzazione del paesaggio urbano rendendo più gradevole la dimensione della vita in città.
Tutto ciò sarà possibile se vi sarà una visione condivisa tra i diversi stakeholder e si riuscirà a stimolare investimenti privati puntando su aziende che già stanno operando nell’ambito della responsabilità sociale.