
Ma certo che va studiata, professor Canfora!
6 Maggio 2024
L’unico approdo possibile
7 Maggio 2024È sotto gli occhi di tutti gli operatori del diritto che gli Uffici Giudiziari Veneziani risultino sguarniti di personale, con aggravi di risposta alle esigenze del cittadino che, volente o nolente, si ritrova a passare per le mani della Giustizia (civile, penale o amministrativa). Chi ha avuto occasione di sperimentarlo sulla propria pelle, lo potrà confermare. Mancano Magistrati, mancano funzionari amministrativi e personale in genere, i ritardi sono gravi e ormai cronici.
Una diffusa e, come sovente, auto affliggente narrazione spiega la mancanza di organico come conseguenza della condizione scomoda della città lagunare: “chi mai vorrebbe venire a lavorare a Venezia?” è il diffuso ritornello. E così, nella percezione comune, si perpetua la convinzione che altri lavori possibili, nella città lagunare, oltre a quelli legati al turismo, siano impossibili, siano improponibili. Non solo i posti nella Giustizia, ma la Giustizia ne sarebbe un caso emblematico.
Io parto certamente da un bias cognitivo, che è quello di vivere in centro storico, amare la mia città e non trovarla – per abitudine, forse – così scomoda…ma qualcosa nella ricostruzione sopra riportata non mi tornava, posto che la stragrande maggioranza degli Uffici Giudiziari, ormai, sono a Piazzale Roma (tutto il Tribunale Penale, la Procura, il GIP, la Corte d’Appello civile, gli Ufficiali Giudiziari e, in estate, arriveranno anche tutte le sezioni del Tribunale Civile; il Giudice di Pace è a poca distanza).
La maggioranza delle sedi, dunque, si trova in un contesto logistico completamente equiparabile a quello di una città ordinaria. Insomma, ci si arriva in autobus, col tram e in macchina, il treno è a pochissima distanza, ci si arriva davanti col people mover (se parcheggi al Tronchetto) e – per i residenti in laguna – ci si arriva in motoscafo. Come mai, dunque, viene dedotta e percepita questa scomodità insormontabile delle sedi giudiziarie veneziane? D’altra parte, usare i mezzi di trasporto pubblico, anche cambiarne due, se del caso, non è ordinario per raggiungere il posto di lavoro anche nelle città non d’acqua?
Sono dunque andata a consultare i numeri. I numeri della scopertura del comparto Giustizia, appunto. Li deduco dal discorso di inaugurazione dell’Anno Giudiziario del 2024 pronunciato dal Dott. Carlo Citterio, Presidente della Corte d’Appello di Venezia – vale a dire Presidente dell’Organo che ha giurisdizione sull’intero Distretto, che qui equivale all’intera Regione del Veneto.
I numeri sono aggiornati al 20 gennaio 2024, secondo i dati COSMAG.
Ed ecco che vediamo come, drammaticamente, il nostro Distretto, la nostra Regione, sia la terza peggiore in Italia (dietro a Cagliari e alla Provincia di Bolzano) per scopertura di Magistrati. Ma, sorprendentemente, in Regione, non è Venezia la peggiore. La scopertura più importante, quanto a Magistrati, la troviamo in Tribunale a Rovigo (- 25% dell’organico previsto, manca 1 Magistrato su 4). La comoda e accessibilissima Rovigo, in piena pianura, con treni e autostrade e parcheggi a ridosso del Tribunale.
Va bene, direte, i Magistrati non sono un dato significativo perché, volendo, per stipendio possono vivere a Venezia, o anche lavorare da remoto alcuni giorni, per cui non è il loro il numero da tenere in considerazione.
Vediamo allora i numeri dei funzionari amministrativi impiegati negli Uffici Giudiziari e degli ausiliari dell’Ufficio del Processo (chi aiuta i Magistrati a istruire il fascicolo, detto in modo grossolano).
Il personale amministrativo, negli uffici della Giustizia in Regione, è sotto organico del 31,6% come media. E anche qui – surprise ! – la medaglia d’oro per scopertura maggiore non se la aggiudica la scomoda Venezia, ma la comoda Belluno (non solo comoda, ma tra le prime province per qualità della vita in Italia).
Belluno – 40% di copertura , praticamente manca un funzionario ogni due…
Belluno vince la palma per il primo posto di scopertura anche per l’Ufficio del Processo, – 75%
E quanto agli alti Funzionari della Giustizia? Quelli non vorranno certo venire a Venezia…anzi no, aspetta. Questi non vogliono andare a Belluno (-50% dei Funzionari) e i funzionari esperti invece non vogliono andare a Padova, che vince in Distretto con il – 48% di copertura di organico.
Sicuramente siamo ultimi per la copertura del Giudice di pace, dai, per avere un decreto ingiuntivo ci mettiamo sei mesi, le sentenze sono ferme spesso da anni…E invece no, non vinciamo nemmeno qui: scopertura sul podio per Conegliano (-60%) seguita da Vicenza (-58% ) e Bassano del Grappa (- 41,67%).
Ecco allora che qualche domanda sulla narrazione, forse, ce la dovremmo fare. Il problema è la scomodità di Venezia, o il comparto Giustizia e le sue croniche, inaccettabili, carenze?
E a questo punto, vogliamo smettere di dire che a Venezia non c’è altro lavoro possibile che non quello turistico? Il caso Giustizia è emblematico: la situazione logistica è oggettivamente comparabile ad altre sedi, la situazione a Venezia è drammatica ma non peggiore delle altre limitrofe ma, guarda un po’, qui e solo qui impera il logoro “Venezia è scomoda”. Il classico caso di profezia che si autoavvera: più ci si autoflagella, più si delinea un futuro nero, più aumentano le probabilità che si realizzi.
Tutto ciò premesso, sono da appoggiare senza meno gli sforzi del sistema Giustizia, specifici per Venezia, atti a garantire questo lavoro e a contrastare l’egemonia dell’offerta lavorativa nel comparto turismo: in una nota unitaria del giugno scorso il Presidente del TAR, l’Avvocatura Civica e i Dirigenti Lagunari hanno infatti inoltrato al Presidente del Consiglio e al Ministro della Giustizia una serie di suggerimenti volti ad agevolare chi è rimasto nelle sedi della città lagunare, propriamente intesa (sull’acqua, diciamo). Questo significa che garantire lavoro qualificato anche in Centro Storico, agevolarlo, è possibile.
Questo però presuppone riconoscere a Venezia la propria peculiarità e il proprio valore, il che richiede un obbligo speciale di salvaguardia, non solo per le opere d’arte e i musei, ma anche per la sua vitalità socieconomica. Se non sbagliamo, peraltro, così prevede anche l’art. 1 della l. 171/73. Lo ricopiamo, questo articolo, perché forse, ad alcuni Amministratori Locali può essere sfuggito:
“La salvaguardia di Venezia e della sua laguna è dichiarata problema di preminente interesse nazionale.
La Repubblica garantisce la salvaguardia dell’ambiente paesistico, storico, archeologico ed artistico della città di Venezia e della sua laguna, ne tutela l’equilibrio idraulico, ne preserva l’ambiente dall’inquinamento atmosferico e delle acque e ne assicura la vitalità socioeconomica nel quadro dello sviluppo generale e dello assetto territoriale della Regione. Al perseguimento delle predette finalità concorrono, ciascuno nell’ambito delle proprie competenze, lo Stato, la Regione e gli Enti locali.”
Perché, lo ricordiamo ancora una volta, una città – Venezia in particolare – non è solo pietre e palazzi.
Infine una considerazione doverosa: ho finora posto come dato di fatto, come condizione di partenza data, la situazione di drammatica carenza di personale nella Giustizia del Distrertto, che in realtà è di tutto il Paese. Era funzionale a porre il focus sulla situazione di Venezia, per il discorso che qui interessava.
Per quanto superfluo, giova però precisare che questa situazione generale della Giustizia, che si trascina da decenni e appunto per questo viene considerata un dato di fatto quasi inevitabile, è in realtà una delle criticità più gravi dell’intero Sistema Paese. Credo sia superfluo sottolinearne gli impatti sulla vita delle persone, sull’appetibilità del Paese per l’insediamento di Aziende, sull’effetto di possibile incoraggiamento al malaffare e a condotte opache, sulla stessa umana giustizia. Ma questo, è altro tema su cui mi riservo di tornare.
Immagine di copertina: © Corriere del Veneto