
La peculiare visione di guerra e pace per Donald Trump
2 Aprile 2025
Il mood dei nostri tempi
5 Aprile 2025La decadenza delle democrazie occidentali è sotto gli occhi di tutti. Non è più una novità affermare come il fatto di essere eletti oggi induca a violare il principio dei pesi e contrappesi che è la caratteristica fondamentale di un solido regime democratico.
La polemica dei capi di governo e/o dei partiti verso la magistratura riempie quotidianamente i media. Abbiamo credo tutti visto e sentito Giorgia Meloni prendersela coi magistrati perché le avrebbero sabotato il progetto Albania, e la conseguente accusa agli stessi di voler decidere tutto, con la differenza “che io sono eletta dal popolo e se faccio qualcosa di sbagliato mi mandano a casa, mentre i magistrati no”.
Ha colpito la condanna di M.me Le Pen in Francia, che infrange il sogno della stessa di arrivare alla Presidenza dopo Macron, e i livelli di consenso che emergono dai sondaggi le attribuivano molte chances. Da osservatore esterno e senza conoscere le leggi trovo difficile dire se i magistrati abbiano ragione o siano stati esagerati nel disporre l’esclusione dalla sua candidabilità alla presidenza. La polemica c’è. Ricordiamo tutti le vicende di Berlusconi e i lunghi processi imperniati sulla nipote di Mubarak” e altre vicende erotiche relative. Non saranno strati comportamenti tanto estetiche per un Presidente del Consiglio e leader allora del partito di maggioranza, ma con tutto il lavoro che ha la magistratura e i troppo reati non seguiti e non puniti, forse il sospetto di un sottofondo politico mi sembra anche fondato. In fondo, strapagava le sue girls, e non era un caso di sfruttamento della prostituzione. Alla nipote di Mubarak già avviata alla professione, mancavano mi pare sei masi al compimento della maggiore età.
Io sono stato sempre convinto della divisione delle carriere dei magistrati giudicanti da quelli dell’accusa, ma debbo dire che oggi comincio a dubitare e a pentirmi dopo aver udito il Sottosegretario Andrea Delmastro (quello del colpo di pistola ad una festa di fine anno, e delle dichiarazioni poco rispettose della persona umana fatte verso i carcerati trasportati al chiuso, caldo o freddo e senza condizionamento d’aria), criticare la riforma Nordio perché sarebbe una riforma a metà, mancando di mettere i PM alle dipendenze del governo. Lo ha detto pubblicamente.
Il pericolo dunque c’è. Aggiungo i limiti di 45 gg. alle intercettazioni, che secondo il Procuratore di Napoli Nicola Gratteri costituisce un regalo alle cosche, perché le indagini richiederebbero tempi assai lunghi per scoprirne legami e ragnatele.
Posso anche capire che un vantaggio di avere i PM dipendenti da un governo cristallino, assolutamente democratico e non in vena di autoritarismo, possa definire linee di politiche anti-crimine e, di fronte alla teorica – oramai – obbligatorietà dell’azione penale, stabilire delle priorità, ma non nella situazione odierna!
In questi giorni si aggiungono le dichiarazioni di Elon Mask a favore dei partiti di estrema destra europei, aggravate da quelle del Vice-Presidente USA Vance. E durante la prima presidenza Trump, soprattutto, operava proprio in Italia Steve Bennon con la sua scuola di formazione politica di orientamento marcatamente autoritario.
Già anni fa, dopo le elezioni del 2018. La Harvard Business School ha approfondito il tema del passaggio della democrazia rappresentativa al populismo. Lo hanno fatto magistralmente anche i sociologi Marc Lazar e Ilvo Diamanti, sempre nel 2018 pubblicando un volume dal titolo Popolocrazia, La metamorfosi delle nostre democrazie, Laterza.
Ad aggravare lo scenario mancava solo l’ultima disposizione di Trump contro gli studi legali che in qualche modo hanno collaborato ad azioni ostili verso di lui. Trattasi di importanti studi, anche con migliaia di associati, accusati di attività contrarie agli interessi nazionali e di interferenze nel processo elettorale. Ha disposto la revoca dei nulla osta di sicurezza per gli avvocati coinvolti e, soprattutto, la sospensione dei contratti federali e restrizioni all’accesso agli edifici governativi.
Mi chiedo: cosa manca per arrivare alla dittatura? Un Putin o un Erdogan mettono in galera gli avversari, quando non li fanno uccidere, fanno tacere i giornali e gli altri media non graditi. Trump prende gli avversari per fame.
Stiamo così andando verso una democratura? In Europa vale per molti il modello Orban? Una parziale e ulteriore conferma la si ha sia nello scadimento del ruolo del parlamento che dalla situazione proprietaria dei giornali e dei canali TV, non solo da noi.
Certo è che i vecchi concetti di mondo libero che vigevano per anni dopo la fine della 2° guerra mondiale, contrapposto alla dittatura sovietica sono oramai residui del passato, e un sogno di chi ha lottato per questi.