
Il fallimento dei partiti non è il fallimento della politica
31 Gennaio 2022
Un magnagatti a Venezia
8 Febbraio 2022Qualche giorno fa il sen. Richetti di Azione (cui va un grato riconoscimento per l’attenzione posta alla nostra città), scrive un’interrogazione al Governo per la situazione di stallo dei contratti di manutenzione del MOSE. Richetti elenca con pazienza gare andate a vuoto, assegnazioni sospese, interferenze improprie, catene di comando imprecise, commissariamenti improduttivi, mancanze di programmazione.. ve le risparmio. Il fatto denunciato dall’interrogazione è che oggi la mera attività di manutenzione del MOSE è in totale stand by.
L’intervento del senatore, pur ripeto apprezzabilissimo, non mette in risalto altre situazioni di stand by che si ricollegano al MOSE. Anche la sola ripresa dei lavori, per arrivare a concluderli è oggi bloccato dai contenziosi tra le ditte appaltatrici, il gestore fallimentare del Consorzio Venezia Nuova e i vari organi dello Stato interessati, buona ultima la Corte dei Conti che ha contestato l’ultimo accordo transattivo raggiunto tra le parti per irregolarità formali.. un ginepraio sul quale il sottoscritto ha rinunciato a raccapezzarsi ma anche in questo caso la situazione è palese: ci va di lusso che il MOSE può intervenire in emergenza ma i lavori di completamento (essenziali perché comprendono interventi infrastrutturali che impattano decisamente sulla conservazione del manufatto) sono in stand by.
Legata al tema MOSE, meriterebbe una puntata di “Chi l’ha visto?” l’Autorità della Laguna, istituita in pompa magna (con contorno di polemiche feroci da parte del Sindaco) nel 2020 con il famoso Decreto Agosto. All’Ente, “creatura” dell’on. Martella (ora Segretario Regionale del PD) sarebbero state attribuite, cito direttamente dal Decreto, “tutte le funzioni e competenze relative alla salvaguardia della città di Venezia e della sua laguna e al mantenimento del regime idraulico lagunare (..) nonché quelle già attribuite al Magistrato alle Acque”. Finalmente un’organizzazione con in mano tutte le competenze di esercizio e gestione del MOSE, con autonomia e capacità di spesa e una governance chiara. Peccato che.. dell’Autorità dal 2020 non abbiamo più sentito parlare. Stand by, ancora una volta.
Di qualche giorno fa il grido di dolore di Marinese, di Confindustria che lamentava l’assordante silenzio sulla istituzione della ZLS (Zona a Logistica Semplificata) che approvata e programmata (risparmio ancora i vari passaggi legislativi) giace(va) nei cassetti per l’opposizione del Ministero per il Sud da mesi. La ZLS è un’occasione epocale per Porto Marghera, un formidabile acceleratore di opportunità e potenzialmente una fonte di decine di migliaia di posti di lavoro.. non bruscolini. Fortunatamente, per una curiosa coincidenza temporale, pochi giorni dopo lo sfogo di Marinese la situazione sembra sbloccarsi con un Protocollo di Intesa tra Regione Veneto e Ministero per il Sud che rimanda di almeno 9 mesi la firma del DPCM che istituirà la ZLS ma se non altro delinea un percorso condiviso. Diciamo stand by a tempo.. speriamo bene.
La messa in sicurezza della basilica di S. Marco. La ormai famosa recinzione trasparente di cui si parla da anni, oggetto di progetti visti e rivisti, dopo un faticoso iter sembrava finalmente partita. Lieto fine, una volta tanto? Macché, tutto bloccato da sconcertanti intrecci di fondi mancanti, o meglio non erogabili perché manca la fidejussione.. un horror in un labirinto di cavilli e burocrazia. Per di più, la Soprintendenza blocca i lavori perché gli scavi hanno messo in luce ritrovamenti interessanti; e già, scavi in Piazza S. Marco non è proprio imprevedibile. trovare qualcosa di interessante no?. Monitorare in diretta con un funzionario in sito invece di “sospendere” i lavori no? Leggere per chi volesse saperne di più l’ottima ricostruzione di Ytali https://ytali.com/2022/01/26/sos-san-marco/ . Altro stand by e intanto i marmi della chiesa vanno in pezzi.
Poi, volendo, c’è la storia infinita del Protocollo Fanghi, da anni in attesa di approvazione, perso nelle nebbie dei Ministeri dell’Ambiente e delle Infrastrutture. E il Porto sempre meno accessibile.
La laguna alla punta di San Giuliano sta progressivamente interrandosi, tra poco le remiere che hanno sede in quell’avamposto di terraferma non potranno più mettere in acqua le barche.. urge l’apertura degli archi del Ponte della Libertà per permettere il flusso dell’acqua dalla laguna sud… stand by.
Insomma, molte situazioni in città condividono lo stato che appositamente ho definito di “stand by”. Ma cosa hanno in comune tutte queste fattispecie, molto diverse tra loro? Due caratteristiche.
La prima è che sono processi con un percorso in buona parte definito e un fine quasi necessitato. Non si tratta, per capirsi, di problemi irrisolti e temi aperti come per esempio i flussi turistici, la rivitalizzazione del commercio o la residenza ecc. Non si tratta di inventare una strada, di condividere strategie, di scontrarsi su ricette diverse.. no, qui già c’è una strada individuata, chiara sulla quale, per un motivo o l’altro, non si avanza.
La seconda è che, mediamente, si tratta di interventi su cui c’è una generale condivisione: tutti sono d’accordo sulla messa in sicurezza di San Marco, nessuno certo si oppone alla ZLS (al massimo c’è gente che se ne frega). Vero, ci sono gli ambientalisti da salotto che il Protocollo Fanghi non lo vorrebbero mai approvato perché così non si scava in Laguna ma certo la larghissima maggioranza dei cittadini condivide la necessità della normale manutenzione dei fondali (che non vuol dire nuovi scavi), così come la liberazione degli archi del Ponte è una necessità condivisa non solo dalle remiere di San Giuliano. Non parliamo del MOSE e la stessa Autorità della Laguna, tanto osteggiata dal Sindaco, è comunque condivisa come principio cioè un ente cui affidare in modo organico la governance del MOSE e della Laguna.
Tutto questo per dire che le situazioni di stallo sopra descritte non sono dovute né a oggettive impossibilità né a (legittime) divergenze sul che fare. Né, aggiungerei, a mancanza di buona volontà da parte dei nostri rappresentanti e amministratori a Roma e a tutti gli altri livelli (e di tutte le parti politiche). Sono dovute a inefficienze del sistema, a (verosimilmente) inadempienze e menefreghismi da parte di chi è preposto al processo, a conflitti e interessi di basso cabotaggio.
Tutto questo costituisce una situazione indecorosa e dovrebbe suscitare un moto di ribellione e di rigetto corale. Nulla, purtroppo, di tutto questo. Forse perché i motivi di stallo sono oscuri ai più, forse perché è difficile raccapezzarsi, forse perché subentrano fatalismo e rassegnazione forse perché manca una visione di lungo periodo e strategico di quali sono i temi davvero importanti.
Faccio solo un esempio, che sembra polemico ma non vuole esserlo, è solo per riflettere sulla dinamica delle cose. All’Arsenale per il 6 febbraio p.v. si sta organizzando una manifestazione oceanica contro l’ipotizzata (ri)cessione di spazi comunali (mai adeguatamente sfruttati da quando il Comune ne è rientrato in possesso) alla Marina e alla Biennale. Non entro nel merito per questioni di lunghezza ma constato che l’elenco degli aderenti è infinito. Perché le stesse associazioni (beh, non proprio le stesse, visto che tra gli aderenti c’è per esempio l’Associazione Vele d’Epoca del Verbano..) non hanno pensato di organizzare un presidio vociante e indignato anche di fronte alla Basilica e al cantiere sospeso che fa triste mostra di sé?
Ma veniamo alla parte construens: io credo che sia legittimo pretendere dall’Amministrazione (e da tutte quelle che verranno… idea questa per la campagna elettorale quando sarà) di istituire un “Assessorato allo stand by”. Ovvero una delega diretta ad un lobbysta capace e intraprendente, con competenze amministrative e legali, che per ognuno dei temi aperti si prenda la briga di seguire passo passo l’iter delle procedure e intervenga con decisione e con ampio rilievo mediatico ogniqualvolta la pratica si arena. Deve essere un “rompicoglioni” di natura, sufficientemente spregiudicato e insieme accorto e che si sappia muovere, che non lasci fiato al Ministro, al burocrate, al Sovrintendente, al Tesoriere di turno che tiene bloccata la pratica.
Non è un’idea originale. Si tratta solo di reistituire la famosa figura della pittima di veneziana memoria.